NFC – Week 11 Report

Nathan Vasher è l'attuale simbolo della difesa che sta lanciando i Bears in vetta alla NFC.

NFC East

Dallas Cowboys 7-3, New York Giants 7-3, Washington Redskins 5-5, Philadelphia Eagles 4-6

Settimana emblematica se ce ne è una. Che ha chiaramente detto che gli Eagles non saranno della partita playoffs. Considerando che per una wild card forse non basteranno 10 vittorie viene difficile credere che gli Eagles, senza McNabb, senza Owens, senza un gioco di corsa valido ( nonostante la partita contro i Giants ) possano essere in campo nel week end del 7 e 8 gennaio.

Philadelphia dunque. Opposta ai Giants, già  priva di Owens, la squadra ha dovuto fare anche a meno di McNabb che è un po' come levare il cambio ad una macchina. Il risultato è il viaggiare ad una sola velocità .

Se poi di fronte c'è un altro Manning che sinistramente somiglia sempre più al fratello per la freddezza e determinazione con cui affronta l'ultimo quarto (è il 13° come rating fra i passatori nei 15 minuti finali) le speranze di Philadelphia di rimanere aggrappate al match erano nelle gambe del running back Westbrook e nei big plays della difesa.

Il cui leader emozionale, Trotter, in settimana era intervenuto per dire la sua sulla vicenda T.O. ribadendo al giornalista di ESPN che all'interno della squadra Owens aveva più amici che nemici e che, tutto sommato, riprenderlo non sarebbe poi una cattiva idea.

Specie poi se gli attuali ricevitori non fanno quello a cui il loro nome si riferisce, ovvero ricevere, e il gioco di corsa continua a latitare con solo due primi downs conquistati.
Così New York non fa altro che capitalizzare sulle penalità  degli Eagles (7 per 105 yards) mostrando una capacità  chirurgica di sfruttare le situazioni di goal-to-go (2/2).

Il calendario prevede per i Giants un viaggio ad ovest a Seattle, ben sapendo quanto possono essere insidiose questo tipo di partite. Mentre gli Eagles ospiteranno in casa i Packers.

Settimana scorsa, se siete usuali di queste pagine, affermavamo come potessero essere i 22 di Parcells i favoriti per vincere la East. La partita contro i Lions ha avallato la tesi. Non tanto per la vittoria in se stessa ma per la maturità  con la quale Dallas gioca.

Certo se Detroit non si fosse suicidata con 17 penalità  forse avremmo capito un po' più dei Cowboys che hanno quindi capitalizzato al meglio gli errori di Detroit tanto è vero che 9 dei 26 primi downs di Dallas sono venuti grazie a penalità  commesse dagli avversari.

Così come quei terzi downs diventati automaticamente primi nei quattro drives vincenti dei Cowboys che hanno visto la percentuale di conversione di 3rd down salire al 50% quando in stagione avevano, fino a domenica, il 40.9.
I Cowboys così hanno potuto far fronte alla non felice giornata di Bledsoe (110 yards e nessun TD) grazie anche al duo Jones/Barber III dietro con il secondo in meta due volte (5 nelle ultime tre gare giocate).

Nell'anticipo della prossima settimana, per il thanksgiving day, in Texas scendono i Broncos e sarà  interessante vedere che tipo di difesa Parcella adotterà  per fermare uno dei più potenti giochi di corsa di questa stagione.

Dietro al duo capolista ci sono i Redskins che provavano, in casa contro i Raiders, ad interrompere la striscia negativa e rimanere in scia per il primato di division.

Dopo la sconfitta, seconda in fila, contro Oakland le cose si complicano per Washington. I Redskins erano reduci dalla sconfitta contro i Bucs quando un cattiva gestione dell'orologio ed i troppi turnovers (5) erano costati caro.

Se l'attenzione dei media nel pre-partita era tutta per il ritorno di Norv Turner nel posto che ha chiamato casa per 7 anni, una volta calciato il primo field goal tutti gli occhi erano per il campo alla ricerca di quei Redskins che avevano creato molto rumore nelle prime giornate della stagione.

Il problema è che Washington sembra essersi fermata, soprattutto in attacco vittima di una strategia d'attacco ("max protection") che i coordinatori offensivi stanno sfruttando per sacrificare un extra pass rusher coprendo meglio il campo. Con due soli ricevitori dei Redskins fuori è dunque più semplice applicare copertura da parte della difesa avversaria.

Così sono quattro partite che un ricevitore di Washington non riceve per più di 100 yards, Portis ha fatto altrettanto, via terra, per la sesta volta dall'inizio della stagione e Joe Gibbs incassa la quinta sconfitta nelle ultime sette partite con ancora tre palle perse che fanno arrivare la bilancia del differenziale palle recuperate/palle perse a -13.

