Rick Nash è in gran forma, come tutti i Blue Jackets
Nuovo anno e nuove speranze per le squadre della Central Division. Sulla carta nessuno dei team della Central sembra essere sufficientemente attrezzato per arrivare fino in fondo, ma la prima settimana della stagione 2006-2007 ha comunque offerto indicazioni interessanti.
Detroit, decisamente ridimensionata dalla perdita di due assoluti protagonisti quali Yzerman e Shanahan, non ha cominciato nel migliore dei modi, cedendo 1-3 a Motown contro i Vancouver Canucks di uno strepitoso Roberto Luongo, autore di 27 parate. Triste esordio con la C sul petto per Nicklas Lidstrom, addolcito solo in parte dalla rete di Zetterberg e dall'ennesimo ritorno di Dominik Hasek, 41 anni di assoluta esperienza davanti alla gabbia.
Il riscatto per i Red Wings arriva comunque due giorni dopo, grazie a un prezioso successo sui Penguins, che alla Mellon Arena avevano appena liquidato la pratica Flyers con un secco 4-0. La difesa di Detroit, non esattamente registrata nel season opener, ha mostrato a Pittsburgh tutta la forza di cui è capace, contenendo Crosby e compagni a 13 miseri tiri e nessun goal. Hasek ha potuto così gestire in tutta scioltezza uno dei più semplici shutout della sua infinita carriera. A segno nel 2-0 finale Franzen e Draper.
Dopo un finale di stagione 2005-2006 più che convincente, per i giovani Columbus Blue Jackets sembra finalmente giunto il momento di smettere i panni della cenerentola della lega e di issarsi a concreti pretendenti per i playoff. L'esordio con sconfitta all'overtime contro Vancouver (risultato finale 2-3), più che alimentare recriminazioni per una vittoria gettata al vento dopo un doppio vantaggio iniziale, ha dato a Columbus la consapevolezza di potersela giocare fino in fondo anche contro squadre sulla carta decisamente superiori.
Certo, il 2-0 per i Jackets al termine del secondo periodo nascondeva un predominio dei canadesi in tutte le statistiche fondamentali, ma nel complesso la franchigia dell'Ohio non ha affatto sfigurato. La partita successiva, giocata allo United Center contro i Chicago Blackhawks (5-4), ha confermato le potenzialità e il carattere dei Blue Jackets versione 2006-2007, capaci di rimontare 2 goal subiti a freddo e di portare a casa un match mai scontato e continuamente in bilico. Sugli scudi Rick Nash, autore di due reti.
I Blackhawks hanno cominciato la nuova annata riproponendo impietosamente gli stessi standard di dodici mesi fa. Tradotto, ecco un team dalle buone potenzialità ma che mal si adatta al nuovo volto della NHL post-lockout. Non tragga in inganno la vittoria nel season opener contro i rivali di division di Nashville (8-6), favorita soprattutto dall'ottima vena del neoacquisto Martin Havlat ma condizionata da una prova disastrosa della difesa, talmente fiacca da costringere Khabibulin agli straordinari (40 tiri subiti e 6 reti concesse).
La successiva sconfitta interna contro i Blue Jackets, di cui abbiamo già parlato, non ha fatto che confermare le prime sensazioni. Se Chicago intende risalire la china, dovrà affrontare al più presto l'argomento difesa.
E a proposito di difese allegre, non possono sorridere neppure i Nashville Predators, la franchigia che in offseason si era presentata come la più calda della Division, ora costretta a un'inattesa partenza a handicap.
Dopo la sconfitta interna con Chicago, è infatti arrivato un secondo stop (5-6), questa volta sul ghiaccio dei non irresistibili Minnesota Wild, capaci di infilare il povero Vokoun ben sei volte. L'attacco resta esplosivo (11 reti in due partite), ma con un Vokoun ancora imballato e linee difensive giovani e inesperte i problemi permarranno.
I St. Louis Blues, rinnovati a livello dirigenziale ma ancora tutti da verificare sul ghiaccio dopo un'annata di assoluta mediocrità , cominciano la loro stagione con tre trasferte consecutive in terra californiana. I primi due match non hanno prodotto vittorie e la risalita per la squadra del Missouri sembra decisamente lunga. Match comunque equilibrato quello di San Josè (4-5 OT), con gli Sharks vittoriosi solo grazie al goal in overtime di Curtis Brown.
La partita ha subito un forte ritardo a causa di un infortunio occorso all'arbitro Rob Martell, colpito a un occhio da un tiro di Michalek durante un power play nel terzo periodo. Sconfitta netta nel risultato ma non nella sostanza quella subita due giorni dopo a Los Angeles. I Kings si impongono 4-1 (undicesima sconfitta consecutiva in trasferta per i Blues, record negativo di franchigia), in un match condizionato dalle molte penalità commesse da St. Louis (15 per complessivi 36 minuti), nonchè dalla prova maiuscola di Garon, capace di bloccare ben 35 tiri.