Gran momento di forma per gli Hurricanes…
Giovedì 20 ottobre è notte di grande hockey per le franchigie del sud est. Due gli scontri fratricidi e due verdetti pesanti.
Al BankAtlantic Center i Panthers si scontrano contro i modesti Caps che però, dalla loro, hanno un Ovechkin in grande forma. E il russetto numero 8 non smentisce le attese: apre le marcature dopo meno di due minuti e si ripete sul finire del match: ottava partita consecutiva a punti, l'unico nella lega. Peccato per Washington, però, che sul ghiaccio scendono 6 giocatori e non basta un Kolzig superbo ad evitare la sconfitta.
In un secondo periodo travolgente (record di 28 tiri per i Cats) i padroni di casa trovano le realizzazioni di Kolnik che sfrutta un errore di Heward e realizza uno shorthanded gol e Van Ryn in powerplay che consentono al team del coach Martin di rialzare la testa: la gara, infatti, finirà 3-2 (sull'1-0 per gli ospiti Stewart, primo gol in carriera, aveva pareggiato i conti nel primo terzo).
In casa dei georgiani Thrashers invece i Lightning fanno bottino pieno ma a fine gara sono tutt'altro che soddisfatti, nonostante lo shutout del loro portiere Grahame. Tortorella, così come Quinn dei Leafs alcuni giorni prima, attacca il coach di Atlanta Hartley reo di consentire ai suoi giocatori una condotta antisportiva: il fatto è che a due minuti o poco più dalla fine Boulton ha rifilato una gomitata al malcapitato Ranger che ha dovuto abbandonare il rink.
Stavolta niente rissa finale ma il comportamento è stato comunque deprecabile e non fa che arrossire ancor di più la Philips Arena, come se non bastassero i 6 gol degli ospiti contro 0 (doppietta di Modin e ottimi LeCavalier, con tre assist e un gol, e Prospal, assist e gol) e la prova opaca del duo Garnett – Berkhoel, goalies rookie che si mostrano molto insicuri. Oltre ovviamente a un Kovalchuk appannatissimo e fischiato.
Bravi invece gli Hurricanes che stanno andando oltre le più rosee previsioni registrando una compattezza e una voglia di combattere sicuramente sopra le righe. Si arrendono all'overtime contro dei Maple Leafs in ascesa ma Eric Staal, anima di Canes in questo avvio, non ci sta. Dopo aver fatto ben tre assist che hanno aiutato Carolina a chiudere il tempo regolamentare sul 4-4 si è visto assegnare una penalità “stecca alta” nell'overtime e Ken Klee ha bucato l'incerto Ward. E pensare che solo pochi secondi prima capitan Brind'Amour ha sprecato il puck vincente solo contro Belfour. Ma tant'è, Laviolette si prende il punto, i Canes registrano le marcature di Tverdovsky, Brind'Amour, Cole e Stillman e tornano dal Canada consapevoli della loro forza.
I Senators non vogliono fermarsi più e vincono la loro sesta partita consecutiva contro dei Lightnings apparsi stanchi dopo i 6 gol rifilati ad Atlanta la sera precedente. Hasek gioca la sua 600esima gara in NHL e Alfredsson e Heatley vanno per la sesta volta consecutiva a punti facendo registrare da parte dei fulmini di Tampa la terza sconfitta consecutiva in casa. Afanasenkov realizza l'unico gol dei padroni di casa, gol del pareggio.
Ma un buffo shorthanded gol di Alfredsson da il vantaggio ai canadesi che poi fanno pure il terzo e il quarto gol. Per Neil, Schaefer e Heatley un gol e un assist a testa mentre per gli eroi dell'ultima Stanley Cup, e cito St.Louis, LeCavalier, Kubina e Fedotenko, un -9 complessivo nel plus/minus. Si assesteranno mai su livelli medio alti i detentori del titolo?
Mentre l'uragano Wilma fa rinviare la partita tra Panthers e Senators al 5 dicembre, ben altri “uragani”, quelli del North Carolina, strapazzano Washington che perde per la sesta volta su nove gare sabato notte ma, cosa più grave, non segna neanche un gol con un Ovechkin che vede così interrompersi la sua magica striscia di partite a punti consecutive. “Non importa questo, importa che abbiamo perso” ha detto a fine gara il russo che insieme agli altri compagni ha assistito all'ennesimo assalto contro il malcapitato Kolzig, sommerso da 41 tiri, autore di 37 parate, alcune delle quali spettacolari come ha anche sottolineato Ray Whitney. Per gli Hurricanes momento magico, grande forma dei soliti noti (i gol infatti sono nati dalla stecca di Stillman, Cullen, Brind'Amour e Whitney) e ottimo lavoro in powerplay dato che 3 delle 4 marcature si sono consumate in superiorità numerica.
