SouthEast Division: Recap #20

Doppietta per Pettinger contro i Leafs…

Ricomincia la NHL dopo la pausa olimpica e sul piatto vengono subito servite emozioni e polemiche, come quelle della gara tra Capitals e Leafs, in una Toronto che ora inizia a preoccuparsi. Si perché con coach Quinn i canadesi non hanno mai saltato l'appuntamento coi playoff mentre quest'anno balbettano non poco e contro i non impeccabili Washington hanno perso per la terza volta di fila.

Gli ospiti, dal canto loro, venivano da 4 sconfitte consecutive ma grazie al sensazionale rookie Ovechkin, che ha fatto un'ottima impressione anche a Torino, hanno sbancato l'Air Canada Centre con un secco 5-3 e a fine gara si sono anche permessi di ridere in faccia ai giocatori di Toronto che se la sono presa non poco. “Stavamo solo sorridendo e divertendoci a Toronto” ha detto Ovechkin ai giornalisti, dopo una partita vinta anche grazie al suo game winning gol: ottimi anche Pettinger (doppietta), Willsie e Clymer (un gol a testa); sul fronte opposto da dimenticare soprattutto la partita di Belfour, 5 gol presi su 27 tiri. Che dire: terza vittoria su quattro partite per Washington contro Toronto, il finale di stagione per entrambe le franchigie si preannuncia rovente!

Florida doveva partire forte per lanciare degnamente lo sprint finale e così nel derby contro i Lightning l'argento olimpico e capitano dei Cats Olli Jokinen prende per mano i suoi compagni e grazie anche ad un Luongo strepitoso schiantano Tampa Bay, a cui la pausa evidentemente non ha fatto benissimo. Dopo due periodi il parziale è pesantissimo, 7-0 per i Cats ospiti del St.Pete Times Forum, per opera delle doppiette di Nieuwendyk, Gratton e Jokinen, più la marcatura di Gelinas.

Tra un gol e l'altro il buon Luongo poi fa di tutto per salvare la propria gabbia, anche in situazioni disperate di 5 contro 3: e il goalie canadese riesce sempre a negare il gol ai suoi compagni di squadra a Torino (Richards, LeCavalier, St.Louis). Fino al minuto 46 quando proprio LeCavalier riesce a capitalizzare l'ennesimo powerplay: fissano il punteggio Kwiatkowski prima, Craig poi per un 8-2 finale in cui i padroni di casa (e soprattutto un pessimo Grahame sostituito dopo 4 gol subiti in 13 tiri) ne escono con le ossa rotte. I playoff vanno sudati fino in fondo…

Si chiama Brad Larsen il protagonista offensivo della vittoria di Atlanta contro Buffalo, un successo preziosissimo in vista della corsa playoff che ora sono lontani appena due punti (tanto è il distacco dall'ottava piazza occupata da Montreal). Ma nonostante la doppietta del canadese, nonché le marcature di Kozlov e della medaglia d'oro alle recenti olimpiadi Havelid, il vero protagonista è stato forse il portiere finlandese dei Thrashers, quel Lehtonen che ha concesso solo 2 gol ai tiratori avversari (gol di Drury e Afinogenov entrambi in powerplay) e che non è andato a Torino proprio per essere al meglio per il finale di stagione.

Così ha difeso la gabbia dei georgiani per la undicesima volta di fila e ha vinto per la prima volta contro i Sabres, concedendosi interventi portentosi; l'altro stakanovista tra i pali (decimo start di fila per Miller di Buffalo) non è stato altrettanto bravo e così alla fine Atlanta batte Buffalo 4 a 2.

Sono passate due settimane ma la musica per Carolina non è cambiata, tanto meno in casa. E tampoco nell'ultimo periodo, il terzo più prolifico per i ragazzi di coach Laviolette: anche contro i Bruins hanno ribaltato il risultato negli ultimi venti minuti e hanno allungato così in classifica raggiungendo la 40esima vittoria e il primo posto ad Est.

Il cognome vincente è Ward dal momento che Aaron ha realizzato una buona doppietta, compreso il fortunoso gol della vittoria a meno di cinque minuti dal termine, mentre Cam, il goalie sostituto di Gerber, ha effettuato 25 interventi vincenti e anche un assist. Oltre a Aaron Ward i gol dei padroni di casa sono nati dalla stecca di Tverdovsky e Whitney (powerplay gol per lui), per un 4-3 definitivo che fa rimanere l'amaro in bocca a Boston, la cui partita è stata molto più che positiva. Ma si sa, all'RBC Center non è facile per nessuno!

