Pavol Demitra, sempre più determinante per i Kings
Los Angeles Kings (14-6-1)
Nonostante il passare delle settimane eccoci ancora allo stesso punto. Quando segui una division da vicino, sia per ragioni di passione che di redazione, le impressioni personali diventano una parte costante del tuo lavoro. Ma è da quando è iniziata la stagione e il mio monitoraggio della Pacific Division che, settimana dopo settimana, i Kings s'impegnano per smentire le mie impressioni. Alla fine di novembre, infatti eccoli lì ancora in testa alla classifica.
Ma quando segni 79 gol in 21 partite (che valgono il terzo miglior attacco a Ovest) vuol dire che le cose cominciano a girare, anche perché se ne subiscono 60, punteggio che rientra comunque nella media.
Nella lotta al vertice fra Stars e Kings, la formazione di Los Angeles continua a macinare punti e se i texani fanno 8-2 nelle ultime dieci apparizioni i californiani rispondo con un convincente 7-2-1.
L'ottima serie di successi di queste settimane deriva anche dal sempre più determinante Demitra. Se i Kings erano in cerca di un leader, infatti, sembrano finalmente averlo ritrovato in quello che da sempre è stato uno dei giocatori più rappresentativi della franchigia. I suoi 29 punti si sommano sia a quelli dell'emergente Frolov (11 G - 13 A), atteso da tutti per una "breakout season", sia a quelli di Craig Conroy, arrivato a Los Angeles per portare più esperienza che punti.
Invece il centro statunitense sta riuscendo a mettere su dei buoni numeri sia nel conto plus/minus (+11 per lui) che nel conto reti assist (identico a quello del ben più giovane Frolov) e se contiamo che prima giocava insieme ad un certo Jerome Iginla capiamo che sia un'impresa più ardua quella di raggiungere certi risultati.
In porta continuano ad alternarsi Garon e LaBarbera, con risultati discreti. LaBarbera ha il vantaggio non solo delle statistiche (.915 a .895) e della media gol subiti (2.44 a 3.05) ma anche quello delle vittorie con 8 successi in 11 partite contro le 6 vittorie in 12 incontri per il compagno di squadra.
In queste ultime settimane i Kings hanno portato a casa una doppia vittoria di misura sugli Avalanche e sui Canucks, 4-3 in casa grazie ad un Hat Trick di Demitra, e 5-4 sempre in California ma contro i canadesi grazie ad un ottimo Visnovsky. La sconfitta coi Predators subita nella partita precedente (grazie soprattutto ad un impeccabile Vokoun che stoppava 35 su 37 tiri) aveva interrotto una seria vincente di 3 partite culminata con un 8-2 ed uno show di Frolov, ai danni dei Blue Jackets.
E in tutto questo, vi chiederete, che fine ha fatto Jeremy Roenick? 8 punti in 20 partite, forse non mi sbagliavo nel dire che l'ex Coyote non era l'uomo giusto per questa squadra.
Dallas Stars (13-6-1)
Da tifoso di Dallas devo dire che non ricordo l'ultima volta che un rookie fosse riuscito a dare un contributo così importante alla squadra quanto quello che sta dando Jussi Jokinen. Giocando nella linea di Mike Modano si traggono sicuramente dei benefici ma il giovane finlandese ha sin'ora messo a segno 7 gol e 7 assist che è un buon risultato a meno che il tuo nome non sia Sidney Crosby o Alexander Ovechkin.
Ma torniamo al risultato. 8 vittorie nelle ultime 10 partite sono segno solo di una certa continuità ? No, sono sicuramente frutto del rendimento di Marty Turco, che sembra finalmente essere tornato al portiere che tutti conosciamo. Opaco nella vittoria contro Columbus (3 gol subiti su 18 tiri), Turco ha bloccato 30 tiri su 32 nel 4-2 ai danni dei Ducks, 40 su 41 ancora contro i Ducks nel 3-1 di Anaheim, 27 su 29 quando gli Stars si sono imposti sugli Sharks per 3-2, 16 su 16 nel 4-0 contro gli Oilers, 27 su 29 in un'altra vittoria contro gli Avalanche e 18 su 19 nel massacro per 9-1 ai danni dei Blackhawks.
Unico neo i 5 gol su 32 tiri subiti contro i Predators, partita che Dallas ha perso. Insomma, come dice già qualcuno, gli Stars vanno dove Turco li porta? Magari non proprio, però sicuramente il defensive player of the week della settimana appena trascorsa può essere sicuramente decisivo.
Ma Turco non è l'unico veterano a reggere la formazione texana. Mike Modano, storico leader, guida la squadra con un bel +10 a cui aggiunge 19 punti, Jere Lehtinen sembra aver dimenticato i problemi della passata stagione e abbina le sue grandi qualità difensive a 14 reti (che gli valgono il primo posto in squadra), mentre Sergei Zubov nonostante l'età continua a passare tantissimo tempo sul ghiaccio (25 minuti di media a partita per lui) e a dispensare numerosi assist soprattutto in situazione di power play.
