Alex Ovechkin si batte bene, ma i Capitals stentano
La cronaca della decima settimana di hockey parte da una partita decisamente atipica, quella all'MCI Center tra i Predators e i Capitals. Sotto gli occhi di poco più di 11mila spettatori (uno dei minimi stagionali per la squadra della capitale) tutto va secondo pronostici: gli ospiti, formidabili in superiorità numerica, bucano per ben 3 volte Kolzig in powerplay e così Washington conferma la sua pessima attitudine a giocare con 4 uomini sul ghiaccio. Un vero disastro.
Così Nashville va subito sul 2-0 con doppietta del difensore Zidlicky, ovviamente due powerplay gol (e undicesima partita di fila in cui la franchigia segna almeno un PP gol). La reazione dei padroni di casa si palesa col solito gol di Ovechkin ma non basta perché Sullivan sforna un'altra doppietta e i gol di Clymer per i Caps e Hartnell a porta vuota per i Predators servono solo a fissare il risultato sul 5-2, punteggio che dice quarta vittoria consecutiva per i bianchi del Tennessee (e per il goalie di riserva Mason è la terza vittoria in quattro partenze da titolare) mentre per i capitolini è la sesta sconfitta nelle ultime sette partite…
L'hockey, si sa, è la scienza preferita per chi ama i numeri e così Stars contro Panthers è la gara dei numeri: 12esima vittoria nelle ultime 14 partite per i texani, 17esima partita consecutiva in cui le “stelle” siglano almeno un powerplay gol, 316esimo gol di Zubov (record di gol per un difensore della franchigia) e, qui però piangono i tifosi dei Cats, decima sconfitta di fila lontani dalla Florida per Jokinen e soci.
E si perché in un Texas martoriato da una tremenda tempesta di neve (per cui sugli spalti c'erano appena seimila spettatori) gli Stars vincono contro i Cats in una partita caratterizzata dalle troppe penalità subite dagli ospiti. In vantaggio per tre reti a zero (Luongo da dimenticare con 3 gol subiti su 11 tiri) gli Stars hanno assistito impotenti al ritorno dei tonici Panthers con Kolnik, Horton e con l'ex Nieuwendyk prima che Zubov a 13 secondi dalla fine pescasse il gol vittoria, ovviamente in 5 contro 4 (cinque situazioni di questo tipo a favore dei padroni di casa solo nel terzo periodo): puck perso da Montador, Modano passa a Zubov che non sbaglia. Poveri Cats!
E dopo neanche 24 ore e un volo interminabile dal Texas alla California Florida torna sul ghiaccio contro gli Sharks di Ron Wilson. Marleau e Thornton sono gli uomini della partita, di questa e delle altre: i due infatti hanno formato una coppia invidiabile e la cosiddetta “cura Thornton” ha prodotto 4 vittorie di fila con più di venti gol realizzati per gli squali, franchigia che veniva da 10 partite senza vittorie.
Il risultato finale è di 6-2 e oltre al duo terribile si è messo in mostra anche Smith, autore di una doppietta. Per i Panthers, apparsi comprensibilmente stanchi, i gol di Weiss e Stumpel non hanno macchiato la prova di Nabokov, al rientro dopo due partite fuori. Curiosità : erano della partita le prime 4 scelte del draft '97 e cioè Thornton, Marleau, Jokinen e Luongo.
Gli Hurricanes intanto procedono a vele spiegate, infischiandosene di periodi meno fortunati e di oggettive difficoltà atletiche. Contro i coriacei Kings di Demitra la squadra di Laviolette ha centrato un prezioso successo, un 3-2 che saluta il ritorno al gol di Erik Cole, a secco da 13 gare. Doppietta per il giovane centro, intramezzata dal gol di Williams, 3 gol che dopo due periodi hanno chiuso praticamente la partita: si sa, Carolina ha sempre vinto dopo che ha chiuso i primi 40 minuti in vantaggio.
Ma Los Angeles è squadra mai doma e abbozza una rimonta con i gol di Cowan e Belanger prima di abbandonare ogni velleità di recupero grazie ad un ottimo Gerber e all'incoscienza di Frolov, che va in panca puniti per hooking a poco più di tre minuti dalla fine. “Siamo stati fortunati a vincere la partita visto e considerato come abbiamo giocato nell'ultimo periodo” ha sentenziato proprio Cole a fine gara. Ma tant'è, Carolina vince ancora.
Non bastano le doppiette di Sillinger e Tkachuk per allontanare la crisi nella Louisiana. I Blues infatti soccombono per 5-4 contro gli ormai lanciatissimi Lightning che festeggiano, oltre agli ennesimi 2 punti, l'ottava vittoria consecutiva di Grahame, record per la franchigia ex equo con quello stabilito da Khabibulin.
Certo, la partita per Tampa Bay è stata in salita: al gol di Modin hanno risposto le stelle di St.Louis portando i Blues sul 3-1. Ma la squadra di coach Kitchen sembra aver paura di vincere (solo 5 vittorie fino ad ora) e allora Fedotenko (2 volte), Taylor e St.Louis trafiggono più volte Lalime che non può far altro che assistere all'ennesima sconfitta. Coach Tortorella può dormire sonni tranquilli: con una squadra così in forma (sebbene Andreychuk non segna da 18 gare) è difficile non andare così forti.
