Agitator: l’hockey d'assalto

Una delle rare foto in Rete di Eric Godard: combinazione, guardate che sta facendo…

Sono duri, cattivi, il volto spesso segnato dalle battaglie. Un pattinaggio appena discreto, una tecnica di bastone in genere inferiore alla media, non giocano quasi mai più di 3-4 minuti a partita. A modo loro, però, sanno essere determinanti. Quando uno di loro balza in pista con lo sguardo che sembra un mirino, il tipico, costante brontolio degli stadi NHL comincia a crescere, preparandosi ad esplodere. Qualcosa sta per succedere. Li chiamano agitator.

L'appassionato di hockey di estrazione europea non concepisce questa figura. Alle nostre latitudini gli agitator sarebbero inquilini fedelissimi della panchina dei penalizzati. Nella NHL, invece, pur essendo in radicale diminuzione dopo che le nuove regole tendono a favorire tecnica e velocità , continuano ad ergersi a paladini della giustizia di fronte a torti, veri o presunti, subiti da un compagno di squadra.

Durante la partita l'agitator è seduto in panchina come un pitbull pronto a scatenarsi. Il miglior giocatore della squadra subisce un intervento scorretto, un fallo giudicato meschino che rischia di metterlo fuori combattimento? Basta una pacca sulla spalla da parte dell'allenatore e il nostro eroe è sul ghiaccio.

È probabile che pochi secondi dopo si ritroverà  con una penalità  di partita o comunque con un 5 minuti da scontare i panchina. Ma tant'è: la sua perdita non è determinante ai fini del gioco e gli avversari ci penseranno due volte prima di ostacolare duramente la stella della squadra.

La partita si sta avviando senza sussulti verso una sconfitta annunciata e il pubblico se ne sta seduto annoiato aspettando la sirena finale? Proviamo a giocare la carta agitator, non si sa mai.

Eccolo quindi che piomba in pista, si sceglie un avversario, lo sfida a duello, si toglie i guantoni e dà  il via alle danze. È difficile da credere, ma talvolta l'entusiasmo suscitato sugli spalti da un fight dominato (magari con ferimento dell'avversario) riesce addirittura a cambiare quello che gli americano chiamano "momentum", l'inerzia della partita.

Eric Godard, ala destra dei New York Islanders, è uno di loro, è un agitator. Nato il 7 marzo 1980 a Vernon, località  di villeggiatura invernale della Columbia Britannica molto amata dagli abitanti di Vancouver, Godard non si è mai distinto per le sue abilità  offensive.

Formatosi nella Western Hockey League con la maglia dei Lethbridge Hurricanes, in tre stagioni realizza 15 punti in 133 partite. In quanto a minuti di penalità  (549), però, non è secondo a nessuno. Nella stagione 1999-2000, in particolare, è nervosetto: nelle 60 partite giocate scatena 48 fight. Mohammed Alì, al confronto, era un principiante.

Ignorato ai draft, il 24 settembre 1999 i Florida Panthers decidono di concedergli una chance sottoponendogli un contratto e assegnandolo ai Louisville Panthers, l'allora farm-team della AHL. Il passaggio a un livello più elevato non sembra condizionarlo, anzi. Con Rocky Thompson (il nome è una garanzia) forma una delle coppie di agitator più temute della Lega.

Il 22 giugno 2001 i Panthers si sono divertiti abbastanza e lo cedono ai New York Islanders in cambio di una scelta di terzo turno. Parcheggiato di nuovo nella AHL con i Bridgeport Sound Tigers, Godard non pare avere problemi di inserimento nella nuova squadra e continua imperterrito a svolgere il lavoro sporco. Si toglie anche la soddisfazione di eguagliare un record, collezionando tre penalità  di cinque minuti nella stessa partita il 1° febbraio 2002 a Springfield.

Ma tra cazzotti e penalità , incredibile ma vero, il 17 ottobre 2002 arriva la chiamata dalla NHL. Il buon Eric conclude la stagione 2002-03 con 19 presenze (e 48 minuti di penalità ) negli Islanders. Nella stagione successiva racimola 31 presenze nella NHL, la più memorabile delle quali il 20 ottobre 2003 a Toronto: dopo una rissa nel secondo tempo con Tie Domi (non uno dei più mansueti), decide di non essersi ancora sfogato abbastanza e nel terzo tempo assale anche Bryan Marchment, aprendogli uno squarcio nella guancia con un pugno.

Tornato nella AHL a causa dello sciopero, lo scorso anno Godard riesce a realizzare ben 18 punti in 75 partite. Considerando che nei precedenti 10 anni di carriera ne aveva raccolti 26, l'impresa è assolutamente da sottolineare.

Quest'anno Eric Godard è un giocatore NHL a tutti gli effetti. Dopo 45 partite ha registrato 2 gol (i primi in NHL) e 2 assist. I suoi 84 minuti di penalità , tuttavia, non bastano a issarlo in cima alla graduatoria della squadra, visto che Arron Asham, Alexei Zhitnik e il nuovo arrivato John Erskine hanno saputo far meglio (o peggio, a seconda dei punti di vista).

A livello di fight, però, ci siamo: con 10 risse all'attivo (3 delle quali contro Brian McGrattan, il suo collega degli Ottawa Senators) si trova a sole tre lunghezze dal suo record in una stagione. Scommettiamo che lo batterà ?

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