Jussi Jokinen, grande stagione d'esordio la sua…
Ricordatevi di questo nome. Jussi Jokinen. Non avrà il talento e i numeri di Crobsy e Ovechkin ma il ragazzo ha sicuramente stoffa. E' il primo rookie a giocare nei Dallas Stars che stia lasciando il segno degli ultimi anni ha trovato la perfetta intesa con due grandissimi campioni quali Lehtinen e Modano e su otto shootouts tirati ne ha segnati" otto!
E otto è proprio il nostro magic number, infatti la squadra texana ha vinto otto partite prolungatesi oltre i tempi supplementari su altrettante giocate! E grazie a questo le Stelle volano al primo posto nella division, staccano Los Angeles di sette punti (con tre partite in meno) e agguantano anche il secondo posto nel seed a Ovest, un punto dietro Detroit. Detroit che per l'appunto è stata sconfitta ieri notte agli shootouts per la prima volta in carriera da parte di Marty Turco.
Ma parliamo di Turco. Abbiamo iniziato il campionato con Dallas legatissima al suo portiere e le vittorie legate sempre più alle prestazioni del suo portiere. E Turco da quel mese di novembre (di cui è stato eletto giocatore difensivo) ha avuto alti bassi raggiungendo il momento più brutto la scorsa settimana, quando è stato sostituito da Hedberg per aver concesso quattro gol su sette tiri contro Tampa Bay.
Turco, affetto da un fastidioso infortunio ha dovuto cedere diversi minuti al suo compagno di reparto ma Dallas è riuscita comunque a strappare alcune vittorie, vittorie che sono arrivate anche quando il portiere Canadese ha messo su davvero delle brutte partite. Il preparatore dei portieri (ed ex-goalie degli Stars) Andy Moog ha cercato di spiegare la flessione di Turco come uno dei momenti più importanti della sua carriera e che lo renderà un miglior portiere e un migliore uomo.
Turco deve ancora adeguarsi alle nuove regole e quindi alle nuove tecniche di gioco e la sua flessione è dovuta alla pressione che questo gli mette addosso, la stessa pressione che ha avuto aspettando la convocazione per la nazionale canadese e per rinegoziare il suo contratto.
E lo "slump" sembra essere, almeno parzialmente, superato con Turco che questa settimana vince due partite su due (che nel conto degli Stars fanno quattro consecutive) con una percentuale di salvataggi di .917 e di gol subiti di 1.85.
Le chiavi del successo dei texani sono molteplici, a partire da una grandissima difesa che concede il minor numero di tiri nella lega. Ma soprattutto Dallas è riuscita a liberarsi di giocatori rinomati e costosi (Turgeon, Valeri Bure, Scott Young, Chris Therien) pur mantenendo una grande chimica di squadra ed un ottimo talento.
La stagione di Mike Modano (ripresosi totalmente dalla brutta annata precedente) è indicativa. Non ha le statistiche dei più grandi realizzatori ma nel ghiaccio quest'anno è uno dei giocatori più determinanti. Non dimentichiamoci poi di Sergei Zubov, straordinario regista del power play al quale si affianca, fra gli altri, un emergente Trevor Daley che sta facendo un gran bene.
E poi, restando sull'onda dei giocatori che uscivano da una brutta stagione pre-lockout, Jere Lehtinen è sicuramente tornato ai suoi vecchi albori con la sua solita straordinaria capacità di gestire la fase difensiva a cui accompagna un grandissimo fiuto col gol.
I Kings, che a lungo avevano retto il testa a testa con gli Stars sembrano davvero in difficoltà nell'ultimo periodo. Tre sconfitte in tre partite sono la fine di un mese fatto di alti e bassi e che forse dimostra la difficoltà di restare sulla cresta dell'onda tutto l'anno quando si dispone di pochi giocatori affidabili che si traduce in una mancanza di energia.
Ma forse quello che manca davvero a Los Angeles è una checking line in grado di controllare la partita, la buona produzione offensiva (guidata da un inaspettato Conroy) si accompagna ad una grossa difficoltà nel giocare fisici e nell'ammazzare le partite. Thornton e Marleau il 24 gennaio (nella vittoria per 4-2) hanno dimostrato come per battere i Kings basta giocare fisicamente, se a poi ci aggiungiamo un completo calo dei due portieri Garon e LaBarbera e una difesa basata su Joe Corvo e poco altro eccoci a rivelare i retroscena di questo calo invernale.
Ma torniamo a Joe Thornton,con San Josè fanalino di coda della Pacific l'effetto Joe (che aveva portato a sei vittorie nelle sue prime sei partite in California) sembra essersi attenuato. Gli Sharks sono tornati alla solita discontinuità che alterna serie vincenti a serie perdenti e che non dà continua alla squadra.
Il campione canadese guida la NHL come numero di assist, situazione da cui trae vantaggio principalmente Jonhatan Chechoo ma sembra aver perso l'onnipresenza dei primi giorni continuando a brillare sempre meno nelle sconfitte. Quando la sua squadra è sotto, infatti, Joe scompare nono mostrando più l'aggressività di qualche anno fa, mentre quando è in vantaggio è il primo che si nota in campo.