E dopo quattro sconfitte consecutive Atlanta riesce a fermare la serie negativa e rialza un po' la testa in una partita ricca di emozioni. Per Brodeur sembrava la vittoria numero 408 in carriera ma alla fine a registrare la prima vittoria in assoluto è il quarto, giovanissimo, goalie dei Thrashers Berkhoel che stoppa 32 tiri concedendo però 3 gol per i Devils.
Tre marcature che avevano portato i diavoli della “terza squadra” di New York sul 3-1 a terzo periodo inoltrato (doppio Madden più Brylin) ma che non sono bastati a evitare la imperiosa rimonta dei georgiani grazie ai primi gol stagionali del fin qui appannato Petrovicky oltre al solito Savard, autore tra l'altro anche di due assist (insieme a Bondra). Soddisfazione per coach Bob Hartley che a fine gara ha dichiarato che i suoi ragazzi “hanno fatto un grande performance” ma che “non sarebbero mai riusciti a fare un altro gol”.
Non vorranno sentire per un bel pezzo la parola “uragano” i Senators che prima si sono visti rinviare la gara contro i Cats per la famigerata Wilma quindi lunedì sera sono caduti per la prima volta nella stagione proprio contro gli Hurricanes del North Carolina, una della squadre più in forma di tutta la lega (oltre ovviamente a quei Predators che hanno incredibilmente vinto tutte le 8 partite giocate fin qui).
La sconfitta poi è arrivata in maniera completamente inaspettata: in vantaggio per due gol a zero sul rink di Releigh dopo poco più di tre minuti (Eaves e Spezza in powerplay), Boulerice fa una bella rissa contro il “senatore” McGrattan e da lì i padroni di casa si svegliano. Allora Staal in powerplay e poi Cullen pareggiano il conto nel secondo periodo quindi Frantisek Kaberle si concede il game winning gol dopo 2:43 dell'ultimo terzo con un preciso tiro tra Brind'Amour e Vasicek dalla blue line.
Chiudiamo l'appuntamento settimanale col recap della South East Division con le due partite giocate martedì sera. Sul ghiaccio Thrashers e finalmente i Panthers: per entrambe le franchigie un 4-3 ma se i Cats hanno vinto con sofferenza contro i Pens, Atlanta ha invece perso con questo risultato, soccombendo ai coriacei Islanders.
A dir la verità i newyorkesi ce l'hanno messa tutta per perdere la partita e in questa ottica vanno visti i 5 powerplay concessi agli ospiti nel terzo periodo. Ma Di Pietro ha fatto una partita maiuscola oltre, ovviamente, gli special teams, soprattutto quelli del penalty killing. Soprattutto ma non completamente perchè i 2 dei 4 gol degli Isles sono giunti in superiorità numerica (entrambi siglati da Yashin) e soprattutto con azioni corali che hanno messo letteralmente alle corde i Thrashers: i gol di Kovalchuk (doppietta) e di Holik non sono bastati, così come i tre assist dell'ex difensore di Avs e Rangers Greg De Vries.
Discorso a parte merita la prova tutto cuore e orgoglio dei Panthers che in Pennsylvania contro dei Penguins che per la prima volta nei loro 39 anni di storia non vincono neanche una partita nelle prime 9 gare, conquistano due punti contro Crosby e Lemieux ma soprattutto contro il pensiero di un uragano che mina l'incolumità dei familiari di giocatori e coach.
“Ci ho pensato per un sacco di tempo durante la partita, ma cercavo di non farlo” ha ammesso a fine gara Gelinas che coi suoi compagni dovrà disputare ancora 5 gare lontano da casa sapendo già che la gara a Sunrise contro i Caps di sabato prossimo è rinviata. A decidere la gara uno slap shot all'overtime di Weiss, in powerplay (infuriato Lemiuex che a venti secondi dalla fine dei tempi regolamentari è stato spedito in panca puniti per una interference che a suo avviso non c'era) oltre che gli altri gol di Horton, Gelinas e Krajicek e un super Luongo (38 interventi vincenti e 10 powerplay su 12 dei pinguini sventati).
Insomma dopo tre settimane i reali valori della franchigie del sud est si stanno delineando: sembra proprio che Florida e Carolina siano squadre molto solide (soprattutto la prima, molto più costante della seconda) in contrapposizione alla pochezza delle difese di Washington (anche se Kolzig sta facendo i miracoli) e Atlanta (a cui non basta un attacco potenzialmente esplosivo). E Tampa Bay? Occorre ancora un po' per capire di che pasta sono fatti i campioni ma viste le premesse sembra proprio che le prestazioni di due anni fa restino un felice ricordo.