Andy McDonald, la sorpresa dei Mighty Ducks
Uno degli accoppiamenti più incerti, forse il più incerto in assoluto, di questi playoff 2005/06 è Calgary-Anaheim. Vuoi perchè durante la stagione si sono divisi la posta nei 4 scontri diretti disputati, vuoi perchè i Mighty Ducks arrivano da un finale di stagione strepitoso (15 vittorie nelle ultime 22 partite), vuoi perchè una squadra prettamente offensiva (Anaheim) incontrerà una strettamente difensiva (Calgary).
Fare un pronostico su chi passerà il turno è davvero difficile, ma se devo sbilanciarmi dico Calgary, esattamente come 2 anni fa, quando questa sfida assegnava il titolo di Conference. Alla formazione canadese andrà il vantaggio non indifferente del campo, grazie ai 103 punti (46-25-11) conquistati durante la regular season, contro i 98 punti (43-27-12) che quella americana ha dovuto faticare per guadagnarsi la qualificazione.
I Mighty Ducks hanno infatti passato tutta la prima parte di stagione cercando il gioco ideale, necessario a far amalgamare il giovane roster. Poi, da gennaio, hanno cambiato marcia e la coppia Selenne – McDonald ha trascinato le papere californiane fino al sesto posto della Western Conference.
Il grande vecchio finlandese, approdato per la seconda volta ad Anaheim, ha riscoperto una nuova giovinezza e, grazie alle sue ginocchia che questa volta non hanno fatto i capricci, ha chiuso con 90 punti (40G 50A) e uno splendido +28. Ma la sorpresa dell'anno per la franchigia è però questo Andy McDonald che ha abbattuto il suo precedente record in carriera di 30 punti facendo segnare un'inimmaginabile 85 (34G 51A). Un passo avanti che se verrà confermato in questi playoff creerà non pochi problemi a tutti i suoi avversari.
Le stelle che hanno portato Anaheim all'ultima finale di Conference (Petr Sykora, Sergei Fedorov, Steve Rucchin, Keith Carney e Sandis Ozolinsh) se sono andate per limiti di età o per stipendi che facevano sforare il tetto salariale, ma le nuove leve ( Ryan Getzlaf , Corey Perry , Joffrey Lupul, Chris Kunitz e Andy McDonald) hanno già regalato tante soddisfazioni ai propri tifosi in questo primo anno; chiedergli ancora qualcosa di più è possibile ma bisognerà riconoscere i loro meriti anche in caso di sconfitta.
Il punti deboli della squadra, a mio avviso, sono fondamentalmente due.
Uno è la difesa. Dietro a Scott Niedermayer (13G 50A, 63 punti), che ha disputato finora una stagione degna del Norris Trophy, la difesa dei Ducks non è ancora testata per i playoff e, soprattutto, non è ancora all'altezza di quella dei loro avversari.
Il secondo è proprio questo roster giovane che ha stupito tutti. L'esperienza di partite “dentro o fuori” maturata da questi giocatori è scarsa, per non dire inesistente, e come sappiamo bene il fattore “calma e sangue freddo” è fondamentale nella post-season.
Arriviamo quindi al punto principale per cui ho deciso di puntare su Calgary: il tallone d'Achille di Anaheim, l'esperienza, è il punto di forza della squadra canadese.
Anche i Flames, come quasi tutte le franchigie arrivate alla post-season, ha faticato a trovare la forma giusta e ha passato un brutto inizio di stagione. A finire sotto i riflettori dei critici c'era proprio quel Miika Kiprusoff che poi si è rilevato l'arma vincente della squadra.
Da un certo punto in avanti, la difesa di Calgary è stata qualcosa di eccezionale: Kiprusoff ha chiuso con 42 vittorie, 10 shutout, .923 di salvataggi e 2.07 goal subiti di media; il rookie Dion Phaneuf si è rilevato un blu-liner dal futuro assicurato e con 49 punti (20G 29A) è stato il numero uno della franchigia, anche se rimane da migliorare il non entusiasmante +5 finale; Robyn Regehr, Jordan Leopold, Andrew Ference e Roman Hamrlik completano il reparto difensivo più invidiato delle lega.
La nota stonata, ma forse neanche tanto visto la tattica di gioco di coach Darryl Sutter, arriva ancora dall'attacco. Dico “ancora” perchè anche lo scorso campionato lo era e, nonostante questo, sono arrivati a giocarsi gara 7 della finale per la Stanley Cup.
Jarome Iginla è incappato in una vera e propria stagione “no”, alternando settimane di grande hockey con mesi di autentico anonimato, e con soli 67 punti (35G 32A) ha fatto registrare la peggior annata dal lontano 1999/2000 (63 punti). I suoi compagni di reparto non sono riusciti a sopperire a questa mancanza di punti ma ognuno ha fatto lo stesso il proprio onesto lavoro, senza infamia e senza lode: Daymond Langkow, Matthew Lombardi, Tony Amonte. Tutti giocatori che la sanno lunga su come si gioca sul ghiaccio bollente dei playoff.
Analizzando le statistiche di squadra, se dal lato PP e PK le due formazioni si equivalgono (18.1% e 83.5% per Anaheim – 18.2% e 84.3% per Calgary), dal lato del rendimento casalingo i Flames non hanno rivali e possono sfoggiare un record tra le mura amiche di 30-7-4, che oltre a risultare il migliore della NHL (a pari merito con Carolina), contrasta fortemente con il mediocre 17-17-7 che i Mighty Ducks hanno marcato quest'anno in trasferta.
Tirando le somme, è probabile che la squadra della California riesca a togliersi qualche soddisfazione, ma alla fine saranno i canadesi a passare il turno. Poco male, se c'è una cosa che non manca a questi giovani Mighty Ducks è proprio il tempo. E di tempo per imparare, per fare esperienza e per sapersi muovere nelle sabbie mobili della post-season… ne hanno parecchio.