Richard Parl esulta: la stagione in corso potrebbe essere esaltante per lui…
Nascere in Corea del Sud e crescere in California non è sicuramente la strada più breve per accedere all'hockey su ghiaccio professionistico. Visto però che nessuno può scegliersi le proprie origini, Richard Park, piccola e guizzante ala destra dei Vancouver Canucks, ha dovuto arrangiarsi.
Nato il 27 maggio 1976 a Seul, capitale della Corea del Sud, a soli tre anni il piccolo Richard si trasferisce con tutta la famiglia in California. Con due sorelle che si dedicano al pattinaggio artistico, in un primo momento anche il fratellino si cimenta con le eleganti acrobazie sul ghiaccio. Ben presto, però, la TV gli regala immagini di ben altre acrobazie, effettuate da prestanti atleti di fronte a folle impazzite: la NHL.
In una California che ancora conosce e apprezza poco l'hockey su ghiaccio (i San José Sharks e gli Anaheim Mighty Ducks verranno fondati solo nei primi anni '90, mentre a Los Angeles Wayne Gretzky non ha ancora acceso la fiamma dell'entusiasmo), tuttavia, Park fatica a dare libero sfogo alla sua nuova passione e, per quattro estati consecutive, decide di trascorrere le vacanze scolastiche in un camp di Toronto, nell'Ontario, stato nel quale, con una decisione a dir poco coraggiosa, decide di trasferirsi a soli 13 anni.
Il trasferimento nell'Ontario è una sorta di rampa di lancio. Dopo una stagione (1991-92) nella Metropolitan Toronto Hockey League, Richard Park approda nella più conosciuta e impegnativa Ontario Hockey League con la maglia dei Belleville Bulls, squadra nella quale hanno militato anche Jason Spezza, Jonathan Cheechoo e Bryan Marchment. La sua incredibile velocità gli permette di collezionare 229 punti in 176 partite e di destare l'interesse delle squadre NHL.
Alla fine, nel 1994, la spuntano i Pittsburgh Penguins che, forse con un briciolo di scaramanzia (nella rosa dei Penguins campioni del 1991 e del 1992, oltre ai vari Jaromir Jagr e Mario Lemieux, trovava posto anche il coreano Jim Paek), lo scelgono già al 2° turno, una posizione prima del ceco Patrik Elias.
In quella stagione (1994-95) deve accontentarsi di una presenza (condita da un assist), ma a 18 anni è un bell'accontentarsi. L'annata successiva sembra aprirgli le porte di una lunga carriera in NHL, visto che a 20 anni non ancora compiuti raggranella ben 56 presenze, abbellite da un +3 nella statistica +/-, a dimostrazione che, a dispetto di un fisico non erculeo, non tralascia certo la fase difensiva.
La sorpresa è quindi generale quando, il 18 marzo 1997, i Pittsburgh Penguins lo spediscono agli Anaheim Mighty Ducks in cambio di Roman Oksiuta. Lo stesso Park fatica a digerire il ritorno forzato in California e le sue prestazioni ne risentono: in due stagioni con le papere, infatti, raccoglie solo 26 presenze e trascorre la maggior parte del tempo a Cincinnati con il farm-team.
Dopo un altrettanto deludente ritorno in Pennsylvania, questa volta con la maglia dei Philadelphia Flyers (solo 7 presenze), con un'altra coraggiosa decisione Richard Park si rimette in discussione e il 22 settembre 1999 sottoscrive un contratto con gli Utah Grizzlies dell'ormai defunta International Hockey League, una lega alternativa alla AHL che, nelle intenzioni, negli anni '80 aspirava a soppiantare la NHL.
Un'ottima stagione (60 punti in 82 partite e +12) gli permette di rientrare in NHL dalla porta principale, firmando un contratto con i Minnesota Wild. Nelle tre annate che seguono dimostra una regolarità straordinaria, realizzando rispettivamente 25, 24 e ancora 25 punti. Ma è nei fantastici Play Off della stagione 2002-03, quando i Wild rimontano due volte da un parziale di tre partite a una eliminando nella settima gara Colorado Avalanche e Vancouver Canucks, che Richard Park dà il meglio di sé.
Con 3 gol e 3 assist ma soprattutto con un infaticabile lavoro ai fianchi di Todd Bertuzzi e della sua irascibile compagnia, Park si getta nella mischia e conquista penalità che alla fine si riveleranno determinanti. Non è un caso, quindi, che proprio i Canucks dopo il lockout si interessino a questo coreano capace di diventare una spina nel fianco di qualsiasi difesa. Park, in crociera ai Carabi con la famiglia ma impaziente di poter giocare finalmente da protagonista in una squadra candidata al titolo, sottoscrive il nuovo contratto addirittura via fax direttamente dalla nave.
L'inizio di stagione, con 5 gol e 6 assist, è dei più promettenti. Con le trattenute e gli agganci aboliti grazie alle nuove regole, la velocità di Richard risulta devastante. Schierato di preferenza con Ryan Kesler e Jarkko Ruutu a formare una terza linea estremamente agguerrita, nelle prime partite, quando il terribile trio Bertuzzi-Morrison-Nà¤slund non girava ai consueti regimi, aveva addirittura sostituito Todd Bertuzzi nella prima formazione d'attacco.
Un passo dopo l'altro, Richard Park sta raggiungendo il grado di celebrità di altri giocatori di origine asiatica, come Paul Kariya o David Tanabe. Un sito dedicato agli sportivi orientali su territorio nordamericano, infatti, lo piazza al 18° posto in quanto a popolarità , preceduto, tra gli altri, dal centro degli Houston Rockets Yao Ming, dal tennista Michael Chang, dallo stesso Paul Kariya e dal campione di golf Tiger Woods.
I paesi del Sol Levante, insomma, hanno fornito fior di campioni allo sport a stelle e strisce. Esa Tikkanen, possente finlandese degli Edmonton Oilers pluricampioni negli anni '80 e attuale allenatore degli Anyang Halla Winia della Asian League, è convinto che altri piccoli e scattanti fenomeni seguiranno. Se tutti avranno lo spirito di sacrificio e il coraggio di Richard Park, è il meno che si possa dire.