Michel Ouellet: l’opportunista

Michel Ouellet, un cobra sotto porta…

A meno di essere un tifoso dei Philadelphia Flyers, gli acerrimi rivali, c'è ben poco da ridere pensando ai Pittsburgh Penguins. Indicata giustamente dagli addetti ai lavori come la squadra che più ha beneficiato del tetto salariale, i pinguini della Pennsylvania, da bravi pinguini, non hanno spiccato il volo e languono in fondo alla classifica.

I tanto proclamati grandi acquisti estivi si sono rivelati un peso da trascinare, più che dei trascinatori: Mark Recchi, il meno peggio, ha sì realizzato 41 punti in 50 partite, ma il -25 nella statistica +/- è di gran lunga il peggiore della squadra. John Leclair segna col contagocce (9) ed è ben lungi dallo sprigionare la potenza fisica di un tempo.

Zigmund Palffy, l'unico a vantare una statistica +/- positiva (+5), veleggia all'ottima media di un punto a partita. Peccato che si sia ritirato dalle competizioni qualche giorno fa. Sergei Gonchar, infine, il terzino superoffensivo, l'attaccante aggiunto, ha segnato la miseria di 6 reti e anche dal punto di vista difensivo lascia alquanto a desiderare (-17).

E che dire del grande Mario Lemieux? Dopo un avvio di stagione appena discreto (22 punti in 26 partite, ma -16), da diverse settimane passa da un ospedale all'altro, lottando contro un'aritmia cardiaca che, notizia di questi giorni, lo ha purtroppo costretto al ritiro.

Lo stesso Sidney Crosby, pur restando a livelli stratosferici per un diciottenne, lascia spesso trasparire i primi segnali di un nervosismo latente. Oltre a guidare i Penguins per reti, assist e punti, infatti, capeggia anche la classifica dei minuti di penalità . Se ciò fosse riconducibile a un'aggressività  volta ad intimidire l'avversario (alla Mark Messier per intenderci) sarebbe un ulteriore merito. Purtroppo, invece, molte penalità  sono evitabilissime reazioni o inutili falli in zona offensiva, puntualmente puniti dal Power Play avversario.

Quasi tutto da buttare quindi? Assolutamente no. Da qualche settimana, dal 15 dicembre 2005 per la precisione, sta facendo capolino un nome nuovo, una sorta di Pippo Inzaghi con i pattini. Non particolarmente tecnico, non particolarmente veloce, ma puntuale come una tassa al momento di gonfiare la rete.

Nato il 5 marzo 1982 a Rimouski, una cittadina del Canada francofono rasa quasi completamente al suolo da un incendio nel 1950, Michel Ouellet è il prototipo dell'opportunista. Invisibile per buona parte della partita, riemerge misteriosamente a un metro dalla porta, pronto a deviare in rete un disco che ubbidiente sembra incamminarsi verso il suo bastone.

Dopo un'annata di apprendistato con la maglia dei Rimouski Oceanic (poi vestita anche dallo stesso Crosby) all'ombra di Brad Richards (ora a Tampa Bay) e di Juraj Kolnik (Florida), dalla stagione 1999-2000 comincia a timbrare il cartellino con impressionante regolarità : gli 89 punti in 72 partite vengono confermati (e migliorati) dai 92 punti in 63 partite del campionato successivo.

Durante la giornata dei draft del 2000 l'attenzione è rivolta altrove, visto che al primo turno vengono scelti giocatori del calibro di Rick Di Pietro, Dany Heatley, Marian Gaborik e Rostislav Klesla. Al quarto turno, però, in tutta tranquillità , c'è spazio anche per Ouellet: i Pittsburgh Penguins lo selezionano con la 124a scelta assoluta.

Nel 2002 Ouellet è ormai pronto per il salto tra i professionisti. Inizia la stagione con i Wheeling Nailers nella ECHL, ma la finisce con i Wilkes-Barre Scranton Penguins della AHL, il principale farm-team dei Pittsburgh.

È in queste stagioni che, agli ordini di Michel Therrien, Ouellet affina le sue qualità  di cecchino implacabile. In particolare si specializza nel Power Play. Appostato di preferenza a qualche metro dalla porta sulla destra del portiere, come un cobra aspetta invisibile il momento giusto per colpire e scaraventare il disco in rete.

Dopo 114 punti in 163 partite di AHL (sull'arco di tre anni), alla vigilia della stagione in corso è convinto di potersi giocare le sue carte anche a Pittsburgh, nell'agognata NHL. Ed Olczyk, l'allenatore, non sembra essere della stessa opinione. Lo convoca solo tre volte e lo manda sul ghiaccio in quarta linea, cambi sporadici di qualche secondo per far rifiatare gli ultratrentenni. Per avere un'opportunità  nell'amato Power Play servirebbe un'epidemia tra i compagni di squadra.

Per fortuna non serve arrivare a tanto. Il 15 dicembre 2005, infatti, la dirigenza licenzia Olczyk e, in sua sostituzione, promuove dal farm-team Michel Therrien. Inutile dire che il nuovo allenatore non percorre da solo i pochi chilometri che separano Wilkes-Barre da Pittsburgh"

Dal quel fatidico 15 dicembre Michel Ouellet gioca 19 partite con la maglia dei Pittsburgh Penguins, collezionando 20 punti. 10 delle sue 12 reti sono in Power Play. Al momento la sua percentuale di riuscita al tiro si attesta sul 30%. Ogni tre tiri un gol.

Un'arma letale.

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