Svezia contro Finlandia

Jari Kurri e Wayne Gretzky si abbracciano dopo la partita di Nagano 1998

Svezia e Finlandia sono le squadre che si contenderanno il titolo olimpico a Torino 2006: dopo aver battuto rispettivamente Repubblica Ceca e Russia, le due compagini nordiche sono pronte a battersi per conquistare la medaglia d'oro. Le due nazioni hanno una lunghissima tradizione hockeystica e sono divise da una dura rivalità : in questo articolo cercheremo di raccontare brevemente la loro storia.

All'inizio del XX secolo, in entrambi i paesi il principale gioco sul ghiaccio era sicuramente il bandy. Gli abitanti svedesi lo adoravano e diventarono (assieme ai Russi) i migliori interpreti di questa disciplina; l'hockey canadese non sembrava attecchire, nonostante l'ingresso della Svezia nella IIHF nel 1912.

Tuttavia, nel 1919 iniziò il cambiamento che avrebbe portato la Svezia ai vertici dell'hockey mondiale: convinto che gli abili giocatori svedesi di bandy sarebbero potuto diventare ottimi hockeisti, il distributore cinematografico statunitense Raoul Le Mat (residente a Stoccolma) decise di insegnare e spiegare con insistenza le regole della disciplina canadese; Le Mat, inoltre, propose alla federazione nazionale di calcio (che controllava anche il bandy) la partecipazione della Svezia alle Olimpiadi di Anversa nel 1920.

Tuttavia, questo progetto era di difficile applicazione, anche perché pochissimi svedesi erano in possesso del materiale adatto per l'hockey; inoltre soltanto tre giocatori, Hansi Georgii, Nils Molander e David Safwenberg, avevano esperienze in campo hockeistico, essendosi trasferiti in Germania e giocato in squadre di Berlino.

Nonostante le enormi difficoltà , la Svezia, guidata in panchina da Le Mat, si comportò dignitosamente al torneo olimpico (3 vittorie e 3 sconfitte), guadagnando un discreto quarto posto, dietro Canada, USA e Cecoslovacchia; inoltre, gli Svedesi furono gli unici che riuscirono a segnare una rete alla formazione della Foglia d'Acero.

In poco tempo la Svezia raggiunse la vetta delle competizioni internazionali, conseguendo ottimi risultati: nel 1921 gli Svedesi si laurearono campioni europei, per poi riconquistare il titolo anche nel 1923, nel 1928 e nel 1932; alle Olimpiadi Invernali del 1928 a St. Moritz, la Svezia fu premiata con un'eccezionale medaglia d'argento, superata solo dai Maestri Canadesi. Grazie a questi successi, il Paese della Scandinavia si appassionò all'hockey, tanto che nel 1922 fu fondata la Federazione Nazionale.

Note:
– Tra il 1921 e il 1927, nel 1929 e 1932 furono organizzati i Campionati Europei.
– Il campionato europeo del 1921 fu in verità  disputato da sole due squadre: Svezia e Cecoslovacchia.
– Dal 1930 in poi (escluso il 1932) il Campionato Europeo fu inglobato all'interno del Mondiale.
– Nel 1991 il titolo europeo fu soppresso.

Tuttavia per un breve periodo, la Svezia si ritirò dalle competizioni internazionali per protestare contro la decisione del CIO, che aveva escluso Austria e Germania, in seguito alla Prima Guerra Mondiale: nel 1924 la Svezia chiese la riammissione delle due nazioni ma, a causa del rifiuto, si ritirò dalla Federazione Internazionale, rientrando nel 1926, quando i due paesi di lingua tedesca furono re-introdotti. Tuttavia a causa di problemi economici, le partecipazioni svedesi a mondiali, europei ed olimpiadi furono alquanto limitate, almeno fino agli anni '30.

Il primissimo fuoriclasse nella storia dell'hockey svedese fu Nils Molander, che fin dal 1908 risiedeva in Germania, giocando per il Berliner Schlittschu Club; Molander partecipò alle Olimpiadi di Anversa del 1920, mantenendo livelli di eccellenza per tutti gli anni '20. L'altra grande superstar svedese fu Gustaf “Lulle” Johansson, uno dei più pericolosi attaccanti europei: Lulle iniziò la propria carriera negli anni '20 con la maglia dell'IK Gà¶ta Stockholm, la principale squadra del campionato nazionale, prima di trasferirsi al Berliner SC, che anche negli anni '30 festeggiò numerosi titoli di Germania.