NFC North

Chicago Bears 7-3, Detroit Lions 4-6, Minnesota Vikings , Green Bay Packers

Se sulla partita dei Bears potete leggere quello che vi riporta Santini mentre per il Monday Night vi rimandiamo alle parole di Lavarra.

Non che ci sia molto da commentare in una partita che ha visto Detroit guadagnare 57 yards su corsa, 11 primi down ma soprattutto concedere 129 yards ai Cowboys frutto di 17 penalità .

Con i due Williams e il running back Kevin Jones a mezzo servizio sarebbe servito un Joey Harrington da più di 169 yards e 17 completi per cercare di vincere la partita. Subito sotto nel punteggio e riavvicinatasi con il TD su corsa di Jones Detroit, ogniqualvolta ne ha abbia avuto la possibilità , ha rimesso la partita nelle mani e nella gambe dei Cowboys chiudendo gli otto drives offensivi con solo una segnatura e ben 5 punts.

Anche Detroit, come Dallas, anticipa l'incontro della Week 12 a giovedì quando ospiterà  i Falcons bisognosi di vittoria.

Due considerazioni al volo sui Bears con la promessa che torneremo presto a parlare di loro. L'accusa che veniva mossa a Chicago, quella di aver avuto finora un calendario abbordabile, dopo la vittoria contro i Panthers non potrà  più essere mossa se non altro perché Carolina veniva da 6 vittorie consecutive ed è indicata da molti come la rappresentante della NFC nel Super Bowl.

Chicago sorprende perché su un ottimo telaio difensivo (consigliamo di dare un'occhiata alle classifiche difensive di squadra per vedere l'impatto di Urlacher e compagni sulle partite) ha saputo implementare un gioco di corsa efficace e redditizio con Thomas Jones, Peterson ed il rookie Benson lasciando all'altro rookie, Orton, la possibilità  di giocare in tranquillità  e la libertà  di commettere anche qualche errore.

NFC South

Carolina Panthers 7-3, Tampa Bay Buccaneers 7-3, Atlanta Falcons 6-4, New Orleans Saints 2-8.

Detto e letto dei Panthers che, nonostante la sconfitta, rimangono in testa alla division andiamo ad occuparci alla partita che metteva di fronte i Buccaneers e i Falcons.

Prima però un paio di premesse per aiutarvi nella comprensione della partita. Prima di domenica Michael Vick aveva perso solamente 6 partite sulle 27 giocate dentro un "dome", al coperto quindi. Prima di domenica nelle 10 partite di regular season finora disputate dai Falcons solo una volta un ricevitore di Atlanta aveva ricevuto sopra le 100 yards.

D'altro canto nelle ultime sette partite dei Bucs il WR Galloway non aveva ricevuto per meno di 5 volte a partita così come Tampa Bay non aveva concesso più del 46.6% nelle situazioni di terzo down. Ancora: nelle prime otto i ragazzi di Gruden avevano superato quota 20 (intesi come punti sul tabellone) solamente due volte.

Piccola annotazione prima di inoltrarsi nella lettura di quello che seguirà : premere il tasto "DEL o CANC" sulla tastiera immaginaria del cervello perché quello che è uscito dalla partita di domenica va contro tutto quello che sapevate fino ad ora.

Quindi Atlanta che, per la seconda settimana consecutiva, va sotto subito nel punteggio salvo poi iniziare a trovare spazi nella difesa dei Bucs (la 3° della lega, l'8° sulle corse) con la coppia D&D (Dunn and Duckett per 32 corse) e con Vick che metteva punti sul tabellone in cinque possessi consecutivi e risolveva uno dopo l'altra situazioni di terzo down con tante yards nella parte finale della frase chiudendo con 11 conversioni su 17 situazioni, per quella percentuale di cui parlavamo poche righe fa.

Il problema per i Falcons è che la difesa di Tampa Bay è una delle più efficace della lega contro il quarterback da Virginia Tech perché possiede una velocità  di base nei suoi uomini che ben si accoppia con le superbe qualità  atletiche di Vick.

Non per niente i Bucs avevano vinto quattro degli ultimi cinque confronti fra le due squadre tenutisi in Georgia e non per niente Vick non è stato un fattore via terra (4 corse=17 yards). Così nella giornata in cui Vick va sopra le 300 yards si guarda più ai tre sacks subiti, al costoso fumble, ai 31 giochi in più che i Falcons hanno avuto.

Con la vittoria i Bucs, oltre a raggiungere Carolina in testa, ritrovano le corse di Williams (19 per 116 yards e 1 TD) con la seconda partita consecutiva da 30 punti ed una difesa tornata a livelli da Super Bowl che fa di Tampa Bay un avversario da wild-card pericolosissimo.

