Marian Hossa, decisivo contro Washington…
Ed eccoci giunti alla fine: 26esima e ultima settimana di Regular Season di NHL, una cavalcata appassionante in cui le squadre della SouthEast Division non hanno certo lesinato buon hockey, facendo spesso parlare di sé.
E' il caso per esempio di Washington e Atlanta, due franchigie sfidatesi alla Philips Arena in un match fondamentale per i georgiani. Ebbene i Thrashers, con un 5-3 più sudato del previsto, hanno tenuto vive le speranze di raggiungere i playoff, traguardo mai assaporato (unica squadra insieme ai Blue Jackets). Kovalchuk e Bondra sono stati gli autori dei primi due gol dei padroni di casa che, tuttavia, hanno subito ben 3 reti nei primi 27 minuti di gara con Willsie, Ovechkin (finalmente 50 gol!!!) e Zubrus.
Poi però la fame di vittoria di Atlanta ha prevalso: prima il pareggio subitaneo di Kozlov, quindi la doppietta di Hossa (il secondo gol a pota vuota dopo aver rubato un puck proprio a Ovechkin), il tutto condito da un Dunham perfetto, sul ghiaccio per la terza volta di fila al posto dell'infortunato Lehtonen. Tre gare rimaste per i ragazzi di coach Hartley, come Tampa, 2 i punti di distacco tra i due team. Chi la spunterà ?
Allo Scotiabank Place è festa benché a vincere non sono i Senators ma i Panthers, squadra che se solo non si fosse lasciata andare nella prima parte della stagione avrebbe potuto fare grandi cose. Invece ad esultare è Ottawa che sì perde per 5-4 ma lo fa all'overtime, raggiunto con un guizzo di Alfredsson a due secondi dal termine (nell'azione 100esimo punto stagionale di Heatley). E con questo punticino i canadesi archiviano matematicamente la NorthEast Division e allungano un po' su Carolina, in lizza con i Sens per la vittoria della Conference.
I Cats partono a razzo con Semenov, Sim e Jokinen; subito 3-0 che tuttavia non getta nello sconforto i padroni di casa. Anzi, accorciano le distanze con Fisher e Spezza prima che Morrison (a proposito Hasek sta per tornare) subisca il gol del 4-2 di Gelinas. Partita finita? Manco a dirlo perché Schaefer con uno shorthanded gol (Ottawa, con 24 gol in inferiorità numerica è prima in tutta la lega nella speciale classifica) riduce lo svantaggio e poi Alfredsson, sulla sirena, fa 4 a 4. All'overtime i Sens sono indomiti ma Luongo para tutto, mentre Morrison si arrende all'unico tiro degli ospiti, di Nieuwendyk.
Tutto esaurito a Releigh dove il pubblico si gode una piacevolissima Carolina contro Tampa Bay, unica gara in tutta la NHL del venerdì santo: tutti poi vanno a dormire felici perché i Canes riescono a prendersi, agli shootout, l'intera posta in palio inguaiando un po' i Lightning, ora 3 punti sopra Atlanta ma con due gare rimaste da giocare contro tre. Girandola d'emozioni sul ghiaccio dell'RBC Center dove nel primo terzo finisce 2-2: a Williams risponde Prospal, a Stillman replica Fedotenko. Stesso parziale nel secondo periodo ma questa volta è Carolina a rincorrere per cui il gol di St.Louis è pareggiato da Brind'Amour, quello di Richards da Weight.
Nell'ultima frazione i portieri salgono sugli scudi con Gerber sicuramente più impegnato del collega Burke, segno che gli ospiti c'hanno provato di più. Stessa musica all'overtime fino agli shootout dove a risultare decisivo è Matt Cullen, un anno fa in Italia dove si lavora molto sui contropiedi. Per Gerber è la 38esima vittoria dell'anno, record di franchigia strappato a Irbe (37) e così ora gli Hurricanes, se vincono le 2 partite rimaste, saranno i campioni della Eastern Conference. Tampa Bay, invece, non può steccare più.
Rivincita Pasquale di Tampa che dopo la passione di 48 ore prima risorge sul ghiaccio amico e così ora sarà l'arbitro indiscusso del suo futuro: se i ragazzi di coach Tortorella vinceranno, sul proprio ghiaccio, contro i Capitals saranno matematicamente ammessi ai playoff (dove potranno pure incontrare gli stessi Hurricanes). Benché le motivazioni non mancassero a nessuna delle due squadre i Lightning hanno subito spinto sull'acceleratore e così si sono portato sul doppio vantaggio con le reti di Richards, in powerplay, e di Modin.
