Prospetti 2006: Quarterback

Jay Cutler, Vanderbilt, il terzo incomodo tra le grandi stelle Young e Leinart… sarà  una scommessa vincente?

E' il momento del ruolo più affascinante e decisivo di qualsiasi squadra di football che si rispetti: il quarterback. Un passer deve avere braccio, occhio, leadership, fantasia, tocco, abilità  tecniche e tattiche fuori dal comune se vuole essere grande. In passato abbiamo assistito ad episodi di giocatori non fenomenali in questo ruolo in grado di arrivare al vertice, all'anello; altri assolutamente straordinari non sono riusciti a salire sul gradino più alto della loro vita sportiva.

Eppure i leader dell'huddle restano nella storia anche quando le cose vanno male. I giocatori che dalla posizione di quarterback dimostrano doti eccezionali regalando imprese e spettacoli incredibili proprio nel momento in cui il football entra nel vivo, quando la palla sganciata da una bracciata perfetta compie spirali magiche e taglia il campo per finire tra l mani del WR lanciato a meta, meriteranno di dare il nome a vie e stadi.

Quando un lancio profondo riesce perfettamente, quando una cannonata trova davvero il modo di distruggere ogni tentativo di difesa e lo stadio esplode per un solo grande gesto, il gioco più spettacolare e difficile è compiuto, la gloria talvolta troppo breve di un attimo di storia è toccata.

Ma serve altro per essere grandi, certamente, quando però un quarterback tocca questi livelli con continuità  e capacità  indiscutibili è destinato alla Hall of Fame. Anche senza anelli al dito. E quando nuovi nomi già  pluridecorati in giovane età  si affacciano al draft il peso della storia grava su di loro, tra parallelismi col passato, paragoni, speranze e scommesse.

Anche se la storia deve ancora essere scritta e gli anelli sono ben lontani dall'essere assegnati. Il ruolo più affascinante e invidiato di questo sport porterà  giocatori interessanti anche al prossimo draft, con due giocatori su tutti già  acclamati come campioni prima ancora di indossare un elmetto di una delle 32 franchigie NFL.

Matt Leinart e Vince Young.

Due nomi che fanno girare la testa ai fans di tutte le squadre che si trovano in buona posizione per scegliere. Houston ha la prima chiamata ma sembra davvero scontato che nessuno dei due verrà  scelto dai texani, ancora in imbarazzo tra una trade down e l'Heisman Trophy 2005 Reggie Bush. Seguono i New Orleans Saints, i Tennessee Titans, i NY Jets" come possono non uscire entrambi tra i primi 4 picks?

Lo vedremo ad aprile, per ora diamo per scontato che ciò è assolutamente impossibile che accada. Jay Cutler è candidato ad essere la miglior sorpresa in questo draft, ma i due ragazzi scontratisi all'ultimo Rose Bowl (con vittoria dei Longhorns di Young) sembrano altra cosa per quanto visto sino ad oggi.

Leinart (6-5/225 lbs. senior, USC) è il mio preferito, lo dico subito; nonostante l'Heisman Trophy 2004 l'ex Trojans deve lottare però contro una stampa che improvvisamente gli si è "rivoltata" contro successivamente all'esplosione del suo compagno di squadra Bush e la grande stagione di Young chiusasi proprio con vittoria (e grande prestazione) del QB di Texas.

Leinart avrebbe potuto abbandonare la NCAA un anno fa diventando prima scelta assoluta a mani basse ma ha preferito insistere e provare a vincere il terzo bowl di fila senza riuscirci. Agevolato da una squadra devastante come potere offensivo e da una copertura in linea fuori dal normale, Leinart ha evidenziato un carattere eccezionale, una leadership sopra la media, un voglia di lavorare e apprendere mai in calo.

