Evgeni Malkin e Maxim Afinogenov: protagonisti a Torino
Per quanto può sembrare incredibile, una delle maggiori potenze dell'hockey mondiale, dominatrice (come Unione Sovietica) di Mondiali e Olimpiadi (8 ori: 1956, 1964, 1968, 1972, 1976, 1984, 1988 e 1992) non vince più nulla dal 1993 (titolo mondiale in Germania) e spesso le partecipazioni alle maggiori competizioni si sono risolte in figuracce memorabili come in occasione del disastroso mondiale casalingo del 2000, undicesimo posto, peggior risultato della storia, o di quello del 2002 in Svezia, con i russi stra-favoriti battuti incredibilmente in finale dalla Slovacchia.
Gelosie tra i giocatori, soprattutto tra chi gioca in NHL e quelli rimasti in patria, lotte di potere tra i dirigenti, difficoltà nel gestire fuoriclasse dal carattere bizzoso, questi sono i problemi cronici che affliggono lo spogliatoio russo.
Qualcosa però sembra essere cambiato negli ultimi anni: l'arrivo in panchina di un duro come Vladimir Krikunov, coach anche della Dinamo Mosca campione d'Europa e la nomina a GM del totem Valeri Bure, sembrano aver compattato un gruppo che sente la spedizione olimpica come una missione.
Il merito maggiore del "russian rocket" è proprio quello di aver isolato i giocatori dalla guerra che da un anno contrappone il ministro dello sport Vyacheslav Fetisov (il leggendario ex-giocatore del CSKA e di Detroit) al presidente della federazione hockey Alexander Steblin, con il primo che ha già annunciato la creazione di un campionato parallelo a quello ufficiale per l'anno prossimo, che mira a contrapporsi alla NHL, ed il secondo che ha addirittura denunciato un tentativo di avvelenamento da parte del rivale qualche mese or sono.
E' in questo clima non proprio disteso che la nazionale vola dunque a Torino carica di speranze e consapevolezza di essere comunque una delle squadre che possono ambire all'oro: la generazione dei nuovi talenti, ragazzi cresciuti ormai nello "star system" all'occidentale, in un campionato che è ormai il migliore al mondo dopo la NHL, ha tutte le carte in regola per interrompere un digiuno di titoli che a Mosca considerano quasi un insulto a questo sport.
Analizziamo il roster.
Portieri
Evgeni Nabokov, San Josè Sharks;
Ilja Bryzgalov, Anaheim Mighty Ducks
Maksim Sokolov, SKA San Pietroburgo
La defezione di Khabibulin ha un po' rimescolato le carte nella gabbia russa, ma il goalie titolare dovrebbe comunque essere Evgeni Nabokov, guardiano dei San Jose Sharks, nato e cresciuto in Kazakhstan, ma che ha scelto la nazionalità russa, portiere sicuro ed affidabile, vincitore del Calder Trophy in qualità di esordiente dell'anno in NHL nel 2001.
Alle sua spalle si giocano, alla pari, il posto di back-up Bryzgalov, rimasto ad Anaheim contro la sua volontà questa estate, dopo che aveva già firmato con l'Avangard Omsk, e l'esperto Maksim Sokolov, titolare negli impegni europei della squadra, votato recentemente miglior giocatore durante l'All Stars Game della Superliga russa. Coach Krikunov ha dichiarato che nei primi impegni potrebbe essere proprio Sokolov il titolare, in attesa del completo ambientamento dei due "americani".
Difensori
Andrei Markov, Montreal Canadiens
Vitali Vishnevskij, Anaheim Mighty Ducks;
Darius Kasparaitis, New York Rangers;
Fedor Tyutin, New York Rangers;
Daniil Markov, Nashville Predators;
Anton Volchenkov, Ottawa Senators;
Sergei Gonchar, Pittsburgh Penguins;
Sergei Zhukov Lokomotiv Yaroslavl
Il reparto che forse fa sorgere più dubbi: Krikunov ha cercato di mantenere una spina dorsale fatta di giocatori esperti – Darius Kasparaitis, Daniil Markov, Sergei Gonchar and Andrei Markov - ma anche segnati da mille battaglie: Andrei Markov è uno dei migliori difensori al mondo, ma Gonchar e Kasparaitis non sembrano più quelli di qualche anno fa (addirittura Kasparaitis era in pista alle Olimpiadi 1992 ad Albertville, ultimo oro russo"), combinati con le giovani leve, su cui spiccano Fedor Tyutin e Anton Volchenkov, quest'ultimo affermatosi con grinta e personalità nella difesa di Ottawa.
