Derian Hatcher deve dimostrare di poter essere ancora efficace nel suo ruolo…
Una volta, tanti anni fa, bastava pronunciare il suo nome per far correre un brivido lungo la schiena dei malcapitati avversari. Un giorno, però, quest'ultimi trovarono il modo di sconfiggerlo e, festanti, conquistarono a gruppetti di cinque il suo territorio, delimitato da una linea blu.
Sembra una rivisitazione in chiave moderna (e sportiva) di una fiaba dei fratelli Grimm, è invece l'incubo dal quale Derian Hatcher non è ancora riuscito a svegliarsi.
Considerato per quasi un decennio il prototipo del difensore solido e muscolare, un capolinea contro il quale gli attaccanti avversari andavano regolarmente a sbattere, Hatcher è ora uno dei difensori che più hanno penato in seguito all'avvento delle nuove regole.
Aboliti (o comunque sanzionati) gli agganci, le trattenute e le ostruzioni, il colosso americano si è ritrovato sul ghiaccio spoglio delle armi che lo rendevano un ostacolo invalicabile e, di conseguenza, alla mercé di attaccanti più rapidi e agili di lui. Basti pensare alla figuraccia patita nel primo turno dei Play Off della stagione scorsa contro Brière, Afinogenov e compagnia pattinante.
Nato il 4 giugno 1972 a Sterling Heights, cittadina del Michigan considerata la 29a più sicura degli Stati Uniti, Derian Hatcher cresce a livello hockeystico nei Detroit Compuware della North American Junior Hockey League e, successivamente, nei North Bay Centennials, formazione dell'Ontario Hockey League nella quale aveva già militato il fratello Kevin, con il quale giocherà due stagioni a Dallas. Derian è un difensore molto completo, capace di lasciare il segno (nel vero senso della parola) nel proprio terzo (163 minuti di penalità in 64 partite nella seconda stagione), ma anche di impegnare il portiere avversario sul fronte offensivo, come dimostrano i 63 punti collezionati nella stessa annata.
Le franchigie NHL si accorgono immediatamente di questo colosso dal tiro violentissimo e, nel 1990, i Minnesota North Stars lo scelgono già al primo turno. Prima di lui vengono draftati soltanto Owen Nolan, Petr Nedved, Keith Primeau, Mike Ricci, Jaromir Jagr, Scott Scissons e Darryl Sydor.
Poco più di un anno dopo, il 12 ottobre 1991, ecco il debutto nella National Hockey League, addirittura bagnato da una rete. Concluderà la stagione con 12 punti in 43 partite, contribuendo a portare le stelle del nord ai Play Off. Dopo un secondo campionato (1992-93) non altrettanto positivo (-27 in 67 partite), Hatcher segue la franchigia in Texas, dove diventa i Dallas Stars.
Insieme a Mike Modano, Derian Hatcher è il volto della squadra e ne diventa capitano e leader indiscusso. Con l'arrivo dei vari Jere Lehtinen, Sergei Zubov, Joe Nieuwendyk, Jamie Langenbrunner e Ed Belfour, sta nascendo la squadra che, con l'aggiunta di Brett Hull all'inizio della stagione 1998-99, porterà la Stanley Cup nello stato della stella solitaria.
È proprio Derian Hatcher, al termine di una memorabile serie conclusasi con una contestatissima rete di Brett Hull contro i Buffalo Sabres, ad alzare l'agognato trofeo. È il primo capitano americano a togliersi questa soddisfazione. La stagione successiva i Dallas sfiorano il bis, la loro corsa viene arrestata solo in finale dai New Jersey Devils.
Derian Hatcher gioca altre tre stagioni in Texas. L'ultima (2002-03) è probabilmente la migliore della sua carriera. Gioca tutte le 82 partite, realizza 30 punti e, soprattutto, registra uno strabiliante +37 nella statistica +/-. Numeri che, una volta giunto a scadenza di contratto, gli permettono di strappare un ricco accordo con i Detroit Red Wings. Il 3 luglio 2003, infatti, passa alla corte delle ali rosse alla modica cifra di 30 milioni di dollari distribuiti su cinque anni.
Il ritorno a casa, nel natio Michigan, è però avaro di soddisfazioni. La stagione 2003-04 lo vede sul ghiaccio solo in 15 occasioni, a causa di una lunga serie di infortuni, mentre il campionato successivo, cancellato dallo sciopero, lo gioca nella modesta UHL con i colori dei Motor City Mechanics, in compagnia di Bryan Smolinski, Sean Avery e Chris Chelios.
In vista della ripresa della NHL, si accorda con i Philadelphia Flyers. L'hockey che ritrova dopo il lockout, tuttavia, non è lo stesso che aveva lasciato. Se la Regular Season trascorre senza infamia e senza lode, i Play Off mettono totalmente a nudo le lacune che, per un decennio, aveva mascherato allungando braccia e bastoni per fermare gli avversari.
I veloci attaccanti dei Sabres sembrano lillipuziani scatenati alle prese con un Gulliver statuario ma terribilmente macchinoso nei movimenti. Quando il tecnico Ken Hitchcock individua il problema e limita il tempo sul ghiaccio di Hatcher, è troppo tardi. Brière e compagni sono già salpati verso il turno successivo dei Play Off.
A poche settimane dall'inizio della nuova stagione, è lecito chiedersi cosa possa ancora dare Derian Hatcher all'attuale NHL. Prigioniero di un contratto a cifre obsolete come il suo stile di gioco, il 34enne americano dovrà verosimilmente lasciare maggiore spazio a difensori più giovani e scattanti, come Pitkanen e Meyer.
Di fronte a Nikolai Khabibulin , la seconda pedina del nostro blocco in cerca di rivincita è dunque Derian Hatcher, per il quale la prossima stagione sarà veramente l'ultima chiamata. Riuscirà a sopperire con l'esperienza e il senso della posizione alla mancanza di mobilità ? Ne va della sua carriera.