Il mancino di USC ha mostrato un'intelligenza non indifferente che, sul campo, lo ha reso un generale ed un QB capace di ogni cosa. Leinart ha buon braccio per tracciare col pallone ogni angolo del campo e un tocco che gli permette di infilare l'ovale ovunque possa arrivare un proprio ricevitore; non cerca, però, il colpo a sorpresa ed è bravissimo nel prendersi ciò cha la difesa concede, forzando davvero raramente un pallone sul profondo. Freddo, rapido nel pensare e nell'agire è ottimo nelle situazioni di no-huddle e capace di guidare senza intoppi una squadra in cerca di rimonta.

La scelta di prolungare la permanenza al college gli costerà  probabilmente la prima chiamata di quest'anno, ma sembra davvero uno dei pochi giocatori offensivi usciti negli ultimi anni già  capace di giocare tra i pro sin dal primo snap di settembre.

La sua volontà  nel seguire i coach nel lavoro e negli insegnamenti paga a qualsiasi livello e non dovrebbe essere da meno tra i ragazzi più grandi. Redshirt nel 2001 è un "third string" l'anno successivo, fino a quando nel 2002 esplode con 3556 e 38 TD.

Grazie alle sue caratteristiche di studio della difesa e di freddezza nel backfield, il gigante buono di USC è difficile da intercettare (23 in tre anni, mai in doppia cifra in una sola stagione) e nel 2004 conferma ogni dote vista in precedenza mettendo in aria 269 completi che fruttano 3322 yards e 33 TD e vincendo il secondo titolo nazionale.

Perde il Rose Bowl e i titoli in prima pagina nel 2005 ma arrivano ugualmente 3815 yards e 28 TD confermando, se ancora ce ne fosse bisogno, l'assoluta grandezza di questo prospetto. Nonostante qualche acciacco e la non eccelsa rapidità  nei movimenti il ragazzo sembra in grado di poter reggere l'impatto della NFL già  dall'anno da rookie. E' un passer da tasca, un Peyton Manning all'apparenza un pochino più mobile e certamente meno scrupoloso sugli audibles, ma non manca di nessuna delle caratteristiche che, potenzialmente, potrebbero renderlo grande.

Il più esplosivo Vince Young che, per un quarterback, vanta un cognome niente male, rimane però il giocatore che più accende le fantasie del pubblico. Il suo spot pubblicitario potrebbe essere che "se Vick vi ha divertito io vi farò impazzire".

E magari vincerà  anche di più. Prendete infatti il quarterback di Atlanta, dategli un braccio migliore, una dozzina di centimetri e una ventina di chili in più ed otterrete Young. Senior di 6-5 piedi per 233 libbre tutto esplosività , Vince Young è il giocatore diametralmente opposto a Leinart.

Spesso in scramble, ottimo ad uscire su corsa dalla tasca eppur dotato di un buon lancio anche se non potentissimo, Young cede il passo nella capacità  di lettura e capacità  di improvvisazione in caso di difficoltà , risultando molto più istintivo quando è ora di muoversi e meno capace di reggere la pressione o di ragionare a "palla viva" sul campo.

Dovrà  lavorare sulla meccanica di lancio anche se il rilascio è davvero rapido e necessita di abituarsi a non fissarsi sempre e solo sul ricevitore principale, difetto che lo rende vulnerabile quando gli spazi sul primo target si chiudono.

Capace di colpire e guadagnare yards sia via aria che via terra, sfrutta la più grande abilità  di corsa mai avuta da un QB presente al draft dai tempi di Michael Vick, ma non riesce comunque a convincere più di Leinart per quanto riguarda buona parte delle doti che un passer deve avere, anche se appare scontato che i margini di crescita siano maggiormente presenti in questo caso che non nell'ormai ex QB di USC.

Le 2004 yards lanciate nei primi due anni da starter sono state compensate dalle 302 corse che hanno fruttato 2077 yards, ma è stato il suo anno da senior a promuoverlo per maturità  e doti da prima scelta assoluta.