Così al TD Banknorth Garden di Boston i Bruins si rifanno dopo appena 24 ore e i malcapitati sono i Thrashers, incapaci di impensierire più di tanto un rientrante Raycroft e passivi nel subite l'offensiva abbastanza convinta dei padroni di casa che pure hanno dovuto faticare per avere ragione del sempre presente Lehtonen.

Il goalie ospite ha infatti parato quanto ha potuto ma nulla ha potuto, sul 2-2, quando Sturm l'ha bucato a meno di tre minuti dal termine della partita in powerplay. A nulla sono serviti così i gol di Bondra e di Kovalchuk, deslusi e deludenti sul ghiaccio di Torino e desiderosi di dare il massimo per questo finale di stagione con la maglia bianco-arancio. Boston si porta a casa il nono punto nelle ultime 5 partite contro Atlanta, per coach Bob Hartley la strada è lunga e in salita.

Dalle stelle alle stalle: è capitato ai Panthers che da 8 gol rifilati in un sol match ai malcapitati Lightning si ritrovano a non riuscire a battere un Huet superlativo, il goalie del momento che ha tolto il posto a un certo Theodore e che sta regalando a Montreal la concreta possibilità  di qualificarsi ai playoff dopo un avvio di stagione non proprio esaltante.

La partita tra le due franchigie è stata tiratissima (vista la posta in palio) e i Cats a dir la verità  hanno avuto le opportunità  per passare in vantaggio (tiro di Kolnik, Huet non trattiene il puck che viene salvato sulla linea da Dandenault) e poi di pareggiare l'unico gol di Kovalev (in particolare clamoroso il palo di Stumpel a 10 secondi dal termine). Come detto ottimo Huet, 24 parate, ma non disdegna neanche Luongo, goalie di casa, per la seconda volta su due gare con la maschera del team canadese perché quella dei Panthers l'ha dimenticata in Italia. Tant'è, a Sunrise è 1-0 per Montreal.

Ottawa compie la missione prefissatasi dopo il break olimpico: conquistare 4 punti contro le due franchigie forse meno irresistibili dell'Est. Così dopo aver battuto i Pens, i Senators battono anche i Caps e lo fanno in grande stile. Nella partita degli shorthanded gol (ben 3 di cui 2 dei Sens) i canadesi nel loro Scotiabank Place (attenzione, non più Corel Centre) trucidano per 7-1 i giocatori della capitale statunitense mandando in gol ben 7 giocatori diversi (in cui non figurano né Heatley né Alfredsson) con un'ottima prestazione dello slovacco Meszaros, autore di 3 assist, e del goalie backup dell'infortunato Hasek, il buon Emery.

Che a ben vedere ha sfiorato lo shutout prima che Ovechkin mettesse a taccuino il suo nome, siglando un inutile shorthanded gol. Washington perde così per la nona volta nelle ultime dodici gare (pur venendo da un'ottima vittoria contro i Leafs) e giace così ultima nella SouthEast Division, con soli 45 punti.

Carolina continua la sua marcia implacabile sul ghiaccio amico e così conquista il 53esimo punto su 32 partite disputate a Releigh, pareggiando il record ottenuto 19 anni fa quando i Canes abitavano a Hartford. Record dunque battibile ma Carolina dovrà  aspettare quasi due settimane per tentarci perché ora inizia un road-trip di dieci giorni e in definitiva avranno da giocare 9 partite fuori casa delle prossime 10.

La suddetta vittoria è arrivata contro dei Panthers che con la seconda sconfitta di fila stanno per perdere il treno playoff, benché avranno ancora 22 partite e 44 punti a disposizione per tentare di raddrizzare la stagione. Sugli scudi per i rossi del North Carolina l'americano Erik Cole e il canadese Eric Staal, due giovanotti che hanno realizzato una doppietta a testa; Craig Adams ha poi arrotondato il risultato che alla fine è stato di 5-2 perché gli ospiti hanno bucato Gerber, al rientro dopo le Olimpiadi con la sorprendente Svizzera, con Gratton e Payer. Con la trade deadline ormai alle porte, questi Cats hanno da decidere sul loro imminente futuro che, dopo la sconfitta contro i Canes, è sempre meno roseo.

Inizia la serie di trasferte per Carolina e non finiscono le vittorie: nelle ultime 23 partite gli Hurricanes ne hanno registrate ben 19 e con 88 punti guidano tutta la NHL. Contro i fanalini di Pittsburgh è però festa a metà  perché se è vero che il 7-5 (con un 5-0 parziale in meno di un periodo) è quanto aveva chiesto coach Laviolette ai suoi ragazzi, è pur vero che gli ospiti hanno perso Erik Cole (autore di un'altra doppietta contro i Pens) per una hit assurda di Orpik che a 15 minuti dal termine ha picchiato duro l'ala ospite, che è uscita vistosamente sofferente.