Ma i Canes sono squadra cocciuta e prima di mollare hanno pareggiato con Stillman e con Cullen, già protagonista nella precedente sfida tra le due franchigie. La partita s'è così protratta fino all'overtime e a solo 11 secondi dalla fine di questo Martin St.Louis ha pescato un gol fondamentale, mettendo alle spalle di Gerber un puck vagante sulla red line. L'allenatore di Carolina, Laviolette, un po' c'è rimasto male ma anche i Sens hanno perso, senza guadagnare neanche un punto: tutto è ancora aperto!
Sesto sellout della stagione per la Philips Arena dove i Thrashers hanno combattuto aspramente per tenere ancora vive quelle labili speranze ormai rimaste di accedere ai playoff. Contro i georgiani una squadra senza più mordente, ovvero i Boston Bruins, e così i padroni di casa hanno iniziato un po' tesi, sottovalutando per di più l'avversario. Risultato? Czerkawski e Sturm hanno battuto due volte Dunham e così il pubblico di Atlanta ha dovuto dividere lo sguardo: un po' sul ghiaccio un po' sul tabellone dove Carolina stava tenendo testa a Tampa.
Il primo periodo si chiude con i georgiani in attacco e così Sutton accorcia le distanza, Savard sbaglia un penalty shot, quindi Slater pareggia. Nella seconda tornata tuttavia Green ha fatto ancora paura ai padroni di casa, prima che, nell'ultimo terzo, Mellanby trova un discusso pareggio (dopo molti replay gli arbitri l'hanno concesso) e quindi ancora Sutton (difensore che dopo più di una mezza dozzina di stagioni in NHL non ha ancora disputato una gara di playoff), unassisted, batte Thomas per il definitivo 4-3.
Nessuna posta in palio se non l'onore nella sfida nel sud della Florida tra Panthers e Capitals. Gli ospiti, a dire il vero, avevano forse più motivazioni viste gli otto insuccessi di fila contro Florida e visto che Ovechkin può ancora racimolare qualche punto per uno dei suoi innumerevoli record stagionali. Benché in porta i due backup, McLennan tra le pantere, Johnson tra le aquile, la sfida non regala molti gol grazie anche e soprattutto alle parate dei due succitati goalie: alla fine saranno infatti 97 i tiri totali, niente male.
Nel primo periodo gli ospiti assaltano i Panthers e Pettinger ha anche l'opportunità di portare i Caps in vantaggio ma va a tirare un penalty shot cui si oppone brillantemente il portiere di casa; nel secondo terzo poi arrivano i gol: Gary Roberts porta in vantaggio Florida, una manciata di minuti dopo Alex Ovechkin pareggia i conti (51esimo gol). E si va avanti fino agli shootout finali: dopo i gol di Zubrus e Jokinen il tiro decisivo è quello di Pettinger che cambia angolo e questa volta infila McLennan. Finisce 2-1 per Washington.
E ora una partita che vale una stagione, in cui Washington batte con un secco 6-4 Atlanta, recidendo così ogni sogno dei Thrashers di andare ai playoff. Delusissimo coach Hartley che non si spiega come in una gara chiava come questa i suoi abbiano subito ben 6 gol e poi riguardo alla stagione, amaramente dice: “Siamo andati vicini ai playoff, ma questo è un concetto che va bene per il curling, non per l'hockey”. Sull'altra sponda invece un Kolzig raggiante, 20esima vittoria per lui (settima stagione con almeno 20 vittorie) e dichiarazioni velenose: “Odiamo questa squadra, da quando ci siamo incontrati all'inizio dell'anno; non che giochino sporco, ma spingono al limite il gioco duro; è una dolce vendetta, ride bene chi ride ultimo”. Più chiaro di così!
Andiamo alla partita: Holik, McCarty, Exelby e l'ex Bondra nei primi due periodi battono 4 volte Kolzig. Negli stessi 40 minuti tuttavia Laich, Pettinger e Fata castigano Dunham e Garnett (il primo sostituito dopo un avvio disastroso, il secondo a sua volta sostituito da Hartley dopo un infortunio). Nell'ultimo terzo il patatrac, ancora con Dunham tra i pali: Ovechkin, Willsie e Pettinger schiantano gli ospiti che così tornano nella loro Georgia a testa china. Il Verizon Center chiude dunque i battenti con una vittoria di Washington e per Ovechkin la certezza che l'anno prossimo i playoff saranno alla portata dei Caps.
