Atlantic Division: Recap

Martin Brodeur: la solita saracinesca…

In tutte le divisioni si sono avute sorprese nella prima settimana e la Atlantic non ha voluto essere da meno. I bookmakers volevano in testa i Flyers di Philadelphia a giocarsi il titolo divisionale con i Penguins e i Devils, con gli Isles reputati outsider e i Rangers destinati a fare da squadra cuscinetto.

Dopo la prima settimana di gioco, il ghiaccio ha sentenziato: New Jersey è vetta con due vittorie, i Rangers si sono rivelati molto più di una squadra cuscinetto, Pittsburgh non ha ancora vinto una partita e Philadelphia si trova all'ultimo posto insiemi ai NY Islanders.

Detto questo, gli unici a salvarsi sembrano essere i Diavoli del New Jersey, che dopo 4 incontri si trovano solitari al comando con un bel 2-1-0. Devils che hanno contrapposto ad una buona blue line (solo 8 goals subiti) un attacco poco prolifico (solo 10 goals fatti).

Debutto difficile contro i Penguins delle stelle passate e future e subito si mette in evidenza Martin Brodeur che stoppa ben 36 dei 37 tiri dell'attacco di Pittsburgh. Il 5-1 che ne consegue è firmato da una doppietta di Brylin e Gionta e da un goal di Parise.

Messe le briglie a Lemieux & C, i Devils tentano di fare lo stesso contro Philadelphia. Sembrano riuscirci grazie ai goal di Langenbrunner e Mogilny che portano la squadra sul 2-0. Ma i Flayers non mollano e da metà  partita in poi è un monologo di Philadelphia che vuole dimostrare di saper vincere dopo il passo falso iniziale. Finisce 2-5 con Brodeur che stavolta si ferma a 28 parate su 33.

Terzo incontro e terzo scontro contro una franchigia della stessa divisione. Stavolta tocca ai poco quotati Rangers, ma di poco quotato non hanno proprio niente, visto che il goal vincente di Rafalsky arriva solo all'overtime. Una partita sofferta fino alla fine che Mogilny riporta sui giusti binari, con il goal del pareggio, solo nel terzo periodo.

Si sono dunque visti i soliti Devils, quelli cinici e spietati che negl'ultimi anni hanno dato molte soddisfazioni ai propri tifosi. Un bel inizio.

Zitti zitti, questi Rangers stanno facendo il loro dovere e, forse, anche qualcosa di più. Con 4 punti nelle prime 4 partite (1-1-2), stanno raccogliendo i frutti della nuova politica di ringiovanimento della squadra. Un grande Hossa e un grandissimo Jagr regalano i primi 2 punti già  al debutto e contro i temibili (alla vigilia) Flyers. Un terzo periodo da antologia fissa la vittoria sul 5-3.

Per la seconda partita si torna in quel di NY e un Madison Square Garden affollatissimo ha accolto la squadra come non si vedeva da molto tempo. I Rangers non deludono il proprio pubblico se non nel risultato. Se la giocano ad armi pari con i più quotati Canadiens e solo all'overtime capitolano per mano di Michael Ryder. Hossa, Rucinsky e Moore a segno per i Rangers.

Stesso copione contro New Jersey: i Rangers dominano i primi due periodi non lasciando respiro al povero Brodeur, che in 40 minuti vieni bombardato da 26 tiri. Solo due, però, si infilano nella rete, e il parziale di 2-1 è troppo poco rispetto a quello che si è visto sul ghiaccio. I Devils pareggiano nei primi minuti del terzo periodo e vanno all'assalto di Lundqvist.

La difesa newyorkese regge e porta la gara all'overtime, dove Rafalski mette a segno il goal vittoria per New Jersey. Inaspettata invece la sconfitta contro Washington, forse una delle poche franchigie ritenute più deboli di New York. Jagr (1G) e ancora Hossa (1G) fanno il loro dovere, ma tra i Capitals c'è il giovane e promettente Ovechkin, che regala i 2 punti alla propria squadra.

Ma cosa sta succedendo ai Pinguini di Pittsburgh? Sono sotto (0-1-3) dopo le prime 4 giornate di regular season e non riescono a trovare il goal pesante da due punti nonostante possano permettersi di schierare sul ghiaccio gente come Mario Lemieux, John LeClair, Mark Recchi, Zigmund Palffy e il rookie fenomeno Sidney Crosby.

