Dwayne Roloson, la saracinesca degli Oilers
Statistica dei tiri: 183 a 121 per Anaheim, frutto dei parziali 32-26, 34-25, 38-22, 46-23 e 33-25. Risultato della serie: 4 partite a 1 per Edmonton. Dove sta l'errore? Nella bravura di Roloson ma, soprattutto, nell'imprecisione dei californiani.
Al comando delle operazioni per buona parte della serie, gli uomini di Carlyle non sono riusciti a trasformare in moneta sonante (reti) la notevole mole di lavoro espressa a tutta pista. Nelle due occasioni in cui Selà¤nne e compagni hanno raddrizzato la mira (terzo tempo di Gara 3 e tutta Gara 4), per gli Oilers non c'è stato scampo (10 gol realizzati in 4 periodi di gioco).
La decisiva Gara 5, in questo senso, non ha fatto eccezione. Passati in vantaggio con Beauchemin, i Mighty Ducks si sono visti riprendere e superare da Moreau e Torres. In mezzo, un tourbillon di occasioni per realizzare il raddoppio e assicurarsi il ritorno a Edmonton per Gara 6. A nulla è servito spremere Scott Niedermayer (quasi 32 minuti di ghiaccio), Getzlaf (25) e Selà¤nne (21): il disco veniva costantemente respinto dal portiere o da un difensore avversario oppure sibilava ai lati della porta.
L'avventura degli Anaheim Mighty Ducks finisce dunque qui (in tutti i sensi: con il passaggio di proprietà dalla Walt Disney ai coniugi Samueli la franchigia perderà il nome Mighty e si doterà di un nuovo logo e di nuove divise da gioco). La delusione legata all'eliminazione, però, non deve assolutamente affievolire la consapevolezza di aver percorso un cammino a dir poco straordinario.
Venduti veterani di valore quali Fedorov, Sykora, Ozolinsh e Carney, le papere si sono affidate a un gruppo di promettentissimi giovani guidati dall'ottimo Scott Niedermayer e da un rinato Selà¤nne. Dopo aver conquistato con le unghie e con i denti la qualificazione ai Play Off, la franchigia californiana ha stupito tutti nei primi due turni, eliminando i favoriti Calgary Flames in una sfida epica e i Colorado Avalanche in quattro partite secche.
Per gli Anaheim vale quindi il discorso fatto per i San José Sharks: il gruppo composto da Getzlaf, Penner, Perry, Kunitz, Lupul, Beauchemin (senza contare la sorpresa Bryzgalov) non potrà che crescere sulla scorta delle preziose esperienze acquisite in questa stagione. Se a questo si aggiunge che i Portland Pirates, farm-team dei californiani, sono tuttora in gara nella corsa alla Calder Cup (AHL), il futuro non potrà che essere roseo.
Gli Edmonton Oilers, invece, sono in attesa del prossimo avversario, l'ultimo. Giunti alla finalissima per la prima volta dal 1990 (trionfo contro i Boston Bruins), gli uomini di MacTavish (16 anni fa in pista proprio con gli Oilers) hanno eliminato nell'ordine Detroit, San José e Anaheim, combattendo en passant anche un'epidemia di influenza che ha colpito buona parte dei giocatori.
L'enorme disponibilità al sacrificio dei petrolieri ha permesso di superare tutte le difficoltà sportive e “sanitarie”. Come per miracolo, dopo l'ottavo posto della Regular Season tutti i giocatori sembrano aver cavato dal cilindro il meglio del rispettivo repertorio: Pronger è di gran lunga il miglior marcatore tra i difensori e ha ridotto il numero di penalità inutili delle quali era spesso vittima a St. Louis, Peca è tra i migliori centri difensivi dei Play Off, Pisani si è riscoperto goleador (9 reti), Stoll è implacabile agli ingaggi, Roloson ha eliminato la ruggine accumulata a Minnesota e si sta esprimendo ad altissimi livelli. Smyth, infine, si sta rivelando il vero trascinatore di questa squadra, un lottatore indomito e straordinario.
Le premesse (Carolina o Buffalo permettendo) sono dunque ottime. Dopo la dinastia dei Gretzky, dei Messier, dei Tikkanen e dei Kurri, un nuovo gruppo è pronto a decollare verso la gloria.