Carpe Diem

Grande inizio di stagione per lo svedese…

Cosa potrebbe riservare la carriera di un giocatore reduce da un fallimento in Svizzera (licenziato dal Ginevra-Servette dopo 12 partite) e dalla sottoscrizione di un modesto contratto quale straniero di rimpiazzo a Rapperswil (sempre nel campionato elvetico) dopo l'infortunio di Mikko Eloranta (ex Los Angeles Kings)?

Una stagione anonima nell'attesa che il titolare rientri? Sbagliato!
Un posto tra i migliori marcatori dei Detroit Red Wings? Esatto!

Considerando che la rosa della squadra del Michigan annovera giocatori del calibro di Pavel Datsyuk, Henrik Zetterberg, Brendan Shanahan, Steve Yzerman e Robert Lang, l'impresa di Mikael Samuelsson, il protagonista di “All'ombra delle stelle" di questa settimana, è assolutamente da sottolineare.

Nato il 23 dicembre 1976 a Mariefred, un villaggio di 4700 anime a un'oretta di macchina da Stoccolma, finora Samuelsson aveva dimostrato freddezza sotto porta solo nella stagione 2000-01, nel corso della quale aveva realizzato 78 punti in 66 partite (con un mostruoso +31 nella statistica +/-) con la maglia dei Kentucky Thoroughblades della AHL.

In precedenza, nelle cinque stagioni trascorse nella nativa Svezia con le maglie di Sà¶dertà¤lje (la squadra nella quale è cresciuto), Và¤stra Frà¶lunda e Brynà¤s, il suo nome era apparso ben poche volte nel tabellino dei marcatori. Basti dire che gli otto gol dell'annata 97-98 sono il suo bottino più cospicuo.

A questo proposito, lo Scouting Report della NHL non si fa pregare nel rimarcare questa apparente lacuna. Se da un lato sottolinea le qualità  difensive e le notevoli abilità  in Penalty Killing, dall'altro conclude dicendo, testuali parole, "Mikael Samuelsson non diventerà  mai uno scorer".

Apparentemente, tuttavia, le sue doti difensive hanno la meglio sulla sua latitanza in fase offensiva, visto che il 27 giugno 1998 i San José Sharks lo draftano al quinto turno. Mikael Samuelsson deve comunque attendere fino al 3 gennaio 2001, giorno del suo debutto contro i Calgary Flames, prima di indossare la maglia degli squali. Il suo soggiorno in California, però, è di breve durata: dopo sole quattro partite, il 24 gennaio 2001, gli Sharks lo spediscono ai New York Rangers con Chris Gosselin in cambio di Adam Graves.

Pur intervallata da qualche assegnazione al farm-team di AHL, nella Grande Mela la stagione dello svedese si rivela meno avara di soddisfazioni. Schierato all'ala destra in una linea completata da Petr Nedved e dal connazionale Andreas Johansson, in 67 partite Samuelsson raccoglie una manciata di punti (16) ed eccelle nel gioco difensivo (+10), togliendosi tra l'altro lo sfizio di segnare i suoi primi due gol in NHL ai Colorado Avalanche, arrestando a 192 minuti e 39 secondi l'imbattibilità  di un certo Patrick Roy. Una prestazione che, tuttavia, non gli vale la riconferma.

A metà  della stagione successiva, infatti, eccolo di nuovo su un aereo, questa volta in direzione Pittsburgh. Suoi compagni di viaggio sono Rico Fata, Joà«l Bouchard e Richard Lintner che raggiungono i Penguins, mentre sul volo contrario in direzione New York salgono Alexei Kovalev, Dan LaCouture, Janne Laukkanen e Mike Wilson.

La stagione in Pennsylvania è un vero disastro. Se i due soli punticini collezionati non sono una novità , questa volta Samuelsson non può salvarsi con il paracadute della statistica +/-, visto che con un -21 in 22 partite è tra i peggiori di una squadra alla deriva. Il nuovo taglio, di conseguenza, non tarda ad arrivare e il povero Mikael, molto più simile a un pacco postale che non a un giocatore professionista, viene dirottato ai Florida Panthers.

La stagione in Florida lo riporta ai suoi livelli nel gioco difensivo, dato che in una squadra che per l'ennesima volta manca l'accesso ai Play Off registra pur sempre uno 0 nella famigerata statistica +/-. Questa volta, però, è il lockout a spingerlo all'aeroporto. In Svizzera, a Ginevra, lo attende il Servette, una squadra ambiziosa che mira a mettere il bastone tra le ruote alle favorite Berna, Davos, Zurigo e Lugano.

Con Dany Heatley che dà  spettacolo a Berna, Joe Thornton che imperversa a Davos, Randy Robitaille che segna a raffica a Zurigo e Alex Tanguay che diverte il pubblico di Lugano, tuttavia, i due golletti realizzati da Samuelsson in 12 partite per il Servette non placano la fame di successi del pubblico ginevrino. La contestazione spinge la società  a sostituirlo con Derek Armstrong (Los Angeles Kings). Allo svedese non resta che tornarsene mestamente in patria, dove lo accoglie il Sà¶dertà¤lje, la squadra della sua gioventù.

Ciò che sembra la fine di una carriera ad alti livelli, è invece l'inizio della rinascita. Con la squadra svedese realizza 20 punti in 29 partite e si merita addirittura la convocazione in Nazionale per i Mondiali in Austria del 2005. All'inizio della stagione in corso sottoscrive un contratto con il Rapperswil, modesta squadra del campionato elvetico in emergenza per l'infortunio subito da Mikko Eloranta, uno dei suoi migliori stranieri.

Samuelsson non metterà  piede nella ridente cittadina del Canton San Gallo. Sicuramente favorito dal nuovo Salary Cap che costringe le squadre a completare la rosa con giocatori con minori pretese finanziarie, ottiene a sorpresa un contratto alla corte dei Detroit Red Wings.

Difficile spiegare il suo formidabile inizio di stagione. Il fatto che la squadra conosciuta per aver varato il "Russian Five" (il leggendario blocco interamente russo degli anni 90 composto da Viacheslav Fetisov, Vladimir Konstantinov, Sergei Fedorov, Igor Larionov e Vyacheslav Kozlov) disponga ora di una vera e propria colonia svedese (oltre a Samuelsson, Nicklas Lidstrà¶m, Tomas Holmstrà¶m, Henrik Zetterberg, Andreas Lilja, Johan Franzen e Niklas Kronvall) ha certamente favorito il suo inserimento.

Le quattro reti realizzate nelle prime quattro partite e i 12 punti dopo 20 partite, considerando che, circondato da stelle di prima grandezza, deve accontentarsi di una decina di minuti di ghiaccio a partita, non sono però riconducibili soltanto a una semplice questione di ambientamento. Lo straordinario 18.4% di accuratezza al tiro, infatti, è la prova di un repentino e sorprendente salto di qualità .

Anche se Mikael Samuelsson non dovesse riuscire a mantenere questo ritmo per tutta la stagione, in poche settimane avrà  comunque dimostrato una volta di più che nel mondo dello sport niente è scontato. E a Rapperswil, Eloranta dovrà  sbrigarsi a guarire: Samuelsson non potrà  sostituirlo. Ora è impegnato con Yzerman e Shanahan.

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