Un ultimo appunto va a Steve Ott. Il ragazzo classe 1980 era atteso ad una maggior produzione in questa stagione. Produzione che un po' è mancata dal punto di vista del rendimento offensivo ma che si mantiene costante quando c'è da giocare fisici sul puck, sia quando bisogna metter giù guanti e bastone.
Phoenix Coyotes (11-10-2)
Da fanalino di coda della division la squadra di Coach Gretzky risale qualche posizione grazie soprattutto a 6 vittorie nelle ultime 10 partite. Grazie soprattutto ad un ottimo Curtis Joseph (che subisce .927 con 2 SO) che guida una difesa che ha subito 59 reti (quarto miglior risultato ad ovest) ed ad una produzione offensiva che inizia finalmente ad ingranare trascinata da Nagy e Comrie la squadra dell'Arizona si sta muovendo meglio che nelle prime settimane di gare.
Vincenti nell'ultima prova contro Columbus con un ottimo 5-1 i Coyotes mostrano una miglior chimica di squadra che si riflette senza dubbio in una maggiore continuità di risultati. Manca ancora Shane Doan da cui ci si aspettava sicuramente di più e con lui mancano i goal, il che pesa sicuramente su una difesa con ancora maggiori responsabilità per vincere le partite ed in questo campo si dimostra ottimo Paul Mara che abbina alle sue prestazione difensive ben 16 punti.
Come già detto, però, senza un Joseph in queste condizioni sarebbe difficile vincere delle partite in cui si fa fatica a segnare, ma sin quando il portiere reggerà sicuramente i Coyotes possono continuare con un bilancio positivo. Sia che questo si verifichi o no è comunque importante che il gioco offensivo ingrani del tutto, nel nuovo hockey su ghiaccio è estremamente importante segnare visto che è sicuramente più difficile difendere e sarà ancora più difficile ma mano che si avanza con la stagione.
I segni di miglioramento comunque sono evidenti nel bilancio dei punti ma siamo ancora lontani da una squadra realmente competitiva e con Dallas e Los Angeles che si allontanano diventa importantissimo sistemare ciò che non funziona e risolvere i problemi di cui si è parlato. Wayne Gretzky ha ancora tanto da fare per rimettersi del tutto in carreggiata, continuare sulla strada intrapresa nelle ultime settimane può essere un buon inizio.
San Josè Sharks (8-8-4)
San Josè, abbiamo un problema. I miei favoriti ad ovest continuano il loro mediocre inizio di stagione. Ciò che viene da chiedersi è se ci sia qualcuno in questa squadra in grado di segnare. D'altronde quando si mettono a segno solo 52 reti, il tuo miglior marcatore, Patrick Marleau ne fa 9, Jonhatan Chechoo 7 e gli altri faticano a raggiungerne 5 è una domanda più che lecita. D'altra parte ci si chiede anche se qualcuno, lì al sole della baia, sappia che il power play è una situazione da cui trarre vantaggio e realizzare reti.
Le statistiche ci dicono infatti che gli squali vanno a segno solo il 13.1% delle volte che giocano in vantaggio numerico. Quando poi si subiscono 66 reti, il tuo miglior portiere vince solo 3 partite su 12 bloccando i tiri avversari per una percentuale pari a .876, dei tuoi giocatori solo cinque hanno un plus/minus positivo (Tom Preissing leader della classifica con un misero +5) e i tuoi migliori uomini collezionano rispettivamente -9 (Chechoo), -7 (Marleau), -6 (Sturm) allora qualcosa davvero non gira per il verso giusto.
Alla squadra di San Josè manca, al di là quanto già elencato, la capacità di segnare quando serve, di colmare piccoli svantaggi o di aumentare i propri. E le 4 sconfitte all'overtime lo confermano. Nella NHL quando le statistiche vanno male, il tempismo, il saper cogliere l'occasione propizia, l'opportunismo fanno la differenza fra vittoria e sconfitta. Sin'ora agli Sharks tutto questo è mancato.
Anaheim Mighty Ducks (7-10-4)
Sì, è vero. Teemu Selanne e Scott Niedermayer sono stati due buone acquisizioni, ed infatti guidano la squadra come punti realizzati (rispettivamente 19 e 15) ma da soli non possono certo garantire le vittorie, così come da solo può fare poco anche Giguere che in più sta subendo diversi problemi fisici.
Le papere più famose d'America hanno cominciato una preoccupante parabola discendente. Infatti non vincono dal primo novembre! Il che vuol dire, contando anche i tempi supplementari, otto sconfitte in otto partite. Il problema dei Ducks nelle ultime apparizione sembra la difficoltà di segnare più di due gol nonostante riesca a contenere il numero di quelli subiti. Insomma, un po' lo stesso discorso che si è fatto per San Josè.
E le ultime due sconfitte, contro Colorado e Vancouver sono fotocopia l'una dell'altra. Mighty Ducks in partita per tutta la durata della gara e che subiscono il GWG nel terzo periodo.