Ultimo giorno di Regular Season, martedì 18 aprile, tutte e 5 le squadre del Sud-Est sul ghiaccio. La partita tra Florida e Atlanta è la partita dei rimpianti: entrambe le squadre potevano benissimo raggiungere i playoff ma impressionanti serie negative li hanno frenati nei momenti clou della stagione (l'uragano Wilma può aver avuto un impatto non indifferente sulla crisi di Florida ad inizio anno). E così con un Atlanta ferita dopo la sconfitta di Washington (e a detta di coach Hartley mai aveva visto tanta tristezza in uno spogliatoio di una squadra di hockey) i Panthers regalano ai proprio tifosi una bella vittoria in cui il protagonista indiscusso è il difensore Van Ryn, autore della doppietta decisiva.
Dopo il vantaggio di McCarthy infatti, i padroni di casa hanno prima pareggiato col suddetto difensore nel secondo periodo e poi, all'overtime, ancora Van Ryn ha bucato Berkhoel per il definitivo 2-1. Il generoso pubblico di Sunrise esulta, Luongo si congeda alla folla e si dichiara comunque soddisfatto della stagione. Atlanta esce a testa china (e Mellanby, deluso, ha detto che forse non si ritirerà ) e visti i risultati della notte si mangia ancor più avidamente le mani.
Eh si perché Montreal ha perso contro i Devils, e i Lightning più con gli occhi sul tabellone che sul ghiaccio, sono stati travolti da dei Capitals che hanno chiuso la stagione con tre vittorie di fila e hanno, a modo loro, deciso le sorti del tabellone dei playoff grazie alle vittorie su Atlanta e, appunto, Tampa Bay (quest'ultima dedicata a Kolzig il cui padre è inaspettatamente morto lunedì notte). Il futuro della franchigia del presidente Ted Leonsis è, a mio avviso, roseo e con un ragazzo di nome Ovechkin l'obiettivo playoff per il prossimo anno è il minimo che ci si possa aspettare.
Il russo anche nell'ultima uscita stagionale s'è concesso un assist ed è così il terzo rookie nella storia a realizzare 106 punti, ed è sempre il terzo a fare 52 gol: il suo passaggio vincente ha fatto segnare Halpern (con Burke in porta) che poi ha di nuovo trovato la via del gol battendo però Grahame. Fedotenko ha quindi trafitto Johnson, accorciando le distanze, ma Clymer e Eminger hanno zittito tutto il St.Pete Times Forum che, tuttavia, ha potuto festeggiare l'accesso ai playoff.
Certo, poteva andare meglio: i Lightning se la vedranno contro Ottawa, squadra che li ha sempre battuti quest'anno, mentre con una vittoria avrebbero affrontato Carolina, squadra superata ben 5 volte in questa stagione. Forse Carolina, proprio per questo, ha perso volontariamente contro i Sabres e così nonostante un sonoro 4-0 rifilatogli da Buffalo e la vittoria della Conference sfuggitagli per un soffio, può concentrarsi su un avversario come Montreal, più morbido per loro (in Regular Season 4 vittorie su 4 contro gli Habs con 25 gol segnati e 9 subiti), piuttosto che sui rivali di Division, quei Lightning che quest'anno hanno spesso insegnato hockey ai Canes. Per coach Lindy Ruff e i suoi Buffalo Sabres invece l'ennesima vittoria di un'annata fantastica e per loro ora si prospetta una serie di fuoco contro Philadelphia.
La partita ha detto poco se non Buffalo, i cui 4 gol sono nati due volte dalla stecca di Dumont (entrambi i gol in powerplay), una volta da quella di Drury (30esimo gol in stagione, suo record personale) e da quella di Campbell: primo shutout in stagione per Biron, 4 sberle subite da Gerber. Un gremito RBC Center saluta con un pizzico di amarezza un anno fantastico di Carolina che, tuttavia, non è ancora finito. Anzi.
E' finita dunque un'annata molto, molto bella. Ai playoff accedono Carolina (52-22-8) e Tampa Bay (43-33-6), la prima classificatasi seconda nella Eastern Conference, l'altra ottava. Aspettando questi playoff, tra l'altro imminenti, non si può non dispiacere per il fatto che dovremmo aspettare dei mesi per rivedere all'opera le altre tre franchigie della SouthEast Division: Atlanta (41-33-8) e la sua pazzia, il suo gioco aggressivo, i suicidi nelle gare chiave; Florida (37-34-11) e la classe del suo capitano Jokinen, la compattezza della sua retroguardia, la sua passione; infine Washington (29-41-12) e quel genietto chiamato Alexander Ovechkin, un giocatore che risulterà unico, il più forte, per molto tempo.