Joe Sakic guiderà gli Avalanche contro Dallas
Dopo una stagione altalenante, condita da più delusioni che soddisfazioni, i Colorado Avalanche si presentano ai blocchi di partenza per il titolo di Conference come settima classificata. Una posizione che gli regala l'abbinamento ai quarti di finale con i temibili e sempre ostici Dallas Stars. Ripetizione e possibile rivincita dello stesso turno della passata stagione, quando gli Avalanche si imposero in 5 partite (4-1).
La regular season si è conclusa in calando per entrambe le formazioni (4 vittorie e 6 sconfitte nelle ultime 10). La squadra del Texas ha chiuso il discorso qualificazione già da parecchio tempo e si è permessa il lusso di schierare nuovi giocatori e nuove linee per poter provare soluzioni diverse. Ma togliendo minuti di gioco alle stelle della squadra e al goalie Marty Turco (41-19-5) in primis, i risultati non sono arrivati, perdendo così le ultime tre trasferte della stagione.
Agli Avalanche è andata ancora peggio. In lotta fino alla fine per un posticino tra le otto grandi della Western, il momento magico vissuto nel mese di marzo, che ha fatto sperare in qualcosa di più, si è dissolto nel nulla. Con 5 sconfitte nelle ultime 7 partite, i ragazzi di coach Quenneville stavano per buttare all'aria un'intera stagione. Il debutto tra i pali del goalie Theodore, arrivato infortunato da Montreal a gennaio in cambio di Aebischer, non è stato all'altezza del suo nome e ha segnato un record negativo di 1-2-1.
Ma che serie ci possiamo aspettare da queste due formazioni?
Il mio pronostico è che non si chiuderà in 4 gare secche, ma se la giocheranno fino a gara 7. Probabilmente la spunterà Dallas ma non ci scommetterei neanche un euro.
Quest'anno le due squadre si sono affrontate 4 volte e il bilancio è a favore dei texani con 3 successi contro 1. Ma nonostante la superiorità evidente di Dallas mostrata durante le 82 partite di regular season (Stars 112 punti, Avs 95 punti) i playoff sono tutt'altra musica e i capitani delle due formazioni lo sanno bene.
Saranno proprio loro, Mike Modano e Joe Sakic, a fare la differenza, da una parte o dall'altra, per il passaggio del turno. Entrambi capitani delusi dai Giochi Olimpici di febbraio, dovranno dimostrare che i grandi campioni si vedono nel momento del bisogno.
Iniziamo dal primo:
Modano ha avuto un'annata costante, ha giocato 78 partite registrando 77 punti frutto di 27 goal e di 50 assist, tornando così agli stessi livelli del 2002/03 e cancellando la stagione nera del 2003/04. Il +22 finale nel plus/minus è ottimo: con lui sul ghiaccio la squadra ha girato alla perfezione.
Al servizio di capitan Mike c'è una squadra veramente Stellare: Brenden Morrow (23G 42A, 65 punti), che ha solo bisogno di passare meno tempo in panca puniti per fare il grande salto di qualità ; Jason Arnott (32G 44A, 76 punti) è stata la bella sorpresa dell'anno e se la favola continua in post-season saranno dolori per tutti; Jussi Jokinen (17G 38A, 55 punti) ha confermato la buona annata dei rookie e dei finlandesi; Jere Lehtinen (33G 19A, 52 punti) alla sua miglior stagione in NHL. Senza dimenticare uno dei difensori più offensivi della lega (secondo solo allo svedese Lidstrom): Sergei Zubov, capace di 13G e 58A per un totale di 71 punti.
Torniamo a Colorado:
Sakic ha avuto alti e bassi, riflettendo perfettamente l'andamento della sua squadra. A marzo c'è stato l'apice del suo rendimento con 22 punti (8g e 14A) in 12 partite; poi un calo improvviso nelle ultime 6 partite di campionato (1G e 2A) ha messo in crisi l'intero equilibrio tattico degli Avs. Tirando le somme, l'annata di Sakic è lo stesso positiva, con un totale di 87 punti (32 goal e 55 assist) è il giocatore al top delle classifiche della franchigia.
Nonostante l'attacco di Colorado sia stato uno dei più prolifici dell'intera NHL (quarto posto dietro a Detroit, Ottawa e Carolina) con 283 goal, ad inserire più spesso il proprio nome nei tabellini dei marcatori, oltre al capitano, sono stati i soliti veterani: Alex Tanguay (29G 49A, 78 punti) e Milan Hejduk (24G 34A, 58 punti). Peccato che l'infortunio alle Olimpiadi del giovane rookie Marek Svatos (32G 18A, 50 punti in 61 partite) lo abbia tagliato fuori dai giochi per l'intera stagione (si parla di un possibile recupero per un eventuale secondo turno di playoff).
Andrew Brunette (24G 39A, 63 punti), Pierre Turgeon (16G 30A, 46 punti) e Ian Laperriere (21G 24A, 45 punti) hanno tolto le castagne dal fuoco molte volte durante la regular season e ci sarà bisogno ancora dei loro miracoli per la post season, soprattutto nel gioco in superiorità numerica.
I 1.484 minuti di penalità inflitti a Dallas nell'arco della stagione (solo 1.152 per Colorado) sono un chiaro segnale del comportamento rissoso dei suoi giocatori e potrebbe diventare un bel vantaggio da sfruttare a proprio favore per il team canadese.
La sfida tra i blue-liner pende decisamente a favore di Dallas. Nonostante il buon apporto offensivo di Rob Blake (1G4 37A, 51 punti) e di John-Michael Liles (14G 35A, 49 punti) per Colorado, il loro plus/minus è decisamente poco rassicurante: +2 e + 5. Gli Stars godono invece dei favori del già citato Zubov e di Philippe Boucher (16G 27A, 43 punti) che possono contare su dei bei +20 e +28 finali.
Da non sottovalutare anche il fattore campo: mentre in casa le due squadre hanno avuto, più o meno, lo stesso rendimento (Dallas 28-11-2, Colorado 25-10-6), in trasferta gli Avs hanno raccolto molto poco (Dallas 25-12-4, Colorado 18-20-3) e andare a vincere sul ghiaccio americano non sarà certo facile.
Ma se tutte le statistiche sono a favore di Dallas perchè considerare la serie incerta fino alla fine?
Perchè è la prima serie dei playoff e le sorprese non mancano mai.
Perchè Colorado ha sempre dimostrato di saper cambiar marcia nella post-season (6 finali di Conference in 10 anni).
Perchè Dallas non ha avuto un gran finale di stagione.
Perchè nell'hockey su ghiaccio nessuna partita è scontata fino al sessantesimo minuto…e anche oltre.
Perché io sono un tifoso di Colorado e non voglio dare Sakic e compagni sconfitti già in partenza. E sapendo della superiorità di Dallas, è forse questo il motivo principale.