Cheechoo e Thorton, la fantastica coppia degli Sharks
In una Western Conference a dir poco rivoluzionata dopo il primo turno (erano quasi trent'anni che i primi quattro della Regular Season non venivano eliminati in blocco), i San José Sharks hanno ora assunto il ruolo della testa di serie e si apprestano ad affrontare gli Edmonton Oilers, reduci dalla spettacolare quanto inattesa eliminazione dei Detroit Red Wings, da molti addetti ai lavori indicati come i principali candidati alla vittoria finale.
Dopo aver finito la stagione regolare con una fantastica rimonta guidata dalla terribile coppia Cheechoo (il braccio) e Thornton (la mente), nel primo turno gli squali della California hanno sbranato i predatori di Nashville in un duello tra "carnivori". Dopo una sconfitta in Gara 1, la compagine di Ron Wilson ha preso in mano le redini del confronto chiudendo la serie in cinque partite.
I petrolieri di Edmonton, invece, hanno fatto rivivere ai propri sostenitori un'atmosfera da fine anni '80, quando i trionfi erano la normalità per una squadra che poteva schierare Gretzky, Messier, Kurri e Coffey. Una disciplina tattica adottata in maniera maniacale ha permesso di sfiancare i numerosi ultratrentenni di Detroit (Chelios, Shanahan, Yzerman, lo stesso Lidstrà¶m) e di imbrigliare i giovani rampanti (Datsyuk, Zetterberg).
Inutile dire quale sarà l'asso nella manica sul quale punterà San José. Basta dare un'occhiata alla classifica marcatori della Regular Season per intuire che lo straordinario potenziale offensivo dei californiani risulterà determinante anche nel secondo turno dei Play Off.
E non traggano in inganno le statistiche di Thornton: schierato con il fido Cheechoo e, novità dei Play Off, con Mark Smith, l'ex capitano dei Boston Bruins ha sì realizzato "solo" quattro assist, ma il suo apporto è stato ugualmente tangibilissimo. Identificato come il nemico numero uno dai difensori di Nashville e quindi raddoppiato sistematicamente in marcatura, grazie alla sua potenza fisica ha conquistato un gran numero di penalità , prontamente sfruttate dal devastante Power Play degli squali. Come se non bastasse, le attenzioni rivolte a Thornton hanno concesso maggiore libertà d'azione alla seconda linea composta da Marleau, Bernier e Michalek, che alla fine è risultata decisiva per la qualificazione.
Gli Oilers, dal canto loro, si sono dimostrati alquanto duttili. Raggiunto l'ottavo posto con uno stile di gioco arioso e basato sulle qualità di pattinaggio dei vari Samsonov, Horcoff, Hemsky, Stoll, Smyth e Dvorak, la squadra del brillante MacTavish ha adottato una tattica diametralmente opposta nella serie contro Detroit, attendendo le sfuriate offensive dei Red Wings sulla propria linea blu e ripartendo in contropiede. Lo stesso portiere Roloson, prelevato ad aprile dai Minnesota di Lemaire, il papà del "trappolone", ha dichiarato di essersi inserito alla perfezione nello stile di gioco degli Oilers proprio perché molto simile a quello dei Wild.
Volendo azzardare un confronto tra le due squadre, se gli Sharks godono di un attacco superiore alla media, gli Edmonton sembrano avere la meglio nelle retrovie. Roloson gode di maggiore esperienza del pur bravissimo Toskala, che verosimilmente continuerà ad essere preferito a Nabokov. Il sestetto di difensori degli Oilers (Pronger, Staios, Bergeron, Tarnstrà¶m, Spacek, Smith), inoltre, quando è al completo è forse il migliore dell'intera Lega. Pronger, in particolare, con una straordinaria serie contro Detroit è riuscito a spogliarsi della reputazione di essere un fuoriclasse soltanto nella Regular Season.
Per riuscire nell'impresa di approdare alla finale di Conference partendo dall'ottavo posto, però, Ryan Smyth e compagni non dovranno incorrere negli errori commessi dai Trashers. La contraerea a disposizione andrà quindi distribuita su tutte le bocche da fuoco degli squali per evitare che, dopo aver messo la museruola a una linea, se ne scateni un'altra.
Sulla carta, quindi, la serie che ci apprestiamo a seguire potrebbe essere la più equilibrata del lotto di semifinali. Dalla loro gli Edmonton hanno il fatto di essere già entrati, in un certo senso, in clima Play Off. L'impresa contro Detroit ha permesso di constatare la disponibilità delle stelle della squadra a sacrificarsi sull'altare del risultato, all'insegna di Horcoff, gettatosi sul ghiaccio a volto in avanti per bloccare una staffilata di Lidstrà¶m negli ultimi secondi di Gara 5. Avendo affrontato un impegno tutto sommato meno impegnativo nel primo turno, invece, gli Sharks non si sono ancora visti costretti a sviluppare la mentalità da "cuore oltre l'ostacolo" tipica dei Play Off.
Anche se sentivamo già l'acquolina in bocca in vista di un infuocato derby dell'Alberta (Calgary-Edmonton), la sfida tra squali e petrolieri non sarà certamente da meno in quanto a intensità . In palio c'è la finale di Conference, i Play Off stanno entrando nel vivo!