Oltre a Molander e Lulle Johansson, i principali giocatori svedesi furono:

Curt Sucksdorff (il portiere)
Erik Barman
Mulle Petersen
Carl Abrahamsson
Sigge Öberg
Birger “Bigge” Holmqvist

La Svezia è nota come la Squadra delle Tre Corone (i tifosi, infatti, gridano Heja Tre Kronor), ma soltanto nel 1938 la maglia della nazionale fu decorata con quel simbolo, che ricalca le Tre Corone del Palazzo del Municipio di Stoccolma e rappresenta l'intero paese.

Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, la Svezia continuò a produrre fuoriclasse, aggiudicandosi cinque titoli europei e tre mondiali tra gli anni '50 e '60; il più celebre campione di quel ventennio fu sicuramente Sven “Tumba” Johansson, forse la più grande superstar svedese di sempre.

Per oltre due decenni, Tumba dominò l'hockey europeo, vestendo la divisa giallo-blu per 245 volte e segnando 223 gol (record nazionali); Johansson era dotato di un tiro potentissimo che si trasformava in un'arma letale per i portieri avversari. Nel 1957, Tumba fu invitato dai Boston Bruins, impressionando positivamente gli osservatori nordamericani, che gli offrirono un contratto per le minor leagues; tuttavia, dopo 5 partite con i Quebec Aces, Tumba rientrò in Svezia, poiché altrimenti avrebbe perso lo status di dilettante e sarebbe stato escluso dalla nazionale.

Altri protagonisti di quel periodo furono i difensori Lars Bjà¶rn, Roland Stoltz e gli attaccanti Eilert “Garvis” Mà¤ttà¤à¤, Ronald “Sura-Pelle” Pettersson e Lennart Svedberg; tra questi campioni, quello con la storia più affascinante fu sicuramente Svedberg, che a soli 17 anni, debuttò contro la Cecoslovacchia nel 1961.

All'inizio della propria carriera, il giovane fuoriclasse era utilizzato come attaccante, ma con il passare degli anni fu spostato in difesa, posizione in cui eccelse; anche il mitico Anatoly Tarasov si rese conto dell'estrema classe di Svedberg, tanto che lo invitò a Mosca per disputare una serie di esibizioni con la maglia del CSKA. Purtroppo il 29 luglio 1972 a soli 29 anni, Svedberg perse la vita in un tragico incidente stradale, lasciando un vuoto incolmabile negli appassionati di hockey.

Negli anni '70 gli Svedesi iniziarono la loro emigrazione verso il Nord-America, giocando sia nella NHL, sia nella WHA: dopo Ulf Sterner nel 1963-64, fu la volta di numerosi fuoriclasse che deliziarono gli appassionati canadesi e americani, nonostante le estreme difficoltà  di ambientamento.

Il più celebre, probabilmente, fu Borje Salming, splendido difensore dei Toronto Maple Leafs, che assieme ai connazionali Andres Hedberg e Ulf Nilsson, partecipò alla Challenge Cup del 1979: i tre svedesi furono gli unici giocatori non canadesi presenti nel roster delle NHL All-Stars che sfidarono la nazionale sovietica.

Negli anni '80 la Svezia continuò a giocare ad altissimo livello, raggiungendo la finale di Canada Cup nel 1984 e vincendo il titolo mondiale nel 1987; tra i massimi fuoriclasse possiamo ricordare Hà¥kan Loob, Thomas Steen, Kent Nilsson, Anders Erdenbrink nella squadra del 1984, Bengt-Ã…ke Gustafsson, Tomas Sandstrà¶m, Peter “Pekka” Lindmark e ancora Hà¥kan Loob in quella del 1987.


Peter Forsberg segna il rigore decisivo a Lillehammer 1994

Tuttavia il trionfo più dolce nella storia dell'hockey svedese fu la medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Lillehammer nel 1994, in cui brillarono le stelle di Tommie Salo e Peter Forsberg, protagonisti della finale contro il Canada: in quell'incontro, i Nordamericani presero un vantaggio per 2-1, ma Magnus Svensson pareggiò il conto a pochi minuti dalla sirena, forzando la partita ai tempi supplementari; nel prolungamento, nessuna delle due squadre riuscì a prevalere sull'altra e così sarebbero stati i rigori ad assegnare la medaglia d'oro.

Dopo alcuni gol e alcuni errori, fu il turno di Peter Forsberg, che in caso di realizzazione avrebbe dato alla Svezia un importantissmo vantaggio: il futuro beniamino dei Colorado Avalanche non fallì, obbligando Paul Kariya a segnare, altrimenti il Canada sarebbe stato sconfitto; purtroppo per i Nordamericani, Tommie Salo respinse il tiro, regalando alle Tre Corone uno storico titolo olimpico.