Fino a poche ore fa era stato selezionato Denis Kulyash (Dynamo) ma dopo l'ultimo impegno con la Germania (vittoria 5-1) all'aereoporto il management russo ha deciso per il taglio e la sostituzione con Sergei Zhukov, elemento meno offensivo di Kulyash. Questa decisione sta già suscitando polemiche sui media russi, perché molti la interpretano come un segnale dei dissapori tra Krikunov e l'assistente Yurzinov, guarda caso coach della Lokomotiv.
In questo modo sicuramente la difesa è però più equilibrata, un aspetto fondamentale, dovendo supportare un attacco molto offensivo come quello russo. Potrebbe pesare l'assenza di Alerei Zhitnik, infortunato.
Attaccanti
Ilja Kovalchuk, Atlanta Thrashers
Pavel Datsyuk, Detroit Red Wings
Aleksei Kovalev, Montreal Canadiens
Alexander Ovechkin, Washington Capitals
Alexei Yashin, New York Islanders
Viktor Kozlov, New Jersey Devils
Alexander Frolov, Los Angeles Kings
Evgeni Malkin, Metallurg Magnitogorsk
Maksim Afinogenov, Buffalo Sabres
Alexander Kharitonov, Dinamo Mosca
Alexander Korolyuk, Vityaz Podolsk Chekov
Maksim Sushinskij, Dinamo Mosca
C'è da stropicciarsi gli occhi per la sfilata di fuoriclasse che propone l'attacco russo: nomi che non avrebbero bisogno di nessun commento: un potenziale offensivo devastante e completo in ogni aspetto tecnico, proponendo alcuni dei migliori interpreti al mondo in ogni fondamentale: intelligenza tattica e visione di gioco (Datsyuk,Sushinskij,Malkin e Yashin), senso del goal (Kovalchuk, Ovechkin e Kovalev), velocità (impressionante quella di Afinogenov). Datsyuk e Kovalchuk sono il presente della NHL, Ovechkin ha avuto un impatto devastante sulla lega nord-americana, stupendo tutti per la sua capacità di adattarsi subito al gioco e alle piste NHL e se giocasse in una squadra meno sgangherata dei Capitals potrebbe arrivare a giocarsi titoli importanti già il primo anno, Malkin è il futuro: 20 anni ed un talento immenso, che sbarcherà a Pittsburgh l'anno prossimo, il prototipo del giocatore moderno: un centro che segna e fa segnare: dominatore dei mondiali U20 in Canada, dove la Russia ha perso in finale contro i padroni di casa, si presenta sul primo palcoscenico davvero importante della sua carriera.
Maksim Sushinskij è il miglior giocatore europeo in questo momento (escluso Malkin) e il fatto che sia alla sua prima Olimpiade stupisce non poco, Alexander Kharitonov, bandiera della Dynamo, si sta dimostrando la sua spalla ideale e probabilmente i due comporranno una linea di grande spessore tecnico con Yashin.
Ma se non avete mai visto una partita di hockey , vi innamorerete di questo sport all'istante quando scenderà sul ghiaccio la linea Afinogenov – Malkin - Ovechkin"lo spettacolo puro!
Unico dubbio: lo spiccato individualismo di alcuni giocatori: se sapranno mettersi tutti al servizio della squadra le cose funzioneranno al meglio, ma se l'egoismo prevarrà , i caratteri facilmente infiammabili che ci sono all'interno dello spogliatoio (Yashin e Kovalchuk soprattutto) potrebbero incendiare l'ambiente, come spesso è avvenuto in passato
Come sempre per la Russia è difficile fare pronostici, ma mai come ora la squadra sembra avere tutto per fare bene, se non arriverà la medaglia d'oro il pubblico potrà comunque divertirsi nel vedere giocare questi fenomeni, i fans russi preferirebbero divertirsi meno ma vincere.