A fine partita capitan Brind'Amour ha definito l'accaduto incredibile e inaccettabile perché in fin dei conti Pittsburgh non ha più nulla da chiedere alla stagione mentre Cole è fondamentale per le ambizioni dei Canes. Gli altri cinque gol della franchigia del North Carolina sono stati messi a segno da Staal (che ha raggiunto quota 82 punti), Whitney, Adams, Brind'Amour e Stillman; sull'altra sponda da segnalare il ritorno all'hat-trick di Mark Recchi.

Appena 12 secondi per ribadire che i Lightning hanno sbagliato completamente approccio a quest'ultima parte di stagione (2 sconfitte su 2 dopo il break olimpico). Tanto è passato dal tiro del rookie Higgins di Montreal che ha trafitto un pessimo Grahame, alla fine autore di una prestazione disastrosa con 6 gol subiti in appena 22 tiri incassati. Di tutt'altra pasta invece Huet e i suoi Habs che sono una delle squadre più calde del momento e che ora addirittura intravedono il settimo posto nella Conference (proprio Tampa è lontana solo 2 punti).

Dopo l'uno-due di Higgins, autore di una doppietta, a dire il vero i fulmini della Florida hanno reagito, e bene: Fedotenko prima e LeCavalier poi, in powerplay, hanno portato la partita in parità  all'inizio dell'ultimo terzo. Peccato però che poi Grahame è crollato, sommerso di puck che ha visto per un attimo prima di constatarli alle sue spalle: Zednik, Ribeiro, Kovalev e Bulis firmano un finale di gara strepitoso per i canadesi che col portafortuna Huet tra i pali nelle ultime 8 partite hanno racimolato ben 14 punti. Per i detentori della Stanley, invece, ben 14 gol subiti in 2 match e appena 4 gol fatti. Occorre svegliarsi.

Dopo quasi un mese i Thrashers tornano nella loro Philips Arena e riescono a vincere una cruciale partita in vista playoff soffrendo più del dovuto contro dei tonici Caps i quali, comunque, portano a casa un punto meritato. In vantaggio per una rete a zero grazie al tredicesimo gol stagionale di Willsie, in powerplay, ben assistito da Ovechkin, gli ospiti hanno retto per bene due periodi prima di subire il ritorno furioso di Atlanta, fino a quel momento poco più che impalpabile.

Modry in superiorità  numerica e quindi Kovalchuk ribaltano la situazione prima che, a pochi secondi dal termine, proprio Ovechkin riporti la situazione in parità : 2-2 (e pareggio anche per il duo Kovalchuk-Ovechkin che con un gol a testa rimangono secondi a pari merito nella classifica dei gol, dietro Jagr). All'overtime poi la svolta: Hossa pesca il gol della vittoria dopo pochi secondi dalla fine della penalità  inflitta a Sutherby e in 4 contro 4 regala due preziosi punti ai suoi.

E Atlanta vince ancora 48 ore dopo, ancora contro una rivale di Division: a perdere sono i Panthers che ormai, alla terza sconfitta di fila nel momento decisivo della stagione, dicono quasi addio a ogni velleità  di disputare la post-season. Il risultato finale dice 4-3 per i Thrashers benché i due punti sono arrivati solo dopo gli shootout, terza serie di tiri finali vinta consecutivamente dai georgiani: a battere in modo decisivo Luongo è Kozlov.

I 65 minuti regolamentari sono stati una girandola di emozioni con una serie di vantaggi di Atlanta, vanificati dal ritorno di Florida: a deVries ha risposto Jokinen, a Hossa ha replicato Gelinas, mentre il gol di Larsen è stato pareggiato ancora dal finlandese Jokinen che ha battuto il connazionale Lehtonen a 5 minuti esatti dalla fine del match. All'overtime ci prova forse un po' più Florida ma tant'è, vince Atlanta e si porta a soli 3 punti dall'ottava piazza, occupata dai lanciatissimi Canadiens.

Washington intanto si concede una bella vittoria contro gli Islanders, indaffarati nella corsa ai playoff. Durante la 32esima partita stagionale sul ghiaccio amico (e cioè su quello che ormai dovremmo abituarci a chiamare Verizon Center e non più MCI Center) i Capitals festeggiano così nel migliore dei modi tre “milestone” interessanti e cioè la 250esima vittoria in NHL di Kolzig (che sale così al 32esimo posto nella classifica di tutti i tempi), il 40esimo e poi 41esimo gol di Ovechkin (e con 22 partite rimanenti e considerato che è un rookie sono numeri pazzeschi se si assommano pure i 35 assist) e il punto numero 500 in carriera per Friesen, su 802 partite giocate in NHL (Jeff Friesen ha realizzato un gol e un assist anche se si parla di una sua possibile cessione a breve).

