Ruslan Fedotenko sempre in forma per i Lightning…
Durante il 24esimo tutto esaurito in 28 gare disputate sul ghiaccio amico i Senators incagliano contro i Thrashers, la squadra più pazza della lega. Gli ospiti, infarciti di ex e determinati a fare bene, hanno imbrigliato gli special teams dei più quotati Senators e hanno spinto il cuore oltre l'ostacolo anche per fare uno sgarbo a Heatley, diventato una star in Georgia e ora felice di indossare la casacca biancorossa di Ottawa. Così dopo il gol di Meszaros, rookie slovacco, terribile e sorprendente, i ragazzi di coach Hartley s'alzano le maniche e iniziano a prestare attenzione su ogni hit, su ogni puck, su tutto.
Così prima Kovalchuk pareggia i conti in powerplay e poi, nell'ultimo terzo, Sutton sigla il gol del sorpasso: entrambe le marcature in superiorità numerica (2 su 5 per gli ospiti contro il negativo 0 su 3 dei padroni di casa, da un paio di partite a secco in powerplay) ed entrambe servite dal duo Savard - Havelid. Alla fine a festeggiare è l'altro ex e l'altro slovacco, cioè Marian Hossa, per due stagioni top scorer dei senatori e ora in forza ad Atlanta.
Tampa Bay tuttavia non perde un colpo e riesce a ribaltare una situazione a dir poco critica grazie alle parate del suo portierone, al secolo John Grahame. L'americano, sicuro protagonista alle Olimpiadi torinesi, ha sostituito un opaco Burke (3 gol subiti su 8 tiri) e da lì in poi per i pur coriacei Hurricanes non c'è stato più modo di trovare la via del gol, con la delusione di coach LaViolette a fine partita.
La gara era iniziata, come accennato, in modo positivo per gli ospiti del North Carolina: Ward e Babchuk avevano spinto il piede sull'acceleratore (e si ricordi che Carolina è una potenza statisticamente parlando quando segna il primo gol della partita) ma Artyukhin e Modin avevano rimesso le cose a posto per i fulmini della Florida. Nel secondo periodo poi Cole ha battuto al primo tiro Burke e così Tortorella ha deciso per il cambio: da quel punto in poi il St.Pete Times Forum si esalta.
Sì perché segna prima Prospal, poi Grahame stoppa un penalty shot di Cole, quindi Modin firma il sorpasso. Fedotenko poi fissa il punteggio a gabbia sguarnita: 5-3 senza appelli, i Canes perdono per la terza volta nelle ultime 18 partite.
E per Carolina è bene che arrivino presto queste sacrosanti Olimpiadi. Perdere contro gli ultimi della classe, in casa contro dei Penguins che non vincevano lontani dalla Pennsylvania dal 3 gennaio, giocare così male per almeno 40 minuti e farsi mettere sotto da una squadra in chiara crisi di risultati e di gioco è quanto di peggio poteva capitare ai leader della NHL. Perciò è meglio tirare un po' il fiato.
Certo, il goale ospite Caron ha fatto il suo con ben 34 interventi vincenti e Staal (come è possibile che non faccia parte del roster canadese di Torino?) ha sfoderato una prestazione sui generis con un doppietta e un assist ma in fin dei conti Crosby (altro incredibile assente in Piemonte) e soci non hanno dovuto sudare poi così tanto per avere la meglio degli avversari.
Il baby fenomeno ha siglato il gol della vittoria ma importante è anche stato il 3-2 di LeClair che ha così replicato al momentaneo 2-2 di Stillman. Il colpo di coda di Staal, il gol del 4-3, ha fatto sì che gli uragani tentassero l'assalto finale: invano. Dopo tempo immemore Carolina perde due partite in fila.
A Washington non va meglio nella partita degli assenti, da una parte e dall'altra. L'altra si chiama Philadelphia, una squadra in piena lotta playoff orfana dei vari Forsberg, Primeau, Nedved, Johnsson, Rathje, Therien e Radivojevic, mentre ai capitolini mancava Halpern ma anche Bradley, Clark e Eminger, giocatori che hanno in qualche modo fatto la fortuna dei Caps quest'anno.
Nonostante tutto ne viene fuori una partita piacevole (ben 6 gol in powerplay, 3 a testa) in cui ad avere la meglio è Philly, presa per mano dal goalie Esche (4 gol subiti su 43 tiri) e dall'ottimo Savage, doppietta per lui.
I Caps invece hanno mostrato un po' di mollezza, soprattutto nei primi 30 minuti (in cui comunque Sutherby e Willsie avevano infilato il puck alle spalle del goalie avversario), salvo poi disputare un seconda parte di gara molto positiva in cui Ovechkin e Zubrus hanno tentato di raddrizzare una partita ormai compromessa: il 5-4 finale è forse un risultato bugiardo ma le motivazioni in questi casi sono fondamentali.
Errori mentali, mal di trasferta o semplicemente soggezione: fatto sta che i Panthers non riescono proprio a far buon hockey lontani da Sunrise, tantomeno contro Buffalo, una franchigia che quest'anno contro le squadre del Sud-Est ha sempre fatto bene.
Ma non solo perché nelle ultime 9 gare i ragazzi di coach Lindy Ruff hanno totalizzato la bellezza di 17 punti, hanno perso due partite di fila solo una volta quest'anno (a novembre) e soprattutto sono una delle tre squadre (con Carolina e San José) a non aver mai perso se conducenti con 2 gol. Eppure contro i Cats hanno tremato: in vantaggio per 2-0 con Dumont e Novotny (primo gol in carriera per il 23enne ceco) si fanno raggiungere da Gratton e Sim (seconda giovinezza per l'ex Flyers).
