Smyth e Roloson, due dei protagonisti della grande vittoria Oilers
Per spiegare la qualificazione degli Edmonton Oilers ai danni dei San José Sharks bastano un nome e un cognome: Ryan Smyth. Certo, Roloson ha parato tutto, pur con uno stile talvolta non proprio ortodosso, Pronger ha prima controllato e poi annullato Thornton, Horcoff ha realizzato reti puntuali e decisive e Peca è tornato il centro difensivo dei tempi d'oro. Smyth, però, ha impersonato la voglia di vincere: mai un cambio giocato al risparmio, mai un'esitazione nel piantarsi a ridosso di Toskala, mai un disco sprecato malamente. Semplicemente grandissimo.
I petrolieri, come se non bastasse la superiorità dimostrata a partire da Gara 4, sono riusciti persino a sovvertire il vecchio detto “chi sbaglia paga”. Nella decisiva Gara 6, infatti, hanno presentato in ben sette occasioni un uomo da solo davanti a Toskala, ma il portiere finlandese è sempre uscito vincitore da questi duelli. Gli squali, però, dopo la sconfitta nel terzo tempo supplementare subita in Gara 3, sono apparsi stanchi, incapaci di mantenere un ritmo accettabile su tutto l'arco dei 60 minuti.
Gara 6 non ha fatto eccezione. Pur essendo stata la partita meno intensa della serie, Marleau e compagni parevano perdere convinzione a ogni pattinata e anche i minuti finali, giocati disperatamente all'attacco, erano privi del fuoco sacro che normalmente sospinge le squadre con l'acqua alla gola. Dopo la straordinaria rincorsa ai Play Off messa in atto sul finire della Regular Season, probabilmente, i serbatoi erano vuoti.
Gli uomini di MacTavish, con il loro forechecking soffocante, sono stati bravi ad approfittarne. La rete del 2 a 0 in Gara 6, in questo senso, è stata emblematica. Con la coppia di difensori McLaren e Carle comodamente in possesso del disco dietro la gabbia di Toskala, Smyth (rieccolo) e Harvey, invece di temporeggiare attendendo l'impostazione del gioco, hanno aggredito i due terzini avversari con un'azione perfettamente sintonizzata. Risultato: disco recuperato e servito a uno smarcatissimo Horcoff.
La marcia in più innestata dai petrolieri ha fatto sbandare in primo luogo la tanto temuta linea di Thornton e Cheechoo. Se nella serie contro Nashville e nelle prime due partite contro Edmonton era ancora riuscita a fare la differenza, con il passare delle partite è stata progressivamente annullata da Pronger (in formato francobollo su Thornton) e compagni. Il calo dei migliori giocatori degli squali ha influenzato direttamente il Power Play della squadra che, con 2 reti su 35 opportunità , è risultato assolutamente disastroso.
Gli Oilers, inoltre, hanno potuto far valere una netta superiorità agli ingaggi, un momento di gioco spesso sottovalutato ma che consente di tenere in mano il pallino del gioco e di mettere sotto pressione l'avversario. Stoll e Horcoff, in particolare, hanno dominato i rispettivi dirimpettai permettendo alla propria squadra di rifiatare in fase difensiva e di insistere in fase offensiva.
I petrolieri, ottavi dopo la Regular Season, continuano quindi il loro straordinario cammino. Dopo aver regolato i favoritissimi Detroit Red Wings nei quarti di finale, hanno avuto la meglio anche sui San José Sharks, che alla vigilia sembravano inarrestabili. Sono ora attesi dagli Anaheim Mighty Ducks, finalisti altrettanto sorprendenti.
Gli Sharks, invece, devono abbandonare la compagnia proprio sul più bello. Ma una cosa è certa: nei prossimi anni li rivedremo spesso a maggio inoltrato. Non dimentichiamo, infatti, che oltre ai giovanissimi (e promettentissimi) Bernier, Michalek, Carle, Gorges e Goc, anche i leader Marleau (1979), Cheechoo (1980), Thornton (1979) e Hannan (1979) hanno ancora carriere lunghissime davanti a loro. Gli squali, insomma, devono ancora iniziare a mangiare…