Di contro c'è la piccola involuzione del QB Simms che è rimasto sotto le 150 yards dimenticandosi del proprio miglior ricevitore (Galloway nessuna ricezione), non producendo un TD anzi lanciando un intercetto che aveva riportato i Falcons sopra nel punteggio all'inizio del quarto periodo.

Chiudono la division i Saints che, ospiti dei Patriots, perdono l'ennesima partita di una stagione travagliata rovinando il record di Aaron Brooks che, con 116 passaggi da touchdown, è diventato il miglior della franchigia. Una gara che comunque i Saints hanno quasi "rischiato" di vincere più per demerito dei Patriots che per merito di Joe Horn e soci.

Infatti New Orleans aveva messo in scena la solita domenica di errori (99 yards su 11 penalità ) e di scialba prestazione del reparto corse con i due running back titolari capaci di guadagnare 57 yards complessive con la corsa più lunga di 7 yards.
Non sorprende quindi che tutto il peso dell'attacco sia passato nelle mani e nella gambe (anche 3 corse per 30 yards) del quarterback dei Saints che ha chiuso infatti con 50 tentativi, 343 yards ma anche un intercetto, decisivo tra l'altro perché avvenuto sull'ultimo gioco che avrebbe mandato la gara ai supplementari con la possibile ricezione da touchdown di Horn.

La settimana prossima in casa dei Jets potrebbe essere l'occasione per migliorare il numero delle vittorie per i Saints a patto che i giocatori di New Orleans sappiano sfruttare le chance che la partita gli propone.

NFC West

Seattle Seahawks 8-2, St. Louis Rams 4-6, Arizona Cardinals 3-7, San Francisco 49ers 2-8

La Week 11 proponeva due scontri all'interno della division con i Rams impegnati in casa contro i Cardinals mentre Seattle scendeva in California per affrontare i 49ers.

Seattle, fino alla fine del terzo quarto, aveva mantenuto le aspettative della vigilia mettendo sul tabellone 27 punti e 357 yards lasciando a San Francisco quattro calci. Poi improvvisamente si è spenta la luce e i Seahawks sono tornati, per quindici lunghi minuti, ad essere la squadra del 1999 che aveva perso 5 delle ultime sei partite dopo aver iniziato la stagione esattamente come questa: 8-2.

Ma la versione 2005 della formazione allenata da Mike Holmgren è diversa soprattutto in difesa anche se proprio contro San Francisco i primi imputati sono stati gli undici del reparto difensivo. Dorsey infatti in avvio di ultimo quarto con un passaggio da 22 yards aveva trovato Brandon Lloyd in end zone poi aveva orchestrato un drive da 13 giochi e quasi sei minuti di possesso riportando i 49ers sotto di due con una conversione da due riuscita da un'overtime che sarebbe stato tutto da scrivere.

Quindi bene ma non benissimo Seattle, discreto il QB Dorsey per San Francisco, soprattutto nel periodo finale dove ha chiuso con 10/13, 138 yards ed un TD pass, malino ma non male la difesa dei 49ers appena sopra le medie stagionali nelle yards concesse su passaggio e nella percentuale di completi del quarterback avversario.

Dopo la sconfitta dei Rams in casa contro Arizona la testa della division è saldamente nelle mani di Seattle anche se il calendario non è facilissimo con le trasferte a Philadelphia fra due settimane nel Monday Night, quella in casa dei Titans due settimane dopo seguita dal confronto casalingo con i Colts e dalla chiusura in casa dei Packers.

Dicevamo dei Rams e dei Cardinals. Il piano partita di Dennis Green era chiaro; con una difesa martoriata dagli infortuni era fondamentale avere un ottimo controllo del tempo cercando di mantenere vivi i drives con il gioco di corsa tenendo, allo stesso, fermo sulla sideline il potente attacco dei Rams.

Non tutto è andato secondo i piani ma Arizona è comunque rimasta nel piano partita con drives lunghi (da cinque e sei minuti) e corposi (ben 6 di questi hanno visto eseguirsi almeno 8 giochi) che hanno avuto l'effetto di mangiare tempo (3 minuti di possesso in più alla fine) inserendo in partita il gioco di corsa (94 yards e un TD su 26 portate).

Gioco via terra che quelli di St. Louis sembrano essersi completamenti dimenticati. Le 6 yards totali prese dal running back Jackson non sono giustificabili a prescindere ma a maggior ragione in una partita dove l'esigenza di andare per vie aeree si era resa necessaria solamente nell'ultimo periodo quando i Rams erano indietro nel punteggio di due segnature.

E' veramente incomprensibile come lo staff tecnico preferisca ammassare yards (347 contro i Cards) tramite passaggi che non sfruttando il potenziale di un ragazzo che ha in carriera una media di 4.7 yards a portata. Così i Rams sono arrivati nella red zone solamente una volta e non sorprende infatti che i tre touchdowns siano venuti su passaggi da 22, 46 e 26 yards.

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