Dopo il trionfo di Lillehammer, la Svezia dovette ingoiare dei bocconi amari nelle seguenti competizioni internazionali: a Nagano 1998, infatti, fu sconfitta dalla Finlandia, mentre a Salt Lake City (in cui aveva battuto il Canada nell'incontro d'apertura) fu incredibilmente superata dalla Bielorussia, che si avvantaggiò di un terribile errore del portiere Tommie Salo.

Anche la World Cup 2004 fu un'autentica delusione per le Tre Corone: considerata una delle principali antagoniste del favorito Canada, la Svezia fu eliminata nei quarti di finale dalla Repubblica Ceca; la sconfitta per 6-1 fu un durissimo colpo per gli spettatori presenti a Stoccolma. Domenica prossima, la Svezia cercherà  di cancellare le delusioni del passato. Nella sfida per la medaglia d'oro la squadra delle Tre Corone incontrerà  la propria grande rivale!

La storia dell'hockey in Finlandia è simile a quella svedese: i primi tentativi di introdurre il gioco nel paese nordico furono preparati dal professor Leonard Borgstrà¶m sul finire del XIX secolo, ma ebbero scarso successo: pochi anni dopo gli abitanti finlandesi persero ogni tipo di interesse, preferendo il bandy.

Soltanto negli anni '20, la Finlandia si ri-avvicinò all'hockey: i membri della squadra nazionale di pattinaggio erano rimasti colpiti dalla velocità  di questo gioco, quindi nel 1927 decisero di introdurre la disciplina canadese all'interno del proprio programma sportivo nel 1927; l'anno successivo avvennero due eventi molto importanti, vale a dire l'istituzione del campionato nazionale (organizzato dalla Federazione Calcio) e l'ingresso all'interno della IIHF.

Gradualmente, l'hockey iniziò ad espandersi in tutta la nazione, togliendo al bandy il ruolo da protagonista; nel 1929 fu ufficialmente fondata la Suomen Jà¤à¤hockeyliitto (l'Associazione Nazionale di Hockey su Ghiaccio), anche se si sarebbe dovuto attendere il 1939 per assistere al debutto finlandese ai Campionati del Mondo.

Tuttavia, gli inizi furono alquanto complessi per la nazionale bianco-blu, anche perché a differenza degli altri paesi, in Finlandia non erano presenti rink artificiali che permettessero gli allenamenti in qualsiasi condizione meteorologica: finalmente, il 22 novembre 1955 fu costruito a Tampere un nuovo palazzo del ghiaccio, che avrebbe dato grande impulso all'hockey finlandese.

Negli anni '60 la Finlandia entrò definitivamente nell'elite dell'hockey internazionale, grazie a due eventi importanti, l'argento europeo nel 1962 e l'organizzazione a Tampere dei Mondiali nel 1965; tuttavia, nonostante ottimi campioni, la Finlandia dovette attendere gli anni '80 prima di risalire sul podio continentale, con gli argenti del 1985 e del 1986.

Analizzando l'albo d'oro finlandese, si può facilmente notare la differenza con le altre grandi nazionali: per quanto riguarda le Olimpiadi, la nazionale bianco-blu guadagnò la prima medaglia ai Giochi di Calgary nel 1988, in cui conquistò un eccellente argento dietro la grandissima Unione Sovietica; successivamente, la Finlandia si piazzò per due volte al terzo posto, nel 1994 ad Albertville e nel 1998 a Nagano. Senza dubbio, l'edizione giapponese dei Giochi Olimpici sarà  sempre ricordata dai tifosi nordici: quella medaglia di bronzo fu conquistata dopo due spettacolari vittorie sulla Svezia (nei quarti di finale) e sul Canada (nella finale per il terzo posto).

Nella propria storia, soltanto nel 1995 la Finlandia si è piazzata sul gradino più alto del podio: in quell'edizione dei Mondiali, la formazione del Leone Rampante, guidata dal difensore Timo Jutila (capitano) e da Saku Koivu, Jere Lehtinen e Ville Peltonen, sconfisse nella finalissima la Svezia padrona di casa, conquistando una storica medaglia d'oro; il coach della nazionale finlandese era lo svedese Curt Lindstà¶m, che giocò sicuramente un “tiro mancino” ai suoi connazionali, guidando gli eterni nemici alla medaglia d'oro. L'inaspettato trionfo fu salutato da tutto il popolo finlandese, che si riversò nelle principali piazze per celebrare la vittoria.

Nonostante questo unico successo, la Finlandia è riuscita a produrre tantissimi giocatori di qualità , tra cui spicca senza ombra di dubbio il mitico Jari Kurri: giocando con i mitici Edmonton Oilers, Kurri ebbe la “fortuna” di essere inserito nella stessa linea di Wayne Gretzky, con cui formò un'accoppiata leggendaria; è chiaro che se Kurri non fosse stato ingaggiato dagli Oilers, le sue statistiche sarebbero state inferiori, ciononostante va ricordato che giocare insieme a The Great One era un compito difficilissimo che richiedeva classe, talento ed intelligenza, doti che Kurri disponeva in abbondanza.