Esploso improvvisamente in una stagione dai numeri esagerati (3036 yards lanciate con 26 TD e 1050 yards corse con 12 TD) che lo ha visto risultare come primo atleta di sempre oltre le 3000 yards su lancio e le 1000 su corsa in una stagione NCAA. Queste gesta gli sono valse i Maxwell e Davey O'Brien awards nonché il titolo di campione nazionale proprio grazie ad una sua segnatura su corsa nel finale.

La scarsa capacità  di lettura in NFL potrebbe però essere un handicap ben più grave del previsto nel momento in cui venisse forzato dalle più esperte e pesanti difese professionistiche a giocare troppo sulle gambe, rendendolo più prevedibile, lontano dalle proprie certezze e vulnerabile ai colpi.

Tutto questo potrebbe non solo causare infortuni anche seri, ma non ci stupiremmo di vedere un gran talento sprecarsi tra le praterie che tanto ama nel campo di gioco, per vittorie spettacolari quanto inutili a fine carriera. Serve maturità  per crescere di "grado", se ciò accadrà  potremmo vedere cose strepitose, altrimenti rischieremmo di essere di fronte a un grande incompleto.

Jay Cutler: scommessa o certezza?

Nelle ultime settimane ha preso sempre più largo l'ipotesi di Cutler (6-4/230 lbs. senior, Vanderbilt) che, visto il "rinvio" scelto da Brady Quinn di Notre Dame, si trova improvvisamente ad essere un first rounder. Secondo molti analisti i numeri di Cutler sono falsati dall'appartenenza del suddetto a un college perdente come Vanderbilt, ma in realtà  il ragazzo nasconderebbe qualità  non indifferenti.

Perfetto per una WCO Cutler si trova a proprio agio nella tasca da dove, se ben protetto, sembra ottimamente attrezzato per lanci medio-corti anche se messo sotto pressione. Buono il rilascio e il tocco, che va però perdere quando cerca il profondo ed i suoi palloni risultano un tantino forzati.

Abbastanza mobile è comunque un QB tutto da scoprire, le sue 5923 yards lanciate in tre anni (record personale nel 2004 con 2646, unica stagione oltre le 2000) non vanno certo di pari passo con gli elogi sprecati nelle ultime stagioni; continua inoltre a stonare il rapporto TD-INT ottenuto dal 2003 a oggi (10-9, 18-13, 10-5) che non sappiamo davvero se attestare alla sola mediocrità  del resto della squadra.

Una cosa è certa, Vanderbilt con lui ha sfiorato la prima stagione vincente dopo 23 anni chiudendo con 5-6 e trovando un quarterback capace di lanciare almeno il 60% dei completi nella stagione da junior, soltanto il terzo in grado di ottenere tale percentuale per questo college. Il mistero verrà  sciolto solo dalla carriera NFL, dove potrebbe approdare ai Detroit Lions (9) o ai Miami Dolphins grazie alla stima che l'head coach Saban nutre nei confronti del ragazzo, ma non si possono escludere sosprese che vedrebbero Cutler uscire molto più in alto. Una scommessa durissima ma altamente affascinante, un giocatore che andrà  cresciuto e seguito e non potrà  di certo essere bruciato alla primissima stagione.

Gli inseguitori.

Difficilmente altri quarterback riusciranno a trovare spazio durante le prime 32 chiamate, ma certamente qualche nome che potremmo risentire in futuro potrebbe essere pescato al secondo round o più in basso ancora.

Primo della lista dei giocatori non acclamati dalla grande critica è Omar Jacobs (6-4/226 lbs. junior, Bowling Green), giocatore di grandi doti visive sia per quel che riguarda il campo che per le letture.

Capace di colpire con lanci già  ritenuti di un livello professionistico, Jacobs è anche agile sulle gambe pur preferendo rimanere con calma nella tasca per poter leggere meglio i giochi. Paga un QB non troppo forte anche se all'interno di esso è riuscito, nell'anno da junior, a guadagnare ben 4002 yards.