Poi però Vanek prende per mano i padroni di casa (doppietta per lui) e Pominville suggella una buona prova battendo per la quinta volta Luongo, non concentratissimo. Il gol di Van Ryn serve solo alle statistiche, non di certo a questi Cats che ora cercheranno di ritrovarsi nella lunga pausa olimpica.
Per la terza volta quest'anno i Penguins battono i Capitals 6-3 e così per i fanalini di coda è la seconda vittoria di fila in assoluto (non succedeva da fine 2005) e la seconda in trasferta (e l'ultima volta successe a Novembre).
Per Washington invece la quarta sconfitta di fila sotto gli occhi di un MCI Center tutto gremito per la seconda volta quest'anno, stracolmo soprattutto per salutare i tre olimpionici prima della partenza per Torino: Ovechkin (Russia), Majesky (Slovacchia) e Kolzig (Germania, ha appena rinnovato il contratto con le aquile).
I pinguini però fanno un sol boccone degli avversari nonostante un primo periodo combattuto in cui ad andare in gol è solo Crosby (ma il goalie dei Pens Fleury fa 13 interventi vincenti). Nel secondo periodo allora gli ospiti dilagano e sul 5-0 parziale i padroni di casa decidono di svegliarsi con i gol di Pettinger, Ovechkin e Sutherby. Troppo poco perché gli ospiti portano a casa i due punti, Washington si congeda dai proprio tifosi con una figuraccia.
I Thrashers sembrano usciti dalla crisi che diceva 7 sconfitte di fila e lo fa con un pizzico di fortuna e tanta grinta. I georgiani vanno a vincere in Canada, al Centre Bell di Montreal, e lo fanno agli shootout, eventualità finale per decidere il match dopo che i due goalie si sono superati durante i tempi regolamentari: da una parte Huet che sta attraversando un periodo di forma strepitosa tanto da aver relegato Theodore in panchina, dall'altra lo stakanovista Lehtonen, finlandese che salterà le Olimpiadi per il solito dolore all'inguine.
Dunque i 65 minuti di gara si chiudono con un 1-1, Larsen e Bulis i marcatori rispettivamente per Atlanta e Montreal. Poi gli shootout, come detto: Huet fa salvataggi miracolosi su Kovalchuk e Hossa, nulla può su Kozlov che con una giocata alla Krutov, suo idolo da bambino, regala ad Atlanta due punti fondamentali. Appuntamento per la corsa ai playoff fra due settimane.
E ci sarà da divertirsi perché i Lightning non si fermano più e vincono per 6-5 contro i Bruins, su un rink, quello di Boston, in cui Tampa non vinceva da ben 12 anni (e 21 partite di cui 16 sconfitte e 5 pari). Prova di carattere dei campioni in carica che soccombono per lungo tempo contro i pur caldi Bruins (doppietta di Bergeron), ma che grazie a un terzo periodo straordinario riescono ad avere la meglio degli avversari conquistando due punti preziosissimi: doppiette di Fedotenko e Prospal, ma anche Afanasenkov e Craig sul tabellino dei marcatori, il tutto correlato da tre assist a testa di Boyle e Richards e dall'ennesima vittoria di Grahame (sebbene una prova non proprio esaltante con soli 21 interventi vincenti su 26 tiri degli avversari).
Alla fine coach Tortorella è soddisfatto sebbene si dica stranito per la mole di gol fortunosi capitati in tutto il match: poco importa perché i 21 punti nelle ultime 13 partite sono tanti, abbastanza per centrare l'obiettivo playoff.
Chiudiamo con la vittoria di Carolina, la squadra che maggiormente quest'anno ha usufruito della nuova regola degli shootout. Su 7 volte in cui le partite dei Canes sono andate a finire in questo modo, per ben 6 i rossi l'hanno spuntata e anche contro i Sabres il goalie Miller non ha potuto nulla quando al sesto round Staal l'ha trafitto. Buffalo comunque si prende il punto, in una partita per niente facile in cui, però, ci avevano creduto grazie alla doppietta di Dumont che aveva portato gli ospiti avanti per 3-2 (per Carolina gol di Wallin e Cole).
Nell'ultimo terzo gli Hurricanes non ci stanno a perdere per la terza volta di fila e sfoderano un assedio alla porta avversaria che si concretizza con un solo gol, quello del pari di Williams (grava sulla gara un powerplay disastroso di Brind'Amour e soci con un imbarazzante 0 su 9). Poi gli shootout, Gerber para il tiro decisivo di Pominville, Miller non riesce a fare lo stesso col biondo canadese Staal. Carolina c'è.
Finalmente si rifiata. Moltissimi giocatori della SouthEast Division non prenderanno parte alle Olimpiadi e così potranno ricaricarsi in vista di un finale di stagione scoppiettante: grande lotta per accedere ai playoff per Atlanta (26-26-6), Tampa Bay (32-22-4) invece ha da preservare i 9 punti di vantaggio su Toronto, Florida (22-27-8) deve recuperare ma appare tagliata fuori. Carolina (39-14-4), che pure tentenna, punta al President Trophy da raggiungere nelle 25 partite rimaste, mentre non si sa che farà Washington (19-32-5): tenterà di far vincere qualcosa di personale ad Ovechkin o giocherà a perdere per assicurarsi la prima scelta (Malkin?) futura?
Godiamoci lo spettacolo di Torino 2006, poi ne riparliamo.