La Svezia campione olimpico
Questa mattina, un po' per esorcizzare la tensione, il quotidiano svedese Aftonbladet titolava: “Complimenti alla Finlandia per un'altra medaglia d'argento” e nelle pagine interne pubblicava il facsimile di richiesta di cittadinanza svedese “per i nostri cugini finlandesi se vogliono dire di aver vinto un oro”.
In realtà gli svedesi temevano moltissimo una Finlandia arrivata alla finale come favorita, invece, dopo dodici anni tornano sul gradino più alto del podio le tre corone svedesi, al termine di una delle finali più belle.
La Finlandia, battuta 3-2 ed arrivata all'ultimo atto del torneo con un percorso netto di vittorie (non accadeva dal 1984, quella volta fu l'URSS che poi vinse l'oro), ha cercato in tutti i modi di portare a casa quel titolo mai vinto, ma paradossalmente è stata tradita proprio da quelli che erano stati fino ad ora i suoi punti di forza: il portiere Antero Niittymaki, oggi non impeccabile, e la forza difensiva.
La gara inizia con una fase di studio piuttosto nervosa e confusa, con i due goalie chiamati ad interventi non proibitivi, anche se è Niittymaki a lavorare di più, con parate decisive su Daniel Sedin e Fredrik Modin.
E' subito chiaro, però, che i finlandesi non sono capaci oggi di sciorinare sul ghiaccio quel gioco fatto di difesa granitica e velocissimi contropiedi, naturalmente questo per merito anche di una Svezia capace di soffocare le fonti del gioco avversario.
Due dei protagonisti più attesi, poi, Lehtinen da una parte e Alfredsson dall'altra sembrano sotto tono.
Il punteggio si sblocca al 14.45: in superiorità , fuori Jorgen Jonsson per hooking, Teemu Selanne, vero regista aggiunto accanto a Koivu nella nazionale finnica, chiama Kimmo Timonen alla conclusione: il tiro del difensore dei Nashville Predators viene forse toccato davanti alla porta da Saku Koivu (ma la rete viene attribuita a Timonen) ed inganna Henrik Lundqvist depositandosi in rete. Il vantaggio galvanizza i finnici che si trovano nella situazione a loro più congeniale, quella di poter controllare il gioco e colpire di rimessa.
Ma quello che non hanno forse calcolato i giocatori di Westerlund è un incertezza di Niittymaki, fino a quel momento perfetto, anzi superbo nel bloccare poco prima una deviazione di Tjarnqvist: è il minuto 24 del secondo periodo, con gli svedesi in superiorità (fuori Lydman) Henrik Zetterberg centra un disco che passa sotto le gambe di Berg e picchia sul gambale di Niittymaki infilandosi in rete.
Da qui una serie di tre penalità consecutive, infammezzate da un'altra conclusione di Timonen, neutralizzata da Lundqvist e da un numero di Niittymaki che diventa un elastico per allungare il gambale su un diagonale di Modin, riempie di acido lattico i muscoli finlandesi, costretti sempre in quattro sul ghiaccio e così al 33.24, quando Niklas Kronwall chiude un triangolo con Zetterberg, vince un rimpallo con Laaksonen, nessun biancoblu va a chiudere il tiro e per il terzino dei Red Wings è sufficiente prendere la mira per bucare ancora la gabbia finlandese.
Singolare la vicenda di Kronwall, escluso dal roster alla fine di gennaio per infortunio e rimpiazzato da Daniel Tjà¤rnqvist, e poi chiamato per la semifinale in sostituzione di Ohlund, a sua volta KO per infortunio, e capace di iscrivere il suo nome nella storia dell'hockey svedese con questa rete.
Non vacilla però la Finlandia, che trova il 2-2 appena un minuto e mezzo dopo, con una magnifica azione della seconda linea Olli Jokinen difende bene il disco, lo consegna a Jussi Jokinen che gira dietro la gabbia e in back-hand centra il disco per Ville Peltonen che insacca.
Subisce il contraccolpo la Svezia che rischia tantissimo al 39.10 quando Hagman devia appena sopra la traversa un servizio di Kapanen. Finisce il secondo periodo e gli 8.200 spettatori si aspettano un ultimo tempo altrettanto spettacolare e equilibrato, con l'impressione che sarà ancora una superiorità a decidere il match. Invece il momento decisivo arriva dopo appena 10 secondi dal fischio dell'arbitro: in 4 contro 4 (fuori Holmstrom e J. Jokinen) tocco di Forsberg per Sundin, appoggio a Nicklas Lidstrom che lascia partire, da poco oltre la linea blu, un autentico missile che Niittymaki non vede nemmeno e si insacca all'incrocio.
Ci sono ancora 19 minuti per recuperare, ma gli svedesi difendono egregiamente il vantaggio, sfiorano il 4 goal con Mikael Samuelsson che si mangia una rete già fatta mancando la porta su delizioso invito di Zetterberg, e sfoderano un Henrik Lundqvist che diventa protagonista assoluto: due miracoli consecutivi al minuto 42 su Selanne e Koivu, un terzo su botta di Hagman tolta dall'incrocio e soprattutto sangue freddo e reattività felina nell'assalto finale: incredibile la parata a 4 secondi dal termine su Olli Jokinen, quando strozza in gola l'urlo di tutta la Finlandia per un pareggio che sembrava già cosa fatta.
Finisce nel tripudio gialloblu e tra le lacrime finlandesi, ancora una volta eterni secondi, una delle partite più belle viste alle olimpiadi. Ha vinto la squadra migliore? Come sempre in questi casi è difficile dare una risposta univoca, sicuramente ha vinto la compagine più compatta, esperta e abile ad adattarsi al gioco altrui.
Menzione speciale per Nicklas Lidstrom, autore della rete decisiva e da stasera anche memnbro dell'esclusivo Triple Gold Club, il ristretto numero di giocatori (17 con Lidstrom) che hanno vinto Olimpiade (2006) Stanley Cup (1997,1998,2002 con Detroit) e Campionato del Mondo (1991).
Il commento migliore e più amaro, quello di Olli Jokinen: “E' davvero dura perdere così: si vince l'oro e si vince il bronzo, l'argento è la medaglia di chi perde”
Tabellino:
Finlandia – Svezia 2-3 (1-0,1-2,0-1)
14:45 1:0 FIN 4 TIMONEN Kimmo (8 SELANNE Teemu)PP
24:42 1:1 SWE 40 ZETTERBERG Henrik (37 SAMUELSSON Mikael,8 BACKMAN Christian)PP
33:24 1:2 SWE 7 KRONWALL Niklas (40 ZETTERBERG Henrik)
35:00 2:2 FIN 16 PELTONEN Ville (36 JOKINEN Jussi,12 JOKINEN Olli)
40:10 2:3 SWE 5 LIDSTROM Nicklas (13 SUNDIN Mats, 21 FORSBERG Peter)