Jussi Jokinen, un mago dell'uno contro uno…
Tra le novità regolamentari introdotte alla vigilia della stagione in corso, la serie di shootout prevista in caso di parità alla fine del tempo supplementare si è rivelata un'appendice altamente spettacolare e talvolta preziosa per mettersi in tasca un altro punticino pesante nella corsa ai Play Off.
Se nel calcio un rigore sbagliato genera sempre stupore viste le dimensioni della porta e la vicinanza del tiro, nell'hockey su ghiaccio la difficoltà è moltiplicata all'ennesima potenza. Essendo effettuato in movimento, oltre a freddezza e intuito per uno shootout vincente il giocatore deve dimostrare anche coordinazione e velocità d'esecuzione.
Nell'imminenza di un rigore decisivo, quindi, sarebbe logico affidarsi a Jagr, a Ovechkin, a Forsberg, a gente, insomma, che flirta regolarmente con la porta avversaria. Logico, forse, ma non necessariamente vero. Lo shootout più spettacolare della stagione è stato realizzato da Marek Malik, un difensore il cui record di reti in una stagione è fermo ai sette del 2002-03. Il suo forehand sotto la traversa con bastone tra le gambe ha ormai fatto il giro del mondo.
Il giocatore più preciso in questa particolare specialità , invece, risponde al nome di Jussi Jokinen, praticamente sconosciuto fino a 9 mesi fa e autore di un'eccellente stagione da rookie a Dallas, all'ombra di debuttanti più "pubblicizzati" come Crosby e Ovechkin.
Nato il 1° aprile 1983 a Kalajoki, cittadina finlandese situata nella provincia di Oulu, Jussi Jokinen si dimostra un attaccante sgusciante e agilissimo sin dalle prime stagioni nei campionati giovanili con la maglia del Karpat Oulu. Dopo 64 punti in 71 partite, nel 2001-02 ecco il debutto in prima squadra.
Il primo campionato, condito da 10 gol e 6 assist, rappresenta una preziosa fase di apprendimento. Accanto al capocannoniere Lasse Pirjeta (ex Pittsburgh Penguins), al coetaneo Joni Pitkanen (ora ai Philadelphia Flyers) e al portiere Tim Thomas (ora ai Boston Bruins) Jokinen pone le basi necessarie per presentarsi ai blocchi di partenza della stagione successiva da sicuro protagonista.
L'annata 2002-03, infatti, è quella della consacrazione. Schierato regolarmente in seconda linea, realizza 37 punti in 51 partite, solo sei in meno del capocannoniere del Karpat, lo statunitense Brett Lievers. Ai Mondiali Under 20 di Halifax, inoltre, trascina la Finlandia al bronzo con 8 punti in 7 partite. Un torneo nel quale risulta tra i migliori anche agli ingaggi, non male per un'ala.
Nei Play Off della stessa stagione ritorna in quarta linea. Paradossalmente questa retrocessione non fa che aumentarne il valore di mercato. Benché non disponga di un fisico erculeo (180cm per 83kg), infatti, Jokinen si rivela estremamente versatile, dimostrando una grande vigoria fisica nel difendere contro le migliori linee avversarie.
Le due stagioni successive non fanno che confermarne il valore. Jussi Jokinen dispone di un gran tiro e di ottime doti di playmaker. Ma ciò che balza all'occhio, in particolare, è la sua agilità abbinata a una notevole solidità sui pattini. Una caratteristica che gli consente di resistere alle cariche di avversari più grossi di lui.
Jokinen è pronto per il grande salto e raggiunge i Dallas Stars, che lo avevano draftato nel 2001, quando ancora militava nelle giovanili del Karpat Oulu. In Texas trova una colonia di connazionali (Lehtinen, Kapanen e Miettinen, ai quali a stagione in corso si aggiungono Hagman e Niinimaa) e l'ambientamento, di conseguenza, non pone particolari problemi.
Schierato spesso con Lehtinen e Modano, alla terza giornata contro i Phoenix Coyotes Jokinen è già in rete e si ripete quattro giorni dopo a Edmonton. Ma occorre attendere il 5 novembre per il vero colpo di scena. I Dallas giocano a Denver contro i Colorado Avalanche e al termine dei supplementari il risultato è bloccato sul 2 a 2.
Il terzetto scelto da Dave Tippett per affrontare la serie di shootout è composto da Zubov, Modano e, ebbene sì, Jussi Jokinen. Come? Ha alle spalle un mesetto scarso di NHL e lo si preferisce a gente del calibro di Arnott, Guerin, Morrow e Lehtinen? Lo stupore dura lo spazio di qualche secondo. Jokinen, impassibile, infila il malcapitato Budaj con un tiro a fil di ghiaccio dalla parte del bastone.
Seguiranno altri otto tentativi vincenti consecutivi. Jokinen batte nell'ordine Nabokov, Gerber e Giguère con lo stesso tiro utilizzato contro Budaj. Per il quinto shootout vincente riserva al vecchio compagno di squadra Thomas un trattamento speciale: finta da un lato e disco infilato dall'altra con il bastone impugnato con una mano sola. Al sesto e settimo tentativo torna alla forma "classica" e trafigge Sanford e di nuovo il povero Budaj, mentre per gli ultimi due rispolvera con successo la variante più spettacolare contro Legace e Morrison.
Una serie a dir poco straordinaria, ma destinata a chiudersi il 18 marzo 2006 contro il connazionale Vesa Toskala, che intuisce la finta. Per la cronaca, i Dallas Stars vincono ugualmente: ci pensa un altro finlandese, Miettinen, a realizzare lo shootout decisivo.
Pur essendo salito alla ribalta grazie alle sue qualità di scorer nell'uno contro uno, tuttavia, sarebbe ingiusto descriverlo esclusivamente come uno specialista degli shootout. Jussi Jokinen, infatti, si sta rivelando uno dei migliori rookie (se non il migliore) della storia recente dei Dallas Stars, una squadra che, classificandosi quasi sempre tra i primi, riesce raramente a draftare i talenti sulla carta più promettenti.
Dietro l'angolo, nel frattempo, fanno capolino i Play Off. Davvero un peccato che, al termine di un tempo supplementare, il regolamento ne preveda un altro"