Preciso, raramente spreca palloni o forza giocate che costano gli intercetti, sembra soffrire una penalizzante pressione psicologica quando, due volte su tre, sparisce nelle partite che contano. Se le sue stats mostrano grande precisione e qualità , bisogna aggiungere comunque che il gioco a cui si è abituato a Bowling Green è quasi esclusivamente basato sulla spread offense dove ha ricevuto snap quasi solo dalla posizione di shotgun.

E' un probabile secondo giro, non può essere un titolare sicuro prima del terzo anno NFL. Brode Croyle (6-3/205 lbs. senior, Alabama) e Charlie Whitehurst (6-4/225 lbs. senior, Clemson) sono gli ultimi due giocatori abbastanza interessanti da poter risultare come first rounder (su 26 quarterback totali).

Croyle è adatto per le cure dei grandi maestri, vista la dedizione al lavoro può essere aiutato a crescere tanto se seguito con cura e abbandonato dalla sfortuna che più volte lo ha perseguitato con fastidiosi infortuni, talvolta anche gravi come quello subito alla spalla. Croyle va lanciato nel modo che può essergli più congeniale, obbligandolo a spostarsi dalle proprie comodità  di tasca dalla quale potrebbe uscire vista la buona mobilità , ma all'interno della quale adora attendere a volte anche per troppo tempo.

Ha un buon lancio, con un repertorio perfetto per le chiamate NFL, anche se il rapporto TD-INT, pur migliorando di anno in anno (da 1-1 a 1-4), è ancora pessimo per via dell'abitudine di forzare troppi lanci sul profondo senza la giusta convinzione. Charlie Whitehurst, invece, è il prototipo del QB "old style" da NFL.

Piantato all'interno della propria tasca è preciso e capace di raggiungere ogni zona del campo grazie ad un ottimo tocco anche quando si tratta di lanciare verso le deep. Troppo suscettibile, paga le imprecisioni e le pessime decisioni prese quando si trova sotto pressione dove, puntualmente, tende ad evitare inspiegabilmente l'uso delle gambe. Figlio del quarterback David Whitehurst (Green Bay Packers1976-83) è un giocatore dal buon potenziale che necessita di essere cresciuto e ben allenato.

Il rimanente dei giocatori in questo ruolo difficilmente otterrà  una chiamata nel primo giorno di scelte, anche se due paroline andrebbero spese per Darrel Hackney (6-1/240 lbs. senior, UAB) grosso QB capace di giocare palloni importanti pur senza essere un atleta particolarmente agile o dotato di buona meccanica. Hackney è un giocatore in grado di reggere il colpo dei difensori grazie a un buon fisico e una discreta mobilità , ma è la capacità  di usare le gambe per correre bene che manca.

Potrebbe essere considerato un giocatore importante intorno al terzo giro, visto le potenzialità  che nel tempo potrebbero emergere trasformandolo in un pick a sorpresa. Menzione d'onore per Marcus Vick (6-0/216 lbs. junior, Virginia Tech), fratello del più celebre Michael che fino a quando ne è stato in grado ha mostrato davvero un buon football.

Veloce e mobile quanto il fratello, esplosivo come il più anziano dei quarterback di famiglia ma dotato di un lancio apparentemente migliore pagherà  caro le varie espulsioni dalle attività  sportive dovute a prestazioni ben poco sportive e sfociate nella definitiva cacciata da Virginia Tech a gennaio.

Il suo carattere potrebbe trasformarlo in undrafted, anche se ciò che ha fatto vedere meriterebbe un po' di fiducia. Siamo certi che se non verrà  scelto non sarà  perché ha lanciato poche yards o troppi intercetti, ma per statistiche che chi deve gestire una squadra raramente vede di buon occhio.

Arrestato per guida pericolosa ed eccesso di velocità ; per aver avuto rapporti sessuali con una quindicenne alla quale aveva anche "passato" alcolici; possesso di marijuana, rissa con tanto di arma da fuoco puntata contro un ragazzo" al tutto si aggiungono esplosioni sul campo da gioco con insulti al pubblico e risse con avversari.

Insomma, un talento con la testa incontrollabile, un rischio altissimo che non so in quanti vorranno prendersi.

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