Una dieta per ripartire

Keith Tkachuk è atteso al varco all'inizio della prossima stagione…

Per noi appassionati europei di NHL è difficile concepire l'inizio del campionato senza una preparazione fisica. Alle nostre latitudini, negli sport di squadra l'inizio del cosiddetto ritiro estivo è sinonimo di settimane infernali per gli atleti, chiamati a smaltire i grassi accumulati sulle spiagge tropicali con durissime sedute di allenamento quotidiane, tra scatti e allunghi, pesi e cyclette.

Nella NHL il ritiro estivo non esiste, o meglio non esiste più. Se un tempo il campo d'allenamento iniziava ancora nel pieno dell'estate, da un paio di decenni a questa parte le squadre si ritrovano a settembre inoltrato e, dopo giusto qualche giorno per conoscere i nuovi acquisti, ecco già  le prime amichevoli.

La preparazione fisica è affidata quasi completamente al singolo giocatore. Certo, il preparatore atletico redige programmi personalizzati in base alle varie caratteristiche, ma poi spetta all'atleta organizzare le settimane che lo porteranno al debutto in campionato. Chi suda al sole della California, chi fatica nella frizzante aria canadese, tutti devono presentarsi tirati a lucido al primo giorno di training camp, quando i temutissimi test fisici dimostrano se lo studente ha fatto i compiti durante le vacanze.

Lo sa fin troppo bene l'ala sinistra Keith Tkachuk che l'anno scorso, dopo essersi presentato soprappeso al campo d'allenamento dei St. Louis Blues, ha dovuto guardare giocare i compagni per diverse settimane prima di ritrovare una forma fisica degna di questo nome.

Nato il 28 marzo 1972 a Melrose, cittadina del Massachusetts situata alle porte di Boston, Keith Tkachuk cresce a suon di reti (42 in 27 partite) presso la Malden High School, prima di vestire i colori, nella stagione 1990-91, della prestigiosa Boston University, nella cui squadra forma una coppia devastante con il connazionale Tony Amonte.

Le squadre della NHL non tardano ad accorgersi di lui e, al primo turno (in 19a posizione) del draft 1990, sono i Winnipeg Jets ad aggiudicarselo. Dopo una prima stagione di apprendistato nella quale disputa soltanto 17 partite, nel campionato 1993-94, quello della straordinaria stagione da rookie di Teemu Selà¤nne (132 punti), Tkachuk entra in pianta stabile nella rosa dei Jets e nei tabellini dei marcatori.

Il suo rendimento offensivo, infatti, cresce progressivamente fino alla stagione 1995-96, l'ultima della franchigia in Canada prima del trasferimento a Phoenix. In quel campionato l'attaccante americano realizza ben 98 punti in 78 incontri, con una media di riuscita al tiro superiore al 20%.

Il trasferimento in Arizona non sembra frenarlo. Nell'annata 1996-97 colleziona 86 punti, "appesantiti" da 228 minuti di penalità , a dimostrazione del suo irrefrenabile strapotere fisico. I campionati con la maglia dei Coyotes si susseguono con meravigliosa regolarità  di produzione, quattro anni alla media di un punto a partita fino alla stagione 2000-01 quando, il 13 marzo 2001, Tkachuk viene trasferito ai St. Louis Blues in cambio di Ladislav Nagy, Michal Handzus, Jeff Taffe e una scelta al primo turno.

Nel Missouri trova una squadra estremamente ambiziosa, che già  annovera frombolieri come Pierre Turgeon, Scott Young, Cory Stillman e Pavol Demitra e grandi difensori quali Al McInnis e Chris Pronger.

Potrebbe essere il definitivo salto di qualità  e, infatti, la sua prima stagione completa con i Blues è forse la migliore della sua carriera: con 75 punti in 71 partite e, soprattutto, con un +21 nella statistica +/-, Tkachuk si dimostra un attaccante nel pieno della maturità  agonistica, temibile all'attacco e disciplinato nella fase difensiva.

Il livello delle sue prestazioni, benché qualche acciacco fisico lo costringa a saltare qualche partita, rimane elevato anche nelle due stagioni successive. L'annata cancellata in seguito al famigerato sciopero, però, cambia inspiegabilmente le carte in tavola.

Il Keith Tkachuk che si presenta al campo d'allenamento dei Blues alla vigilia della stagione scorsa è irriconoscibile. Lento, imbolsito, soprappeso di quasi 10 chili, Tkachuk sembra un ex giocatore. Il 16 settembre Larry Pleau, il General Manager, rilascia una laconica dichiarazione: "Keith Tkachuk ha fallito i test fisici ed è stato sospeso. Non ho altro da aggiungere".

Mentre i compagni affrontano le prime settimane di Regular Season, Tkachuk resta ai margini, intento a recuperare il terreno perduto. Quando rientra, riesce pur sempre a realizzare 36 punti in 41 partite, ma è troppo tardi, i Play Off sono ormai un lontano e irraggiungibile miraggio.

Sarà  così anche quest'anno? Ne dubitiamo fortemente. A 34 anni, Tkachuk non può certo permettersi di bucare un'altra stagione, soprattutto per mancanza di professionalità . Con i suoi giovani rampanti, la NHL è una centrifuga che non attende nessuno, tanto meno un veterano che ha perso la voglia di sacrificarsi per la squadra.

Si chiude qui la rubrica "Ultima chiamata" che ci ha accompagnato fino all'immediata vigilia della nuova stagione. Il blocco virtuale formato dagli atleti in cerca di rivincita è sicuramente di primissimo piano.

Nikolai Khabibulin in porta potrebbe tornare la saracinesca che tutti conosciamo, Derian Hatcher e Sergei Gonchar in difesa sono un mix esplosivo di potenza e velocità , mentre la linea d'attacco formata dal centro Eric Lindros e dalle ali Todd Bertuzzi e Keith Tkachuk abbina una straordinaria potenza fisica alla freddezza sotto porta.

Sarà  così anche nella realtà ? Questi sei atleti, come molti altri, quest'anno non possono proprio sbagliare. Tocca a loro dimostrare che la loro carriera non è al capolinea.

Buon campionato a tutti!

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