La prima scelta del draft 2005, però, è riuscita a far parlare di sè ed è andato a punti in tutte e quattro le sua apparizioni (1 goal e 5 assists in totale); nell'ultimo incontro, contro i Sabres, ha scontato anche la sua prima penalità  in NHL per un interferenza sul difensore Teppo Numminen, che aveva rincorso e fermato dopo aver perso il puck. Dimostrazione di forza e voglia di emergere. Bravo.

Una lancia a favore di Pittsburgh la possiamo spezzare dicendo che perdere all'overtime o agli shoot-out tre partite consecutive è cosa rara e non bisogna farne un dramma; in fondo pian-piano, un punticino alla volta, si va avanti.

Analizzando le partite fin qui disputate, è emerso che ali e centri non hanno problemi nel raggiungere la porta avversaria e nel finalizzare le azioni d'attacco: a Boston contro i Bruins, i tempi regolamentari si sono conclusi sul 6-6, facendo vedere al mondo le giocate di un diciottenne che sembrava avere l'esperienza di un quarantenne (Crosby, 1G e 2A) e la freschezza fisica di un quarantenne che pattinava come un diciottenne (Lemieux, 2G).

Buono l'avvio di stagione di Mark Recchi che, nonostante il cambio di divisa, si è subito ambientato nella nuova squadra e conduce la classifica di franchigia dei punti a pari merito con Crosby (6). Il problema dei Penguins sembra essere in porta. Il goalie titolare Jocelyn Thibault (0-1-0) si è infortunato dopo la prima partita persa 1-5 contro New Jersey, ma non tutti i mali vengono per nuocere: i due backup, Caron (0-0-1) e Fleury (0-0-2), hanno sicuramente fatto meglio regalando punti preziosi alla squadra.

Punti preziosi che non arrivano da parte di chi, alla vigilia, era strafavorita: Philadelphia. I Flyers inciampano nella partita di esordio contro i Rangers. Presentazione fantascientifica per il nuovo acquisto Peter Forsberg (MVP della NHL targata 2002/03) che, all'ingresso sul rink, vede proiettato sul ghiaccio una sua clip filmata.

Forsberg non sembra deludere i sui nuovi fans e nel primo periodo serve due assists a Gagne e Knuble, che replicano a Strudwick e fissano il parzile sul 2-1. Poi il buio. Il secondo periodo termina senza vincitori ne vinti, ma il terzo è un monologo di New York: Jagr, Jagr, Hossa. Il Wachovia Center si ammutolisce mentre i Rangers festeggiano il 3-5.

Troppo presto per dare giudizi e troppo presto per le polemiche, quindi subito in campo, contro New Jersey, per dimostrare chi sono i veri Flyers. Partono malissimo gli uomini di Philadelphia che vanno subito sotto 0-2. La svolta arriva nel secondo periodo con la doppietta di Simon Gagne che, da quando gioca al fianco di Forsberg, sembra rinato. Dal pareggio in poi, solo Flyers: Sim, Handzus e Stevenson fissano la vittoria sul 5-2.

Bisogna spettare ben 4 giorni per rivedere Phila sul ghiaccio e nel frattempo, tutte le altre franchigie fanno punti. I Flyers hanno voglia di giocare e hanno voglia di confermarsi campioni di Division. L'11 ottobre si va a Toronto per fronteggiare i Maple Leafs in crisi di risultati e privi del loro asso e capitano Sundin.

Il solito Gagne (1G e 1A) tiene aperta la partita fino al terzo periodo, quando i Leafs segnano il goal vittoria con O'Neill e poi dilagano con l'ex Lindros.
Quanti avrebbero detto che, dopo una settimana, la classifica di Philadelphia dicesse 1-2-0 e ultimo posto nella Atlantic Division?

Ultimo posto condiviso con gli Islanders. La squadra di New York (1-2-0) perde contro Buffalo e Florida e gli unici due punti sono dati dalla vittoria su Carolina. Rick DiPietro para l'impossibile, ma i tiri in porta concessi dalla linea difensiva sono troppi e per fermarli bisognerebbe saper fare anche i miracoli.

Oltre ai problemi difensivi, sembrano evidenti anche quelli offensivi: solo 8 goals nelle prime 3 partite (solo Columbus ha fatto peggio). Chiaro quindi che, se si incontrano i Panthers di questo periodo, con un Luongo stellare, trovare la via del goal è fantascienza. Satan, York e Blake sembrano giocare un paio di gradini sotto al loro standard e il 3-2 sugli Hurricanes potrebbe essere stato un caso.

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