Wade Redden mantiene accese le speranze dei Senators
Se dovessero chiedervi di spiegare cos'è l'hockey su ghiaccio, mostrate la cassetta del primo tempo giocato dai Buffalo Sabres in Gara 3. Semplicemente strabiliante. Movimento continuo da parte dei cinque uomini in pista, azioni ubriacanti, passaggi al millimetro. Unica pecca, la poca concretezza, altrimenti il discorso sarebbe stato chiuso dopo 20 minuti.
I poveri Senators, attoniti di fronte a tanta superiorità , vedevano sbucare avversari da ogni angolo della pista. Il macchinoso Chara, in particolare, appariva una versione hockeystica di Gulliver circondato da lillipuziani scatenati. Per fortuna dei senatori, una volta giunti a ridosso di Emery Brière e compagni sembravano perdere improvvisamente lucidità , spesso mancando addirittura lo specchio della porta avversaria.
Contenti di andare al primo riposo sotto di una sola rete (deviazione ravvicinata di Drury), i Senators uscivano dallo spogliatoio determinati a non soccombere e, dopo il pareggio realizzato da Spezza in doppia superiorità numerica, la partita si avviava sui binari di un perfetto equilibrio, spezzato solo dalla rete di Dumont, abile a sfruttare un disco vagante dopo poco più di cinque minuti nel tempo supplementare.
Dovendo fare a meno di Connolly dopo la dura carica subita da Schaefer in Gara 2, Ruff aveva sorpreso tutti inserendo Novotny e non Vanek, che sembrava invece la scelta più logica. Il giovane ceco lo ha ripagato con una prestazione estremamente disciplinata, giostrando con profitto in oltre tre minuti e mezzo di inferiorità numerica.
Murray, dal canto suo, aveva optato per il tedesco Schubert in sostituzione dell'infortunato Volchenkov e aveva ricomposto la linea Heatley-Spezza-Alfredsson, scomposta nelle prime partite per dare più profondità all'organico. L'attenzione generale, tuttavia, era rivolta alla prova di Emery, riconfermato dopo le ultime opache prestazioni. Ebbene, malgrado qualche respinta corta di troppo, il portiere dei Senators è apparso rinfrancato, più sicuro e (va detto) più protetto dai colleghi di difesa.
La buona prestazione gli è valsa la conferma anche nella (potenzialmente) decisiva Gara 4, benché gli intensi allenamenti ai quali in questi giorni si era sottoposto Hasek avessero lasciato credere che il suo debutto fosse imminente. L'imperturbabile Emery, invece, si è ripresentato sul ghiaccio e con una prestazione maiuscola ha tenuto a galla i senatori.
La partita è stata contraddistinta da un primo tempo di netta marca Senators, che hanno bombardato il malcapitato (e bravissimo) Miller con la bellezza di 18 tiri (a 7), riuscendo a passare in vantaggio in entrata con Pothier. Il secondo tempo, invece, è stato di segno opposto. I Sabres, infatti, sono tornati sul ghiaccio disposti a rendere pan per focaccia e hanno a loro volta preso d'assalto Emery con un parziale di 16 tiri a 3, raggiungendo il meritato pareggio con Brière. In una terza frazione all'insegna del perfetto equilibrio, infine, solo un tiro di Redden deviato da Tallinder ha fatto pendere la bilancia dalla parte dei canadesi.
Basterà questa partita per insinuare il dubbio tra i Sabres? Difficile, considerando che nel primo turno Drury e compagni avevano reagito come se niente fosse a due vittorie consecutive dei Flyers. I Senators, in ogni caso, hanno dimostrato prima di tutto a loro stessi di avere le potenzialità per girare la serie. A livello di pattinaggio e di potenzialità offensive non sono certo inferiori agli avversari e, nelle due gare giocate a Buffalo, Emery si è portato per lo meno ai livelli del dirimpettaio Miller.
Appuntamento quindi a Gara 5 per una serie che non ha certo già esaurito le emozioni.