A completare il quadro delle marcature ci ha pensato Muir, autore di una doppietta, per un definitivo e rotondo 5-2 per i padroni di casa, non proprio impeccabili. Non si sa cosa possa dire ancora questa stagione per i Caps ma la squadra di coach Hanlon è in un discreto momento di forma e le altre 4 partite consecutive in casa potranno farle togliere ulteriori soddisfazioni.

Quando si vincono pure queste partite allora vuol dire che la squadra è praticamente perfetta: in un gremito Madison Square Garden gli Hurricanes giocano una gara semplice e efficace, costruendo una vittoria sui due gol di Adams e Williams e sulle parate di Gerber (36 interventi vincenti su 37 tiri). Più in particolare gli ospiti hanno impegnato l'oro olimpico Lundqvist appena 19 volte e per la seconda volta quest'anno in NHL non hanno mai tirato contro il goalie avversario nel terzo periodo (come successe a Colorado contro Vancouver il 27 ottobre scorso).

A nulla dunque è servito l'arrembaggio dei padroni di casa che hanno dimezzato le distanze con Rucchin (ex compagno di squadra di Gerber ad Anaheim) ma che non sono poi riusciti a completare la rimonta. Col 2-1 di New York Carolina può dunque iniziare a pensare alla post-season in cui dovrebbe ritrovare Cole, infortunatosi contro i Pens (rottura di una vertebra del collo) e fuori per almeno un mese. Dopo l'exploit dei Lightning non sarebbe male se a vincere il titolo fosse ancora una squadra del Sud-Est.

A proposito di Tampa Bay: la franchigia allenata da coach Tortorella è in crisi ormai conclamata e inizia a subentrare anche la frustrazione. Andiamo con ordine: nella terza partita di fila sul ghiaccio amico i Ligthning incappano in un pesante 4-0 contro i Senators che bucano Burke con Vermette, Spezza, Fisher e Schaefer (e dunque per Emery secondo shutout stagionale, lui che s'era chiaramente detto un fan proprio di Burke da ragazzino).

Così Artyukhin colpisce sul volto con l'elmetto proprio Vermette, che dovrà  poi ricorrere ai punti. Il gesto rimane isolato (la partita non si infiamma) ma a fine gara tutti sottolineano la stupidità  di tale violenza e ciò che rimane è ora la paura di perdere i playoff (Tampa è sempre settima ad Est ma Atlanta, nona, dista solo 4 punti) e questa incredibile tripletta di sconfitte, tutte in casa, dopo la sosta olimpica (18 gol subiti e appena 4 fatti ma soprattutto in tutte e tre le partite hanno concesso gol agli avversari al loro primo tiro!).

Chiudiamo questa lunga cronaca con la partita del mercoledì, quella proprio tra i Lightning e i fanalini di coda, i Penguins. Contro una squadra con cui tradizionalmente la vita è più facile del previsto e, in più, contro un team ormai derelitto i Lightning riescono a strappare due punti vitali come l'ossigeno ma lo fanno solo agli shootout, in cui a realizzare il gol più importante è Richards.

In trasferta per la prima volta dopo quasi un mese, Tampa parte subito forte e va in vantaggio con Boyle. Malone nel secondo terzo pareggia i conti ma poi gli ospiti allungano con Afanasenkov, Modin e ancora Boyle e sul 4-1 sembra fatta. Niente di tutto ciò perché i Pens tornano in partita e superano Grahame 3 volte con appena 7 tiri. Ai tiri finali poi l'auspicata vittoria che fa muovere la classifica ma non elimina le mille perplessità  sul rendimento di questo team che dopo un inizio anno solare scoppiettante sta pagando incredibilmente le tossine post-olimpiche.

Otto giorni emozionanti in cui Carolina (43-14-4) ha fatto filotto di vittorie mentre Atlanta (29-27-6) s'è rifatta sotto grazie a 6 punti in 4 gare. Tampa Bay (33-25-4) abbiamo appena detto di quanto sia in crisi mentre Florida (23-29-9), dalla quale ci si aspettava molto per questo finale, non ha dato la scossa sufficiente per cercare di agguantare i playoff. Buon momento di Washington (21-33-6) che batte Leafs e Isles e si prepara a un finale di regular season per lo meno dignitoso.

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