Sharks â€â€œ Oilers (serie: 2-2)

Molto ruvida la sfida fra Sharks e Oilers!

I Play Off, non è un segreto, sono sinonimo di gioco duro, di forechecking senza pause. È vero, ci sono squadre che prediligono un hockey più basato sul pattinaggio, sulla velocità , sull'eleganza. Ma quando si chiude la Regular Season e la Stanley Cup comincia a delinearsi là  in fondo, luccicante, l'intensità  e la disponibilità  al sacrificio sono requisiti imprescindibili. Guai lasciare un centimetro all'avversario, guai mollare anche solo per qualche secondo.

I San José Sharks ammirati nelle prime due partite delle semifinali di Conference contro gli Edmonton Oilers avevano sintetizzato alla perfezione quanto una squadra deve fare per uscire vincitrice a questo punto della stagione. In due incontri tutto sommato equilibrati, i californiani avevano battuto i canadesi proprio sul piano dell'intensità : cariche sempre portate a compimento, pressing altissimo e incessante, attaccanti disposti ad appostarsi nello slot, dove le bastonate a tradimento sono una routine.

È stato quindi per lo meno sorprendente assistere a una Gara 3 nella quale gli squali sono sembrati meno famelici, quasi avessero la pancia piena dopo aver percorso solo metà  di un cammino da completare con quattro vittorie. Certo, in pista c'erano anche gli Oilers. I petrolieri, infatti, capita la lezione, si sono presentati sul ghiaccio decisi ad aggredire chiunque fosse vestito di turchese.

Uno sguardo alla statistica dei check dimostra in maniera emblematica la trasformazione: se nelle prime due partite Pronger e compagni avevano distribuito 49 cariche, in Gara 3 le hit sono state ben 38. Mi direte: bella forza, l'incontro si è concluso al terzo tempo supplementare, hanno giocato praticamente due partite. Verissimo, ma allora come spiegare che gli Sharks hanno sfornato solo 17 check, contro i 23 di Gara 2 e i 44 di Gara 1?

Semplicemente, è come se le due formazioni si fossero scambiate le maglie. Gli Edmonton, presi a sportellate in California, hanno reagito con le stesse armi nell'Alberta. I San José, squali voraci tra le mura amiche, si sono trasformati in amichevoli delfini nella prima partita in terra canadese. Nieminen, in particolare, acquistato sul finale di Regular Season proprio per la sua capacità  di trascinare i compagni distribuendo check neanche fossero cioccolatini, ha passato una serata da mansueto agnellino, dopo aver giocato due partite in formato palla da bowling con gli avversari colpiti come birilli (20 cariche).

Quasi avessero sottoscritto un temporaneo armistizio per ricaricare le pile dopo le prime tre partite, Oilers e Sharks hanno dato vita a un primo tempo di Gara 4 intenso sì sul piano delle azioni di gioco, ma meno sul piano fisico. I San José si sono trovati in avanti di due reti quasi senza volerlo e gli Edmonton, senza forzare troppo il ritmo, sono riusciti per lo meno a ridurre le distanze.

Poi, con l'inizio del secondo periodo, l'apoteosi. Le cariche alla balaustra hanno ricominciato a fioccare, i capovolgimenti di fronte a susseguirsi senza soluzione di continuità . In breve, uno spettacolo.

Un tourbillon di emozioni che ha coinvolto chiunque: da Pronger, che commette un errore in fase di impostazione subito punito da Cheechoo, a Toskala, che si lancia in un'improbabile gara di velocità  con Samsonov a caccia di un disco vagante che gli costa il gol del pareggio. Da Smith, terzino ultradifensivo inconsueto autore di una rete e due assist, a Stoll, che sbaglia un tiro fracassando il bastone sul ghiaccio ma il disco, lemme lemme, si infila alle spalle di un sorpresissimo Nabokov (subentrato a Toskala).

Quando gli squali sembravano tenere per il collo i petrolieri, quindi, ecco riapparire gli Oilers che avevano eliminato i Red Wings, grintosi e determinati. La serie torna dunque in California in perfetta parità  e, in vista di Gara 5, non perderà  certo di intensità , anzi.

Gli Oilers, in questo momento, sembrano avere più benzina nei serbatoi rispetto agli Sharks. Spinti anche dal rumorosissimo pubblico del Rexall Place, in Gara 4 gli uomini di MacTavish pattinavano con una marcia in più rispetto agli avversari. Ma, si sa, nell'hockey basta pochissimo, una carica ben data, una deviazione fortuita che va a buon fine, ed ecco cambiare l'inerzia della partita.

Chi si aggiudicherà  il primo match-point della serie? Non ci resta che attendere, le emozioni non mancheranno di certo.

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