Un anno tra le stelle

Yanic Perreault, grandiosa la sua annata coi Predators

Con la conclusione della Regular Season, si chiude anche l'annata di "All'ombra delle stelle".

In un mondo sportivo che troppo spesso osanna i fuoriclasse ma dimentica chi, lontano dalla luce dei riflettori, contribuisce al loro status di fenomeni, i 23 appuntamenti settimanali di questa rubrica volevano rappresentare un omaggio a chi si accolla il cosiddetto "lavoro sporco", a chi si getta davanti a un tiro, a chi segue come un segugio i migliori giocatori avversari, a chi vince ingaggi delicati.

Da grandi appassionati, viviamo l'approssimarsi dei Play Off con crescente attesa. È il momento del tutto o niente, del dentro o fuori. Il gioco si fa duro, nessun dettaglio va lasciato al caso. È il periodo della stagione in cui, spesso, un giocatore poco quotato ma disposto a gettare il cuore oltre l'ostacolo assurge a protagonista, rivelandosi la carta vincente.

Tra i 23 giocatori presentati da "All'ombra delle stelle" potrebbe quindi celarsi colui che, dal nulla, trascinerà  i compagni alla Stanley Cup. In una rapida carrellata, vediamo dunque come si sono comportati nel corso della Regular Season.

1) Michael Ryder (voto 6,5): le stelle della squadra, Kovalev e Koivu, hanno vissuto una stagione di alti e bassi. Ryder si è rivelato il giocatore più continuo, pur restando leggermente al di sotto dei livelli della stagione precedente.

2) Sean Avery (voto 6.5): 39 punti per un agitator sono una manna dal cielo (ha segnato più di Robitaille e di Roenick). Il tutto, senza tralasciare di far sentire la sua presenza sul ghiaccio (8 fight). Perde almeno un voto per la mancanza di disciplina (soprattutto fuori dal ghiaccio) che continua a limitarlo. Ha finito la stagione in tribuna.

3) Mike Grier (voto 6): un discreto bottino di 22 punti, ma un -8 in una squadra dal percorso estremamente positivo. Sembra aver abbandonato il gioco fisico (la sua peculiarità ), per giocare col fioretto. In vista dei Play Off sarà  meglio impugnare di nuovo la clava.

4) Fernando Pisani (voto 6,5): la disciplina fatta giocatore. Niente penalità  stupide, niente inutili fronzoli. Una discreta presenza difensiva (+5), un buon apporto offensivo (37 punti).

5) Bryan Berard (voto 5,5): come scritto a suo tempo, è già  un miracolo che possa scendere sul ghiaccio. Ma un -29 in una stagione di nuovo falcidiata dagli infortuni (solo 44 partite) è decisamente troppo.

6) Mikael Samuelsson (voto 7): 45 punti (il doppio del suo record precedente) e +27 in una squadra che, essendo una sorta di All Star Team, lascia poco spazio ai giocatori "normali". Per il General Manager Ken Holland (voto 10) è stato un vero e proprio colpo di genio pescarlo in Svizzera.


7) Manny Fernandez (voto 7) / Dwayne Roloson (voto 5,5):
il tandem si è rotto. Dopo aver diviso quasi chirurgicamente le presenze in porta, la stagione negativa di Roloson (solo 6 vittorie su 24 partite) ha di fatto assegnato i gradi di titolare all'ottimo Fernandez (30 vittorie, 2.29 gol subiti a partita). Un rendimento appena migliore ha poi permesso a Roloson, nel frattempo trasferitosi a Edmonton, di staccare un biglietto per i Play Off con gli Oilers.

8) Yanic Perreault (voto 7,5): 57 punti in 69 partite (record personale) e il consueto dominio agli ingaggi. Stagione semplicemente strepitosa.

9) Richard Park (voto 5): decisamente al di sotto delle attese, come del resto gli stessi Vancouver Canucks, clamorosamente eliminati dalla corsa ai Play Off. L'ascesa di Ryan Kesler e soprattutto di Jarkko Ruutu gli ha tolto spazio, ma Park ha fatto poco per riconquistarselo.

10) Steve Eminger (voto 5,5): partito a razzo (16 punti e +2 dopo 29 partite), ha misteriosamente perso smalto alla distanza, finendo con 18 punti e -12 in 66 partite. La cessione di Brendan Witt, il caposaldo della difesa dei Capitals, ha sicuramente contribuito a minarne la sicurezza sul ghiaccio, ma la flessione era già  iniziata in precedenza.

