Daniel Briere continua ad andare a segno, e i Sabres avanzano in Finale di Conference!
I Buffalo Sabres ci stanno prendendo gusto. Dopo aver scardinato senza troppe difficoltà lo statico dispositivo difensivo dei Philadelphia Flyers, la squadra di Lindy Ruff ha fatto saltare anche il mix di potenza fisica e velocità degli Ottawa Senators e, sull'onda dell'entusiasmo, si appresta a lanciarsi in un'avvincente finale di Conference contro i Carolina Hurricanes.
La vittoria in Gara 4 dei senatori non ha scalfito di un millimetro la determinazione di Brière e compagni, che hanno risposto per le rime chiudendo il conto con il terzo trionfo ai tempi supplementari su quattro vittorie, questa volta grazie a una rete di Pominville. Analizzando la serie si scopre che tutte le partite si sono concluse con una sola rete di scarto. In verità , però, a parte il pazzo primo incontro, le restanti gare sono sembrate saldamente nelle mani delle sciabole di Buffalo, che a tratti hanno controllato gli eventi con incredibile sagacia tattica.
I Sabres, in questo momento, sono di gran lunga la squadra più spettacolare tra quelle rimaste in lizza per l'agognata Stanley Cup. Il loro gioco frizzante ha messo costantemente in grave difficoltà una squadra come Ottawa che, durante la Regular Season, aveva a sua volta dimostrato di poter girare ad altissimi regimi.
La profondità dell'organico di cui dispone Ruff, inoltre, è a dir poco impressionante. Dei 21 giocatori schierati dal tecnico nel corso di questi primi due turni, il solo Novotny (che però ha giocato solo due partite) non è ancora riuscito a realizzare almeno un punto. Dai 13 punti di Drury e Brière al singolo assist raccolto dal difensivissimo Fitzpatrick, tutti gli altri hanno contribuito in fase di realizzazione.
Ancor più emblematica la statistica relativa ai Game Winning Goals: le otto reti vincenti che hanno fruttato il passaggio di due turni, infatti, sono state realizzate da sette giocatori diversi (due Kotalik e una a testa Brière, Connolly, Drury, Hecht, Dumont e Pominville).
Questa edizione dei Buffalo Sabres, insomma, sembra molto più squadra di quella giunta fino alla finalissima contro i Dallas Stars nel 1999. Se allora ci si affidava a un sistema ultradifensivo e, soprattutto, a un Hasek in vena di miracoli, quest'anno la franchigia del GM Darcy Regier appare completa in ogni reparto: solida nelle retrovie (bravo Miller pur con qualche passaggio a vuoto, fantastica la coppia Tallinder-Lydman nel controllare la miglior linea avversaria, encomiabile McKee nel bloccare valanghe di tiri) e inarrestabile all'attacco (quasi quattro reti in media a partita).
Gli Ottawa Senators, dal canto loro, non hanno fatto altro che confermare il trend delle ultime stagioni. Squadra indomabile durante la Regular Season, i senatori sembrano sciogliersi come neve al sole quando si comincia a fare sul serio.
Emery, è vero, non è stato irreprensibile nelle prime partite contro Buffalo, ma le responsabilità dell'eliminazione non possono gravare solo sulle sue giovani spalle: Alfredsson, per esempio, non si è riproposto ai suoi consueti livelli, Havlat ha finito le munizioni contro Tampa Bay, Heatley è sparito sul più bello, Volchenkov è stato imbarazzante in alcune (mancate) chiusure difensive. Una squadra costruita per mettere le mani sul trofeo più ambito, insomma, ha deluso per l'ennesima volta nel momento chiave della stagione.
Capolinea per Ottawa, Buffalo avanti tutta quindi. Il Luna Park Sabres non ha ancora deciso di chiudere.