Kovalchuk non segna più? Bondra è ufficialmente in injury list? Nessuna paura, ci pensa Petrovicky, giocatore che coach Hartley ha da poco richiamato nel line-up ufficiale di Atlanta. E poi ci pensa anche il rookie di Columbus Pratt, autentico disastro con 5 penalità e 10 minuti di panca puniti concessosi. Insomma, Thrashers battono Blue Jackets 5-2 e ad Atlanta torna il sorriso. Petrovicky segna una buona tripletta (tre gol assistiti da Kovalchuk), Savard conferma il suo momento positivo e Aubin aggiusta il punteggio affliggendo il povero goalie LeClair che subisce 4 gol su 15 tiri.
Poi entra Denis e la gabbia degli ospiti viene sigillata mentre Balastik e Zherdev fissano il risultato sul definitivo 5-2: insomma le giacche blu dell'Ohio, tra l'altro senza Malhotra, si inchinano ancora una volta all'avversario di turno. E ad Atlanta va bene così.
Non va bene invece a Washington che perde ancora, questa volta contro i quotati Red Wings. O meglio contro gli special teams, i suoi e quelli di Detroit. I Caps hanno infatti giocato molto bene (e coach Hanlon è apparso molto soddisfatto a fine gara tanto che ha applaudito i suoi ragazzi) ma hanno incocciato contro l'ottimo powerplay dell'”hockey town” oltre che contro la cronica deficienza di mettere a segno gol in superiorità numerica (l'ennesimo 5 contro 3 sprecato).
Che dire della gara: in un MCI Center più pieno del solito Ovechkin ha portato subito in vantaggio i padroni di casa che poi hanno subito passivamente la doppietta in powerplay di Zetterberg, intervallata dal break in shorthanded di Clark che ha servito uno splendido puck a Pettinger. Sul 2-2 prima Datsyuk e poi Lidstrom ancora in powerplay hanno chiuso il match e il 4-3 di Heward a un secondo dalla fine serve solo agli statistici. Per Washington è ufficialmente crisi.
E va forse ancora peggio ai Panthers che contro dei Kings in evidente crisi (nelle ultime sette partite non avevano mai segnato più di due gol ed avevano realizzato 3 gol in powerplay nelle ultime 53 occasioni) trovano il modo di complicarsi la vita concedendo a Demitra una doppietta preziosa (un PP gol e uno SH gol), puntellata dal gol del 3-0 di Cammalleri.
E il veterano Nieuwendyk non può che accorciare le distanze per poi manifestare tutto il suo disappunto di fronte ai giornalisti: “Dovevamo vincere e non l'abbiamo fatto. Ci aspettavamo di più da questa stagione e siamo tutti colpevoli”. Florida ha dei numeri spaventosi in termini negativi vista la buona partenza d'inizio stagione: quarta sconfitta consecutiva, dodicesima consecutiva in trasferta e in 21 partite nelle ultime 22 hanno concesso almeno un powerplay gol. Per non parlare del fatto che Luongo è il goalie, tra tutti quelli della lega, che ha subito più tiri… male.
Chi va bene, anzi benissimo, è Tampa Bay che vince e convince contro Nashville e regala il sorriso non solo ai suoi tifosi ma anche due giocatori in particolare, leggi Andreychuk e Grahame. Il primo ha messo fine all'astinenza dal gol che durava da 18 partite segnando il 272esimo gol in carriera in powerplay, un record per la NHL, il secondo invece ha vinto la nona partita consecutiva, record per la franchigia.
Per il portierone non ci sono stati eccessivi problemi dal momento che ha dovuto effettuare solo 13 parate su 16 tiri (quindi a ben vedere neanche una prestazione maiuscola), tiri nati dalla stecca di Predators troppo nervosi (una squadra con la media di 22 minuti di penalità a partita, proprio come i 22 minuti contro i Lightning) e che hanno giocato come sanno solo negli ultimi dieci minuti (in cui hanno realizzato 2 gol, non abbastanza per rimontare dal 4-1).
Per Tampa le reti che hanno infilato Mason (che sostituisce un Vokoun infortunato) sono state opera del suddetto Andreychuk, degli ottimi St.Louis (ancora a punti) e Lecavalier, nonché da Sydor, al primo gol stagionale. Chi riuscirà a fermare la corazzata di coach Tortorella?
Gli Hurricanes dunque possono pure iniziare a tremare visto anche che contro gli Sharks, rigenerati dalla cura Thornton, hanno perso senza appello. Gli squali hanno mostrato un gioco spumeggiante e dopo Marleau, tocca a Chechoo e Ekman (autori rispettivamente di una doppietta e di una gol) spendere parole d'elogio per il giovane Joe, appena 26enne ma già trascinatore, autore tra l'altro del gol dell'1-0.