Nella serie di cinque vittorie consecutive dal 5 al 12 gennaio Big Joe ha messo a segno nove punti ma è sparito completamente (realizzando meno di un punto a partite) in tutte le sconfitte sia di fine dicembre che di questo mese, l'ultima delle quali ieri notte contro i Mighty Ducks, per 2 a 0.
C'è da notare che la trade che ha portato Thornton in California è andata anche contro quella che era stata la filosofia della squadra negli ultimi anni, ovvero quella di puntare su giovani di talento e costruire un gruppo compatto. Lo scambio però sembra continuare a dare ragione agli Sharks che con Big Joe in cabina di regia hanno quella spinta che prima mancava (per quanto questa sia comunque lacunosa) il problema è, come già si è detto, che forse è arrivata troppo tardi.
Phoenix intanto continua col solito copione, anche se Doan dà segni di rinascita. Convocato per le olimpiadi il capitano aveva iniziato la stagione nel peggiore dei modi ma nel mese di Gennaio sta avendo il suo miglior periodo.
Ad ottime cose però, Doan e i Coyotes alternano pessimi momenti e il tabellino dei plus/minus -esclusi Nagy e pochi altri- potrebbe chiamarsi direttamente "minus". Joseph, la grande sorpresa dell'anno, può poco quando deve subire più di trenta tiri ogni partita e quando Phoenix perdere il numero dei gol subiti è sempre altissimo, dal mese di dicembre tutte le sconfitte dei Coyotes sono arrivate con almeno tre gol subiti.
Last but not least eccoci alle papere.
Non ultimi quindi ma terzi -o terzultimi- nella division i Mighty Ducks sono speculari ai Coyotes coi quali condividono sia l'andamento sia il brutto inizio (con un mese di novembre da dimenticare).
La notizia è che dall'anno prossimo non saranno più neanche la squadra simpatia, dopo che la Dinsye ha ceduto la squadra i californiani cambieranno anche nome diventando semplicemente Anaheim Ducks e perdendo anche il simpatico simbolo diventato celebre con la trilogia di film degli anni '90.
L'altra notizia è la lotta fra i due portieri, Giguere e Bryzgalov. Il russo infatti ha sostituito l'eroe dei playoff 2003 con successo nelle ultime due partite (vinte entrambe a San Josè e Los Angeles) dopo una brutta sconfitta rimediata contro Edmonton con Giguere che blocca solo l'80% dei tiri subiti. Avere due portieri affidabili è un vantaggio, come dimostra Minnesota, ma quando uno di questi due è Jean-Seabastien Giguere è molto più dura lasciarlo in panchina a lungo.
Slap Shot!
– Jussi Jokinen si è ormai ritagliato un posto nei media grazie al suo movimento negli shootout che l'ha portato al gol tre volte quest'anno. Se non l'avete visto fate una capatina su nhl.com
– Avevo detto che Boucher poteva ridimensionare il ruolo di CuJo. Forse sbagliavo. Il giovane americano subisce più di tre gol a partita e soprattutto ha vinto solamente tre partite su nove. Certo a Phoenix la situazione non è delle migliori per giudicare un giovane goalie, ma questo dimostra quanto Jospeh sia importante per i Coyotes.
– Con le olimpiadi in vista Doan deve ancora dimostrare perché ha meritato la convocazione nel Team Canada al posto di Eric Staal. Il secondo infatti sta guidando Carolina verso una stagione straordinaria, mentre i Coyotes navigano in acque turbolente con un capitano che ha completamente perso la bussola.
– I Mighty Ducks potranno probabilmente approfittare delle olimpiadi per recuperare Niedermayer che, pur mantenendo un ottimo livello, sta lottando contro alcuni fastidi fisici. Ma soprattutto avranno l'occasione di riordinare le idee con quasi tutta la squadra che guarderà le gare da casa.
– Petr Sykora è semplicemente rinato a New York dopo un inizio altalenante in California.
– Janne Niinimaa che dovrebbe rinforzare la già temibile difesa degli Stars ha saltato le ultime tre partite. Tutte vinte dai suoi compagni di squadra mentre con lui in campo erano arrivate due sconfitte.
Il meglio della Pacific
1. Gli shooutout di Dallas. I texani sembrano essere la squadra che in tutta la lega si è adattata meglio a questa nuova parte del gioco, trovando da subito i giocatori giusti guidati ovviamente da uno straordinario Jokinen.
2. Teemu Selanne. Ennesima grande settimana per quello che è stato uno dei FA meno disputati e soprattutto quello sul quale c'erano più dubbi. Credo che ormai in pochi possano non concordare che sia stato una delle acquisizioni di maggior impatto per la propria squadra.
3. Steve Ott. Non ha le grandi statistiche di tanti altri ma ha una presenza fisica non indifferente sul ghiaccio. I suoi assist di questa settimana sono accompagnati dal suo solito giocare col sangue negli occhi, giocatore dalla carica importantissima.
Il peggio della Pacific
1. Los Angeles Kings. 15 gol in tre partite. Mai sentito parlare di difesa?
2. Bill Guerin. Piccoli segni di miglioramento ma stagione da assente ingiustificato per lui. Un calo incredibile rispetto a tutta la sua carriera, sembra proprio aver smarrito il feeling gol.
3. Brian Boucher. Dalle stelle alle stalle!
I fantastici 6
Jokinen - Modano - Selanne
S. Niedermayer - Mara
Marty Turco