Rod Brind'Amour, ancora a segno nei Playoff
L'hockey sul ghiaccio è imprevedibile: se da un lato questa legge serve ad illustrare il sorprendente 3-0 di Carolina su New Jersey, dall'altro ci dice che la serie ancora non è finita. Certo, gli Hurricanes non sono così fragorosamente in vantaggio per caso, ma i Devils non sono quel tipo di squadra che si scoraggia facilmente e prima di alzare bandiera bianca darà tutto. A partire da Gara 4, alla Continental Airlines Arena.
GARA 1: Devils @ Hurricanes 0-6
Sabato 6 maggio l'attesa serie tra Carolina e New Jersey inizia in un RBC Center gremito in ogni ordine di posto. Le due squadre che si fronteggiano vengono entrambe da 4 vittorie di fila, con due portieri in un periodo di forma invidiabile (leggi Ward e Brodeur) e con un tipo di gioco talvolta speculare. Così a volte bastano gli episodi per far spostare l'inerzia della partita da un lato piuttosto che da un altro e in questo senso si inquadra la fortuna sfacciata di Ray Withney: già autore di un gol fortunato nella serie contro gli Habs, il 34enne canadese non pare averne abbastanza.
Nel primo periodo fa uno sterile tiro contro Brodeur il quale respinge il puck inavvertitamente su Lukowich che di fatto fa un autogol. Non abituati a stare sotto, non almeno nelle ultime 15 partite che i Devils hanno vinto tutte, gli ospiti vanno un po' in confusione e Brodeur non dà una mano ai suoi compagni quando mette dentro la sua gabbia un puck vagante messo in mezzo ancora da Whitney. A questo punto avviene la reazione dei ragazzi di coach Lamoriello ma dopo aver gettato alle ortiche un paio di powerplay interessanti, gli Hurricanes trovano il fondamentale gol del 3-0: con Langenbrunner in panca puniti per hooking, Eric Staal batte il goalie avversario dopo aver ricevuto il puck da una contesa vinta da Brind'Amour.
A quel punto la franchigia del North Carolina gioca sul velluto e ciò che viene fuori è solo una brutta figura di Brodeur battuto ancora da Stillman, Weight e Brind'Amour: 5 dei 6 gol di Carolina sono arrivati in powerplay, smentendo l'attitudine più che buona dei Devils nel penalty killing. Sullo scadere c'è tempo per vedere a difesa della gabbia ospite Clemmensen, ma il goalie più celebrato è Ward, autore del suo primo shutout in carriera in una partita dei playoff. Vista anche la rissa tra Janssen e Commodore e la voglia di rivalsa di Brodeur, la seconda gara della serie si preannuncia bollente!
GARA 2: Devils @ Hurricanes 2-3 OT
Due giorni prima i 34 anni compiuti da Brodeur non avevano portato bene al portiere canadese e a tutta la sua squadra, visto il pesante 6-0 patito. L'8 maggio, invece, a spegnere 34 candeline è Ray Whitney, l'eroe di Gara 1, e la musica non cambia: Carolina vince ancora, New Jersey va sotto di 2-0 nella serie. Certo però che è stata una partita incredibile, condita da ottime giocate e da episodi rocamboleschi.
I primi due gol della partita sono stati eccezionali, frutto di precisi e veloci passaggi: il primo gol degli ospiti lo firma Langebrunner che finalizza un'azione superba in cui partecipano un po' tutti i giocatori presenti sul ghiaccio. Il pareggio degli Hurricanes arriva in powerplay sullo scadere del secondo periodo e anche in questo caso la realizzazione è frutto di una bella giocata della terza linea: Weight per Whitney che fulmineo la da a Recchi che batte Brodeur.
L'ultimo terzo viene giocato in apnea e quando Gomez a meno di 30 secondi dalla fine riesce a soprassedere sulla marcatura di Commodore e infila Ward tutti, ma proprio tutti, pensano sia finita. Niente affatto perché Staal, con l'extra attacker, riesce a trovare un insperato gol del pareggio a 3 secondi dalla sirena e manda così la partita all'overtime, il primo per New Jersey in questi playoff. Il periodo extra fiacca gli ospiti che subiscono subito l'offensiva dei Canes e alla fine questi trovano il prezioso gol vittoria: ancora una volta una giocata fortunata, ma questa volta di Wallin. “Non so cosa sia successo” si è limitato a dire il difensore svedese che ha battuto Brodeur mentre gli correva contro: un impatto fortuito col disco che s'è andato a infilare sotto le gambe del forte goalie avversario.
GARA 3: Hurricanes @ Devils 3-2
La gente di East Rutherford prima dell'inizio di questa serie pensava a tutto tranne che i Devils avrebbero soccombuto per 3 partite a zero dopo appena 180 minuti di hockey. Le statistiche, in questo senso, non facevano prevedere questo tipo di risultati: i Devils non hanno mai subito il cappotto nella loro storia ai playoff, né gli Hurricanes avevano mai condotto per 3-0 una serie. Dopo queste tre partite invece gli statistici possono concentrarsi su altri numeri: solo 2 squadre nella storia della NHL hanno ribaltato un 3-0 e solo un altro portiere insieme allo stupefacente Cam Ward (stiamo parlando di Tiny Thompson sul finire degli anni '20) aveva vinto tutte quante le prime sette partite disputate in carriera nella post-season.
Per cui onore e merito ai Canes che sono scesi su un rink infuocato eppure non hanno fatto una grinza: in svantaggio per opera del gol di Brylin, gli ospiti hanno risposto con un uno-due fulminante. Prima Cullen in powerplay, poi Williams hanno bucato Brodeur, non impeccabile in avvio di gara (i due gol sono arrivati nei primi 5 tiri di Carolina). Nel secondo periodo si sveglia anche il powerplay di New Jersey, finalizzato dal gol del top-scorer di questi playoff, il ceco Elias (era ancora a secco in termini di gol in questa serie).
L'equilibrio è stato infine definitivamente rotto dal solito Rod Brind'Amour, sesto gol per lui in questi playoff, che riesce a deviare un puck vagante scagliato verso la porta dei padroni di casa da Staal e impercettibilmente deviato da Brylin. Ancora un gol fortunoso, si potrebbe dire, ma la realtà è un'altra: il game winning gol è arrivato in powerplay, quasi la norma per i Canes in questi playoff (14 gol in powerplay su 48 occasioni, quasi il 30%) che d'altra parte stanno facendo fare una brutta figura agli special teams dei Devils.
Oltre al penalty killing anche il powerplay imbastito da coach Lamoriello fa acqua (nel terzo periodo, nonostante 4 minuti pieni di superiorità numerica, i padroni di casa non hanno saputo fare che 7 tiri) e se si aggiunge l'imprecisione degli attaccanti (Langenbrunner su tutti) la frittata è servita.