Carolina invece ha patito l'approccio molle alle partita, condito da troppe penalità e da una certa stanchezza (derivante da due vittorie su due negli ultimi 4 giorni contro le altre due squadre californiane): Brind'Amour, che ha raggiunto i 900 minuti di penalità in carriera, Staal, al terzo shorthanded gol stagionale, e Adams fissano il punteggio sul 4-3.
Gli Hawks vincono sempre agli shootout ma questa volta, al quinto round, nessuno si aspettava che i due punti nascessero dal “rigore” vincente di Holmqvist, giocatore che in 65 minuti di partita non aveva mai tirato contro Garnett. E invece il coach Yawney si è fidato di Martin Lapointe che ha suggerito al proprio allenatore di puntare su Holmqvist: scelta vincente, complimenti.
Dall'altro lato i Thrashers, squadra pazza che va sotto di tre gol (ottimo Vorobiev, a segno due volte) per poi segnarne 4 di fila contro Khabibulin, gettone numero 500 in NHL. “Quando subiamo un gol andiamo in panico” ha ammesso a fine gara l'ex goalie di Tampa che a Chichago non sta ripetendo le grandi prestazioni di due anni fa. I nomi di Atlanta che vanno a finire nel box score della gara sono i soliti: Savard, due volte Kovalchuk e Kozlov. A sette minuti e mezzo dalla fine Keith realizza il 4-4 e agli shootout i due punti vanno ai Blackhawks. Per Atlanta rammarico moderato e appuntamento al prossimo match, sicuramente uno spettacolo.
Chiudiamo con le partite del martedì. Gli Hurricanes tornano nella loro terra dopo un lungo road-trip, 6 partite in cui Carolina ha raccolto 7 punti, un bottino discreto. All'RBC Center di Releigh a vincere sono proprio i padroni di casa anche se a fine gara tutti in coro fanno i complimenti a coach Laviolette, in grado di cambiare volto alla partita a fine primo periodo, quando negli spogliatoi ha strigliato i suoi ragazzi.
I Canes infatti erano partiti subendo l'aggressività dei Blackhawks, in gol con Spacek e Arnason, vantaggio dimezzato da Adams. Poi nel secondo terzo la svolta: Ward pareggia i conti con un gol a lungo in bilico (i giudici di gara alla fine l'hanno convalidato) e poi i rossi del North Carolina dilagano con una doppietta di Cullen e ancora con Adams. Il gol di Hilbert nel finale non scalfisce la felicità dei padroni di casa che così consolidano il loro primato a sud-est. Staal a secco: la sesta volta su 30.
Bella partita invece a Sunrise, in Florida, in cui i Panthers finalmente vincono una partita dopo 4 sconfitte di fila. Di contro i Predators registrano la terza sconfitta consecutiva, prima volta nella loro stagione, e schierano il terzo portiere Finley richiamato in extremis (e come backup goalie un difensore, Allison). Vokoun prima e Mason poi infatti si sono infortunati e per il giovane portiere di Nashville è stata una serata davvero difficoltosa: 41 tiri contro di lui e dopo un primo periodo sopra il .900 di parate deve inchinarsi alla serata super di Horton che sigla la sua prima tripletta della carriera.
Sale così a 14 gol stagionali (come quelli di due anni fa in cui giocò 55 partite da rookie) e rende felice coach Martin, che pure nel primo periodo aveva più volte rimproverato i suoi (2 penalità per puck oltre la balaustra e quindi ritardo del gioco). Doppietta anche per Roberts e marcature pesanti di Gelinas e Kolnik, i soliti noti insomma. Alla fine finisce 7-3 e i Panthers staccano i Caps in classifica.
Infine i Thrashers, pazzi come al solito, che riescono a vincere la prima partita della loro storia contro i Red Wings. E lo fanno con una prestazione che di certo non ha fatto annoiare i tifosi della Philips Arena: 7-6 finale con un 6-2 parziale a fine secondo periodo dilapidato in meno di nove minuti del terzo, una cosa inaccettabile per una squadra di hockey “normale”.
Ma Atlanta non conosce questo termine e così prima trucidano i campioni di Detroit con Vigier, Stefan, Holik, Kozlov, Hossa e Petrovicky (mentre per gli ospiti doppietta di Datsyuk) per poi dilapidare tutto in meno che non si dica (1300esima partita di Shanahan e 5 punti per lui, 1 gol e 4 assist). Ma sul finale Stefan trova il colpo vincente: Osgood battuto e per “hockey town” è la prima sconfitta dopo 3 partite di fila. Chapeau per i Thrashers, lontani dalla zona playoff ma sempre divertenti.
Settimana dunque che conferma i soliti valori della SouthEast Division: Tampa Bay (17-10-3) e Washington (9-17-2) giocano appena due partite ed entrambe continuano nel loro standard (i Lightning le vincono entrambe, i Caps invece le perdono). Carolina (19-9-2) e Atlanta (12-16-4) invece scendono sul ghiaccio tre volte e tutte e due vincono due volte e perdono una (ma per i Thrashers una sconfitta è arrivata agli shootout). Infine Florida (10-18-4): continua a perdere ma con un colpo di coda riesce a vincere contro Nashville tornando respirare.