In tutta la propria carriera nella NHL, Kurri (che disputò una stagione anche in Italia) ottenne dei risultati eccezionali: 1251 partite, 601 gol, 797 assist, 1398 punti (soltanto 13 giocatori hanno collezionato almeno 1000 partite, 500 gol, 700 assist e 1000 punti) e soprattutto 5 Stanley Cup, numeri che gli hanno garantito il 50esimo posto nella lista dei 50 migliori giocatori NHL di sempre.

Negli anni '90 nella NHL sono arrivati altri grandi campioni finlandesi, tra cui ricordiamo Teemu Selanne, Jere Lehtinen, Sami Kapanen e soprattutto Saku Koivu, il capitano dei Montreal Canadiens: quest'ultimo merita sicuramente una menzione speciale poiché è riuscito a sconfiggere un tumore, rientrando ai massimi livelli.

Anche il nuovo millennio sta portando delle enormi soddisfazioni alla nazione del Leone Rampante: durante la World Cup 2004, la Finlandia ha disputato delle eccellenti partite, raggiungendo addirittura la finale contro il Canada; nonostante la sconfitta per 3-2, i Finlandesi sono usciti a testa altissima, consci di aver creato numerose difficoltà  ai fuoriclasse della Foglia d'Acero.

Il protagonista della cavalcata finladese nella World Cup fu senza dubbio il portiere Miika Kiprusoff, che pochi mesi prima aveva guidato Calgary ad un passo dalla Stanley Cup. Il goalie dei Flames è stato uno dei grandi assenti della rassegna olimpica di Torino 2006, eppure la Finlandia ha confermato il proprio valore.

Come detto in precedenza, Svezia e Finlandia sono divise da un'acerrima rivalità , che spesso ha creato delle vere e proprie battaglie sul ghiaccio: la prima sfida tra le due nazionali nordiche risale al lontano 1928, quando le Tre Corone (rappresentate completamente dall'IK Gota di Stoccolma) si imposero per 8-1; le due compagini si sarebbero incontrate molte altre volte, anche se solo nel 1959 i Finlandesi poterono esultare per la prima vittoria (4-1).

Ovviamente a causa delle numerose partite tra Svezia e Finlandia, è molto difficile affermare quali siano state le più spettacolari. Gli appassionati svedesi ricordano molto volentieri questi incontri:

Campionato del mondo 1986: la Finlandia è in vantaggio per 4-2 a 40 secondi dalla fine, ma due reti di Anders “Masken” (Verme) Carlsson impattano l'incontro.

Campionato del mondo 1991: la Finlandia è in vantaggio per 4-2, ad un minuto dal termine, ma Mats Sundin riesce a pareggiare con due gol.

Campionato del mondo 1992: la Svezia batte in finale la Finlandia per 5-2 a Praga e si laurea campione del mondo.

Campionato del mondo 2003: la Svezia batte la Finlandia per 6-5, dopo essere stata in svantaggio per 1-5.

Le seguenti, invece, sono le sfide che gli appassionati finlandesi amano ricordare:

Canada Cup 1976: la forte Svezia conduce 4-1 durante il secondo periodo, ma la Finlandia riesce a rimontare, vincendo la partita 8-6.

Campionato del mondo 1995: Svezia, padrona di casa, e Finlandia si sfidano nella finale del torneo; la squadra del Leone Rampante batte 4-1 gli avversari e si aggiudica la prima medaglia d'oro della propria storia.

Olimpiadi 1998: Svezia e Finlandia s'incontrano nei quarti di finale, in cui Saku Koivu e compagni s'impongono 2-1, qualificandosi per le semifinali.

Riguardo alla partita del 1976 esiste un curioso aneddoto, che viene raccontato dai ricercatori Joe Pelletier (canadese) e Patrick Houda (svedese) nel loro libro sulla Canada Cup: qualche ora prima dell'incontro, i giocatori finlandesi si erano recati alla mensa per consumare il pranzo; con grande stupore si accorsero che i loro posti a tavola, ma soprattutto il loro pasto erano stati presi dai cugini svedesi. Lasse Oksanen (autore di due gol in quella partita) raccontò che quello scherzo fu fatto di proposito!

Svezia e Finlandia hanno spesso regalato partite emozionanti e cariche di tensione. Siamo sicuri che la prossima finale olimpica saprà  soddisfare tutti gli appassionati di hockey.

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