11) Viktor Kozlov (voto 5,5): il giudizio è la media tra il suo rendimento di inizio stagione (voto 7) e il disastro della seconda parte del campionato (voto 4). Curiosamente ha giocato in maniera strepitosa quando i Devils arrancavano ed è sparito quando invece hanno ripreso a sfornare prestazioni degne dei migliori New Jersey.


12) Ruslan Fedotenko (voto 7):
25 reti (moltissime decisive) e 40 punti, entrambi record personali. Sarà  di nuovo lui l'eroe dei Play Off?

13) Marco Sturm (voto 7,5): chiaro, Joe Thornton sta dando spettacolo in California, ma il tedesco (e i compagni di trade Brad Stuart e Wayne Primeau) si è inserito alla perfezione nel meccanismo di gioco dei Bruins, formando una linea pericolosissima con Bergeron e Boyes. Con 59 punti in 74 partite ha battuto nettamente il suo precedente record di punti.

14) Nils Ekman (voto 6,5): uno dei tanti beneficiari dell'arrivo di Joe Thornton a San José, oltre che per la produzione offensiva (57 punti) si è distinto per la disciplina tattica in fase di copertura (+20, terzo posto tra gli squali).

15) Michel Ouellet (voto 6,5): pur rallentando nel finale di stagione, si è rivelato una delle (poche) note liete in casa Penguins. Con 32 punti in 50 partite si dimostra cecchino affidabile e preciso (decimo posto nella Lega in quanto a percentuale di riuscita al tiro).

16) Greg De Vries (voto 6,5): non riesce a portare a 9 le presenze consecutive ai Play Off ma, in una squadra costruita male (troppo sbilanciata in avanti), riesce pur sempre a realizzare il record personale di punti (35) e a conservare un prezioso +1 nella statistica +/-.

17) Mike Ricci (voto 5): dove è finito il guerriero che aveva conquistato i cuori dei tifosi di Philadelphia e Colorado? Alla corte di Wayne Gretzky si mantiene tra i migliori in quanto a dischi bloccati, ma la produzione offensiva (16 punti) e soprattutto la disciplina tattica (-22, di gran lunga il peggiore della squadra) lasciano alquanto a desiderare. Il canto del cigno?

18) Antero Niittymaki (voto 6): papere memorabili e parate spettacolari. Il degno portiere di una squadra che ha alternato prestazioni prorompenti a sconfitte imbarazzanti. Per i Play Off (ammesso che venga preferito a Robert Esche) servirà  ben altra continuità .


19) Eric Godard (voto 6,5):
il suo dovere di body-guard lo ha fatto. I 15 fight stagionali dimostrano che contro gli Islanders chi giocava sporco non finiva la partita impunito. Se Yashin avesse un terzo della grinta di Godard, probabilmente, gli Islanders starebbero festeggiando la qualificazione ai Play Off.

20) Chris Simon (voto 6): non raggiunge i livelli di produzione offensiva dei tempi d'oro (d'altronde gli stessi Calgary Flames adottano una tattica prevalentemente difensiva) ma si rende prezioso con puntuali cariche alla balaustra e con la sua consueta presenza intimidatoria, caratteristiche che potrebbero renderlo determinante nei Play Off.

21) Zdeno Chara (voto 6,5): più presente sul piano offensivo (record personale con 43 punti) ma, forse non per caso, meno accorto in fase difensiva. Il suo +17, infatti, è un risultato più che discreto, ma decisamente meno strabiliante delle statistiche sfornate nelle stagioni precedenti. In una squadra spesso dimostratasi "allergica" ai Play Off, la sua presenza fisica sarà  decisiva.

22) Andy McDonald (voto 8): 85 punti in 82 partite (il suo record precedente si fermava a 30), +24 nella statistica +/-, un Teemu Selà¤nne ritrovato grazie ai suoi assist. Una stagione fantascientifica, una delle sorprese dell'anno.

23) Jussi Jokinen (voto 7): la sua abilità  nell'uno contro uno è ormai storia, ma la sua agilità  e il suo opportunismo gli hanno permesso di raccogliere un eccellente bottino (55 punti). La presenza al suo fianco di marpioni quali Modano, Guerin e Lehtinen gli permetteranno di migliorare anche sul piano difensivo, diventando così un atleta davvero completo.

NDR: un ringraziamento a JR per la splendida rubrica che ci ha tenuto compagnia per tutto il corso della stagione NHL: potete leggere tutti i suoi articoli navigando avanti e indietro nel box “Rubrica” in alto a destra in questa pagina.

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