SouthEast Division: Recap #11

Jamie Heward, decisivo contro i Kings

Mercoledì 14 dicembre, come spesso accade nell'hockey, succede l'impensabile.
Protagoniste di risultati atipici due squadre dal differente andamento: entrambe in California, i malconci Capitals vincono contro dei Kings ormai smarriti mentre gli schiacciasassi Lightning soccombono contro dei Ducks per niente irresistibili.

La squadra della capitale espugna lo Staples Center facendo ciò che tutti si auspicavano prima della gara: sfruttando gli special teams. E alla fine la doppietta in powerplay di Heward (che s'è guadagnato gli onori del post-partita) confermano l'ottimo lavoro svolto in allenamento di coach Hanlon che ha pure applaudito allo shorthanded gol di un Sutherby ormai ritrovato dopo un avvio avaro di gol.

Certo, la fase difensiva va curata ulteriormente (sia Belanger che Avery hanno realizzato le loro reti in powerplay) ma per la quarta gara consecutiva in trasferta i Caps hanno tirato più volte verso la gabbia rispetto agli avversari. Eh si, Washington meritava proprio una vittoria dopo tanta sfortuna!

Come detto i fulmini di Tampa Bay perdono dopo una ottima serie di vittorie consecutive (nelle ultime 12 partite avevano vinto 10 volte) e a castigarli è l'ex squadra di Prospal, tornato tra l'altro al gol dopo un digiuno proprio di 12 partite (porteranno male i suoi gol?), i Mighty Ducks di Anaheim.

I paperi più famosi dell'hockey interrompono così anche il record di Grahame, che non riesce a vincere la sua decima partita di fila pur effettuando 29 parate su 32 tiri. Che dire della gara: se dobbiamo trovare un protagonista non possiamo non evidenziare l'ottima prova del 25enne Beauchemin, tra l'altro in un ottimo momento di forma, autore di 2 assist (per i gol di Marchant e Konopka) e di un gol tutto suo, in powerplay (vero cruccio dei californiani che hanno aumentato l'allenamento delle situazioni di superiorità  numerica).

I gol dei Lightning invece portano la firma di Richards e del succitato Prospal; da segnalare il gol del 4-2 finale a porta sguarnita di Niedermayer: niente da aggiungere, St.Louis e soci si sono concessi una serata di meritato riposo!

Rinfrancati da un ottimo road trip a Ovest gli Hurricanes sapevano di avere dalla loro un ottimo calendario, che li vedeva impegnati per 5 volte di fila all'RBC Center. E dopo aver battuto gli Hawks sul ghiaccio amico, è toccato a Colombus arrendersi alla terribile franchigia di coach Laviolette, che ora fa tabelle di marcia e punta a vincerle tutte in casa. Contro i Blue Jackets è dunque la partita della "seconda volta consecutiva": vince la seconda su due Carolina in casa (e non le succedeva da un po') e per la seconda volta di fila Eric Staal rimane a secco di punti.

Il protagonista allora si chiama Rod Brind'Amour, tempra da vecchio capitano che riesce a mettere a segno una doppietta. Poi ci pensa Gerber che 25 volte su 26 nega il gol a Fedorov (autore di appena due tiri) e soci e dopo sessanta minuti il 2-1 e i due punti sono stati più che per meritati. Nuova linfa dunque per gli uragani del North Carolina che riprendono subito la loro corsa furente.

Se si incontrano la seconda migliore squadra in powerplay (leggi Atlanta) e una squadra che invece sta svenando per capire perché il proprio powerplay fa cilecca (vedi invece New Jersey) cosa ne uscirà  fuori?

Ovvio, Thrashers battono Devils con un gol in powerplay a 5 secondi dalla fine dell'overtime. E mentre Savard bucava un ottimo Brodeur (parate straordinarie le sue) l'allenatore dei diavoli Robinson non poteva che scuotere la testa nel realizzare che i suoi ragazzi avevano invece gettato alle ortiche ben 7 occasioni in superiorità  numerica: il risultato è che New Jersey ha perso la quinta su sei.

Sulla sponda di Atlanta invece la soddisfazione è palese: oltre ai marcatori e cioè Vigier e Kovalchuk (che ha pure servito uno splendido assist per il gol vittoria del succitato Savard) sorride anche il goalie Garnett e sotto sotto se la ride pure coach Hartley, capace di allestire una squadra dal potenziale enorme. Il 3-2 finale è per metà  opera suo.

