L'ucraino di ghiaccio

Ruslan Fedotenko si è tolto tante soddisfazioni negli States…

Sembra un controsenso essere protagonista di "All'ombra delle stelle" dopo aver guidato la propria squadra alla conquista della Stanley Cup e aver raggiunto la popolarità  di un fuoriclasse come il calciatore Andriy Shevchenko nel proprio Paese natale, l'Ucraina.

Eppure, quando si pensa ai Tampa Bay Lightning campioni in carica i nomi più gettonati sono Brad Richards, Vincent Lecavalier e Martin St. Louis. Mai Ruslan Fedotenko.

Nato il 18 gennaio 1979 a Kiev, Ruslan Fedotenko non ha tempo da perdere: dopo qualche apparizione con la locale squadra del Sokol Kiev, infatti, a soli 17 anni lascia la famiglia e raggiunge il Canada dove si mette subito in evidenza nella Saskatchewan Junior Hockey League con la maglia dei Melfort Mustangs.

Le sue prestazioni (66 punti in 68 partite) gli valgono la chiamata nella più impegnativa United States Hockey League dove per una stagione (1998-99) difende i colori dei Sioux City Musketeers. Incurante dell'indifferenza dimostrata dagli addetti ai lavori nei suoi confronti (nessuna squadra pronuncia il suo nome al momento del draft), Fedotenko continua a migliorare.

Se la quantità  di reti realizzate nella sua unica stagione nella USHL è degna di nota (43 in 55 partite), è la "qualità " delle segnature a rendere particolarmente interessante la possente ala ucraina. Molte, infatti, sono preziosissimi Game Winning Goal oppure realizzazioni pesanti in momenti topici della partita, per esempio quando la squadra è in difficoltà  e rischia di capitolare.

Questa sua capacità  di essere lucido e freddo nei momenti che contano gli apre le porte dell'Eldorado hockeystico, la NHL. I Philadelphia Flyers decidono di dare una possibilità  a questo talento mai draftato e, il 3 agosto 1999, gli sottopongono un contratto e lo assegnano immediatamente ai Phantoms, il farm-team della AHL.

L'inizio è tentennante. Forse intimorito dal nuovo palcoscenico, Fedotenko non riesce a riproporre le azioni vigorose che lo contraddistinguevano nella USHL, sembra un pesce fuor d'acqua mentre pattina a vuoto tentando di impossessarsi del disco. La retrocessione nella ECHL con la maglia dei Trenton Titans, quindi, non lo coglie di sorpresa.

Il "castigo", però, dura solo otto partite. Forse punto nell'orgoglio, Fedotenko riprende a macinare gioco e ad installarsi pesantemente nello slot, la porzione di ghiaccio immediatamente davanti alla porta avversaria dove le botte a tradimento sono pesanti quanto i dischi vaganti da deviare alle spalle del portiere.

Inizia la scalata. Tornato nella AHL, sforna 50 punti in 67 partite e, per la stagione successiva (2000-01), si merita la chiamata dei Flyers. La prima annata nella NHL è più che soddisfacente: relegato in terza linea visto che le prime due posizioni da ala destra sono occupate da Mark Recchi e dall'emergente Justin Williams e senza possibilità  di esibirsi in Power Play, Fedotenko realizza pur sempre 16 reti e 20 assist.

Dopo essersi ripetuto più o meno sugli stessi livelli nella stagione 2001-02, Ruslan è costretto a fare le valigie. I Flyers, infatti, lo cedono ai Tampa Bay Lightning in cambio di una scelta al primo turno (che diventerà  Joni Pitkanen). Il resto, come si suol dire, è storia.

Se la prima stagione al sole della Florida è soltanto discreta (32 punti ma -7 nella statistica +/-), la seconda è a dir poco trionfale. Durante la Regular Season realizza il record di punti in NHL (39) e si dimostra preziosissimo nel coprire le spalle alle varie frecce offensive di Tampa (+14). I Play Off, poi, sono uno spettacolo che diventa addirittura apoteosi nella finalissima.

Si sfidano i Tampa Bay Lightning, squadra veloce e spettacolare, e i Calgary Flames, squadra solida e concreta. Due correnti di pensiero. A prescindere dall'impostazione tattica, però, in una finale della Stanley Cup conta la voglia di andare oltre le proprie capacità , la determinazione di gettare il cuore oltre l'ostacolo.

In gara 3 un durissimo check di Robyn Regehr manda Fedotenko a sbattere la testa contro la balaustra. L'impatto provoca una profonda ferita alla guancia e un principio di commozione cerebrale. Salta gara 4 ma due giorni dopo, in gara 5, l'ucraino è sul ghiaccio per 19 minuti e sei secondi.

La sfida, entusiasmante, si conclude con gara 7 in Florida. Nella fase iniziale una stecca vagante colpisce il volto di Ruslan: sette punti di sutura e via, di nuovo sul ghiaccio. La partita finisce 2 a 1 per i Lightning, doppietta di Fedotenko. Passerà  alla storia come la Stanley Cup di Richards, Lecavalier e St. Louis ma quel giorno, il 7 giugno 2004, la Florida è ai piedi dell'ucraino, capace di realizzare 14 punti (e qualcuno in più in faccia) in 22 partite di Play Off.

Il 19 luglio Fedotenko sfila tra le strade di Kiev di fronte a 10'000 compatrioti in delirio. Il ragazzo che faticava a trovare spazio nel Sokol Kiev è tornato. Il viso segnato dalle battaglie NHL, la Stanley Cup tra le mani.

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