Un Grier nel motore

Mike Grier, un giocatore tutta grinta!

Tutto ha inizio il 18 gennaio 1958. Willie O'Ree debutta nelle NHL con i Boston Bruins. Velocissimo ma non dotato di particolari capacità  tecniche e realizzative, con la maglia della squadra del Massachusets disputa 43 partite per poi tornare nelle leghe minori. Una carriera piuttosto anonima, se non fosse che O'Ree è il primo giocatore di colore a calcare il ghiaccio della National Hockey League.

Una decina di anni dopo il basket, il baseball, il football e altri sport professionistici come il tennis, il golf e il pugilato, anche l'hockey su ghiaccio può finalmente dichiararsi aperto alla multiculturalità . Seguiranno altri giocatori di colore, da Grant Fuhr, il portiere che nella seconda metà  degli anni '80 si aggiudicò cinque Stanley Cup con i mitici Edmonton Oilers di Wayne Gretzky, a Jarome Iginla, il capocannoniere dell'ultima stagione NHL a pari merito con Rick Nash e Ilya Kovalchuk (41 reti).

La stagione 2000-01 segna un altro momento storico per la comunità  afroamericana. La rosa degli Edmonton Oilers, infatti, comprende ben cinque giocatori di colore, un record: Anson Carter, Sean Brown, Georges Laraque, Joaquin Gage e Mike Grier. E è proprio quest'ultimo, Mike Grier, il protagonista del ritratto di questa settimana.

Nato il 5 gennaio 1975 a Detroit, città  sede della Motown, la prima casa discografica fondata e diretta da un afroamericano (Berry Gordy), l'attuale numero 25 dei Buffalo Sabres è però cresciuto a Boston, dove il padre, Bobby Grier, era il direttore del personale dei New England Patriots (NFL).

Iscritto alla Saint Sebastian's School di Needham, scuola secondaria che dispone di uno dei programmi hockeystici più completi (qui ha studiato e giocato anche Rick Di Pietro, il portiere dei New York Islanders), nella stagione 1992-93 Mike Grier realizza ben 43 punti in appena 22 partite, benché le sue migliori qualità  non vadano certo ricercate nella fase offensiva.

Sono invece un oscuro quanto assiduo lavoro difensivo e uno spirito di sacrificio fuori dal comune ad attirare le attenzioni degli scout NHL. Particolarmente interessati sono i St. Louis Blues che, infatti, lo draftano al nono turno del 1993, un'annata particolarmente ricca se si considera che al primo turno erano stati scelti futuri campioni del calibro di Chris Pronger, Paul Kariya, Jason Arnott, Jocelyn Thibault, Saku Koivu e Todd Bertuzzi.

Gli ottimi risultati conseguiti alla Saint Sebastian's School gli aprono le porte della Boston University, la quarta università  più grande degli Stati Uniti dalla quale sono transitati, tra gli altri, Tony Amonte, Chris Drury e Keith Tkachuk. Giocando con l'attuale attaccante dei New Jersey Devils Jay Pandolfo, nell'annata 1994-95 Grier colleziona 55 punti in 37 partite, meritandosi la chiamata nell'All Star Team.

Nel frattempo i suoi diritti vengono trasferiti dai St. Louis Blues agli Edmonton Oilers con Curtis Joseph in cambio di due prime scelte ed è proprio con i petrolieri che, due anni dopo, Mike Grier debutta nella NHL, compiendo direttamente il salto dal campionato universitario.

Schierato all'ala destra della prima checking-line, nel corso di sei stagioni nell'Alberta Grier oppone i suoi centimetri e i suoi chili (1,85m per 100kg) alle migliori linee avversarie e solo in un'occasione conclude la Regular Season con una statistica +/- negativa (-3). Al termine della stagione 2001-02, nel tentativo di ridurre i costi e di far posto alle giovani leve (in particolare a Jason Chimera), gli Edmonton Oilers decidono di cedere Mike Grier ai Washington Capitals in cambio di due scelte al draft.

Trovatosi a sostituire Ulf Dahlen nella checking-line completata da Jeff Halpern e Steve Konowalchuk in una squadra in fase calante dopo il fallito assalto alla Stanley Cup del 1998, Grier sembra concedere più spazi alle scorribande avversarie visto che, nei due anni trascorsi nella capitale, registra rispettivamente un -14 e un -19. Agli occhi della critica, invece, è paradossalmente proprio questo periodo che sancisce il suo definitivo salto di qualità .

Bruce Cassidy, allora coach dei Capitals, ne apprezza la disponibilità  e lo schiera a seconda delle necessità , talvolta portandolo addirittura in prima linea quando Jaromir Jagr e Michael Nylander necessitano di una “guardia del corpo” o mandandolo sul ghiaccio nelle delicate fasi di inferiorità  numerica.

Quando al termine della stagione 2003-04 i Washington smantellano l'organico, con i vari Robert Lang, Sergei Gonchar, Jaromir Jagr e Michael Nylander anche Mike Grier cambia aria, passando ai Buffalo Sabres in cambio di Jakub Klepis.

Dopo la stagione persa a causa del lockout, quest'anno Mike Grier rivestirà  un ruolo fondamentale per i Sabres di Lindy Ruff. In una squadra nella quale dopo la partenza di Miroslav Satan il solo Daniel Brière ha già  realizzato almeno 25 reti in una stagione, la compattezza e la pressione esercitata sugli avversari sono elementi imprescindibili. Pane per i denti di Mike Grier.

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