“Da ora in avanti devono essere tutte gare giocate come se fossero playoff” parole di un raggiante Jokinen, autore del suo quinto game winning gol stagionale, arrivato in overtime e in powerplay. In altre parole i Panthers hanno battuto i Red Wings per 3-2 (esattamente come i Thrashers hanno fatto contro i Devils in contemporanea) e per le pantere è ora di sorridere.

E si perché la vittoria è arrivata nel modo più sofferto dopo aver buttato via come al solito i due punti: a un minuti e spiccioli dalla fine Zetterberg pareggiava e a Sunrise calava il gelo. In precedenza Roberts e Olesz avevano portato avanti i padroni di casa che pure avevano visto il loro goalie Luongo (tra l'altro in ottima serata) subire la rete di Cleary.

Ma in overtime, come detto, il gol decisivo: Horton vince la contesa, puck a Weiss che da veloce a Jokinen il quale non ci pensa su due volte e spara verso Osgood, la cui visuale è ostruita da Roberts. Il puck si ferma in fondo alla rete e per una volta i tifosi dei Panthers possono lasciare l'arena si col cuore in gola, ma felici.

E non poteva, dopo aver messo in saccoccia il tris, non arrivare il poker di vittorie per le squadre della SouthEast Division nelle notte di giovedì 15 dicembre. Decisiva in questo senso la vittoria pesante dei Lightning che espugnano Phoenix con un perentorio 3-1, risultato legittimato dalla prova superba del goalie ospite (che poi tanto ospite non è) e cioè Sean Burke.

L'estremo difensore di Tampa Bay, ex di lusso e proprietario di una casa proprio a Phoenix nella quale passerà  i suoi giorni futuri, ha infatti sbarrato 26 volte la strada ai cannonieri di casa e per di più ha messo il suo nome anche sul tabellino, autore com'è stato dell'assist del secondo gol, non male.

Il secondo gol, appunto: una perla di LeCavalier che in shorthanded ha ricevuto da Sarich (che come detto aveva avuto il puck da Burke) e infilato Joseph. Suo il game winning, così come di Modin e Fedotenko le altre due marcature e sul 3-0 non potevano fare molto di più i Coyotes se non evitare lo shutout di Burke: il 3-1 di Sanderson non cancella una serata trionfale, perfetta per riscattare lo scivolone di Anaheim.

Cinque giorni lontani dal ghiaccio sono un bel po', forse troppi quando a beneficiarne sono poi gli Sharks. La squadra del momento, fresca e riposata, ha allora pensato bene di strapazzare i poveri Capitals che giunti in California hanno trovato oltre al sole e all'ex coach Ron Wilson una bel poker di gol" subiti.

Joe Thornton è l'ennesimo, solito, protagonista: dal suo arrivo gli squali di San Jose le hanno vinte tutte e 6 e solo stando sul ghiaccio sembra dare forza ai suoi compagni, cugino compreso (Scott Thornton che ha fatto due assist in linea col parente): suo il game winning gol, fatto con una facilità  spaventosa ma che il difensore di Washington Majesky e Olie Kolzig non dimenticheranno.

Un mix di velocità  e potenza, corredato con un tiro che a vederlo sembrava una bazzecola. E ai poveri Caps non poteva capitare serata peggiore: contro Nabokov ci tentano per 26 volte e riesce a trovare il gol solo Clymer, sul 3-0. Meglio archiviare subito questa gara e pensare allo scontro fratricida contro Florida"

Gli Hurricanes intanto, la sera dopo, scendono di nuovo sul loro ghiaccio contro i Devils e dopo due periodi (soprattutto il secondo) opachi e avari di emozioni (eccetto i gol di Brind'Amour a cui ha pareggiato Suglobov di New Jersey) nel terzo mostrano una fibra invidiabile e sommergono fin dall'inizio quella vecchia volpe di Martin Brodeur. Ma che l'ago della bilancia pendesse dalla parte di Carolina è stato subito palese quando a rompere l'equilibrio ci ha pensato Larose, al primo centro in carriera in NHL, a cui poi sono seguiti le marcature di Staal, finalmente sbloccatosi dopo il mini-digiuno di due gare, e di Cole, che sembra aver ritrovato ormai stabilmente la via del gol. Quattro gol contro uno, questo sarà  il punteggio finale: la partita contro Tampa Bay sarà  gustosissimo.

Non un grande spettacolo, almeno in termini di reti, al Philips Arena di Atlanta ma alla fine la squadra di casa l'ha spuntata e per i Florida Panthers è l'ennesima sconfitta. Partita, come accennato, in cui le difese hanno dato il loro meglio, compresi i due goalie: il rookie Garnett si porta a casa la vittoria e mette a taccuino 27 interventi vincenti, Luongo para un penalty shot a Hossa e sbarra la porta agli avversari per 29 volte.

La gara è corretta, appena 5 penalità  che non fruttano gol (cosa strana vista la cronica aggressività  di entrambe le franchigie) e allora la differenza la fanno gli episodi e dopo il gol di Horton rispondono Slater e il solito Kovalchuk: terza vittoria di fila per i Thrashers e quarta nelle ultime cinque.

Ci sono le favole e ci sono gli incubi: le prime le conosce bene un ragazzo di nome Ryan Craig e il goalie dei Red Wings Chris Osgood, i secondi invece saranno venuti all'altro goalie dell'incontro John Grahame. Mettiamo ordine alle cose: Detroit a casa di Tampa vince 6-3 una partita frizzante e in bilico fino a venti minuti dalla fine, quando Samuelsson e i due giocatori più caldi di Detroit e cioè Datsyuk e Shanahan chiudono l'incontro sul 6-3.

Una partita che forse un giocatore sapeva già  come sarebbe andata a finire: “Non so perché ma mi sono sempre divertito a giocare qui e contro questa squadra”, parole di Osgood che ha vinto per quindicesima volta su quindici contro i Lightning.

La sua più che una favola è ormai una certezza; certo non si può dire lo stesso di uno dei tre marcatori di Tampa Bay (gli altri due sono stati DiMaio e Andreychuk) e cioè Craig: esordio in NHL, primo gol in NHL. E poi c'è il rovescio della medaglia: i padroni di casa hanno pur sempre perso e Grahame ha preso 5 gol in 8 veri tiri (in realtà  sono stati 24 ma coach Tortorella ne ha contati solo 8, screditando la pericolosità  degli altri 16). Così i fulmini frenano la loro marcia…

Quando Luongo decide che la sua porta è invalicabile c'è di che preoccuparsi per gli avversari. Nonostante un record assoluto di tiri in porta in una sola partita, ben 55, Washington non riesce ad avere la meglio di Florida che alza le barricate in stile Italia contro Olanda in un Europeo di calcio di qualche anno fa. All'MCI Center i tifosi dei Caps erano convinti di portare a casa i due punti, visto anche che i Cats non vincevano in trasferta dal 25 ottobre, quando beffarono i Pens all'overtime.

Ma così non è stato e nonostante il goalie illusorio in shorthanded di Clark il ritorno dei Panthers è stato impeccabile: Horton, Stumpel e Olesz hanno ribaltato la situazione e Sutherby a cinque minuti dalla fine ha solo potuto togliersi lo sfizio di vedere di nuovo il puck dietro le spalle dell'invalicabile Luongo. Record anche per Florida, che non aveva mai giocato una partita con 89 tiri (anche i 34 degli ospiti non sono stati pochi) e piccolo record per Gratton (Florida) e Bradley (Washington): due risse, una nel secondo e una nel terzo periodo.

E chiudiamo con la partita di cartello della SE Division, quella a Releigh tra gli Hurricanes e i Lightning. Un match equilibrato in cui, se si deve trovare un protagonista, non si più non citare Staal, canadese lucidissimo e ispirato autore di una doppietta e che sta cercando a suon di gol di far parte del team olimpico del Canada, sarebbe un peccato non vederlo a Torino. Poi, beh, c'è Stillman autore del quinto assist in due gare e 24esimo totale, il leader di Carolina in questa speciale classifica.

E poi Cole, lui a Torino con la maglia americana dovrebbe esserci, Hutchinson, al primo centro stagionale, Cullen e Williams, tutti artefici del 6-4 finale. E Tampa? La squadra è in calo e non è un dramma: Modin, Prospal, Craig (ancora!) e St.Louis hanno tenuto la partita sui binari della parità  fino alla seconda sirena. Poi sono scoppiati. Il giorno di Santo Stefano però potranno subito vendicarsi quando nel loro palazzetto arriveranno proprio i Canes.

Dunque Carolina (22-9-2) padrona indiscussa della settimana con tre vittorie in altrettante partite e mai come ora salda al comando della Division; seguono Tampa Bay (18-3-3), Atlanta (14-6-4) e Florida (12-19-4), la prima in flessione, la seconda in netta ascesa, mentre i Cats mostrano segnali di risveglio (grazie anche a Luongo). Chiude il quintetto Washington (10-19-2).

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