Scioperi e lockout

Bettman e Goodenow, i due grandi rivalli

Qualche settimana fa, il commissioner della NHL, Gary Bettman, ha ufficialmente cancellato la stagione NHL 2004-05; questo evento non ha eguali nella storia dello sport professionistico nordamericano, ciononostante, tutte e quattro le principali organizzazioni sportive (NHL, NBA, MLB e NFL) hanno dovuto superare problematiche dovute a scioperi e lockout.

In queste settimane, Play.it proporrà  ai propri lettori una serie di articoli in cui verranno presentati gli scioperi e le serrate che hanno condizionato il regolare svolgimento dei campionati professionistici nordamericani: il primo lavoro sarà  dedicato alla NHL, cui ne seguiranno altri su NBA e MLB.

Il nostro racconto inizia dal 1991, quando si verificò un evento estremamente significativo: la caduta di Alan Eagleson, uno dei dirigenti con maggior potere nella NHL e nel mondo dell'hockey: avvocato di successo, The Eagle era stato uno tra i principali organizzatori della storica Summit Series tra Canada e Unione Sovietica e aveva praticamente inventato la Canada Cup; oltre a ciò, dal 1967 Eagleson ricopriva il ruolo di leader nella NHLPA (associazione giocatori). Nel 1989, fu eletto nella Hockey Hall of Fame nella categoria “Builders”, riconoscimento che sembrava legittimo, visti gli innumerevoli successi ottenuti nella propria carriera da dirigente.

Tuttavia nel 1991, Eagleson fu coinvolto in una serie di scandali riguardo frodi e truffe nei confronti dei giocatori: le accuse furono provate dai giudici, tanto che Eagleson sarebbe stato condannato a 18 mesi di carcere, oltre ad essere cacciato dalla Hall of Fame. Al suo posto come leader della NHLPA, i giocatori elessero un personaggio che avrebbe decisamente cambiato la storia recente della NHL e dell'hockey su ghiaccio: Bob Goodenow.

Nonostante mancasse ancora un contratto collettivo (CBA), la stagione 1991-92 iniziò ugualmente, forse perché c'era la speranza di poter raggiungere un accordo in tempi brevi: purtroppo, la realtà  fu ben diversa, tanto che il 1° aprile 1992 (al termine dell'ennesimo contrasto con i proprietari), i giocatori entrarono in sciopero, il primo nella storia della lega. In verità , la manifestazione rientrò dopo appena dieci giorni, tuttavia quello fu un segnale chiaro anche per gli anni a venire: la NHLPA avrebbe fatto sentire la propria voce e non avrebbe accettato passivamente qualunque proposta dei proprietari, come invece era avvenuto ai tempi di Eagleson!

La NHL era già  preoccupata dall'eccessivo innalzamento dei costi e i proprietari avevano più volte affermato di non riuscire a coprire tutte le spese, fatto che provocava la perdita di milioni di dollari; va ricordato, inoltre, che agli inizi degli anni '90, la NHL era davvero debole rispetto alle altre tre leghe, visto che era priva di un remunerativo contratto con le emittenti televisive! Oltre ai motivi salariali, la NHLPA si impuntò sul problema del marketing e del merchandising!

Le due parti si accordarono per un contratto biennale (che avrebbe considerato anche la stagione 1991-92, in corso) e le partite previste nei dieci giorni di sciopero furono regolarmente recuperate. Per aumentare le entrate, la regular season 1992-93 fu allungata ad 84 incontri per squadra.

Nonostante la firma del nuovo CBA, i proprietari espressero le loro perplessità  sull'operato del presidente della NHL, John Ziegler, che nel giugno 1992, fu costretto a dimettersi. Al suo posto fu chiamato un avvocato newyorchese che da qualche tempo era tra i principali collaboratori di David Stern nella NBA: Gary Bettman, che diventò il primo commissioner della NHL.

Nota: la stagione 1991-92 terminò con il successo dei Pittsburgh Penguins di Mario Lemieux e Jaromir Jagr, che, battendo 4-0 i Chicago Blackhawks, conquistarono per il secondo anno consecutivo la Stanley Cup.

Il contratto collettivo terminò la propria validità  al termine della stagione 1992-93, tuttavia il campionato successivo fu giocato regolarmente, nonostante la mancanza di un accordo tra le parti. Nel 1994, la Stanley Cup fu vinta dai New York Rangers per la prima volta in 54 anni, un evento che aumentò sensibilmente l'attenzione da parte degli sportivi statunitensi nei confronti dell'hockey su ghiaccio.

Purtroppo, i rapporti tra NHL e NHLPA si stavano progressivamente deteriorando: l'aumento eccessivo dei costi e dei salari (da una media di $271.000 nel 1990-91 a $572.000 nel 1993-94) forzarono i proprietari a proporre un salary cap. La NHLPA rifiutò categoricamente questa soluzione e, nonostante il desiderio dei giocatori di iniziare il campionato 1994-95, il 1° ottobre 1994 Gary Bettman annunciò il lockout.

I proprietari cercarono di spiegare l'importanza del salary cap, ma i giocatori s'impuntarono, declinando ogni offerta che contenesse non solo un tetto salariale, ma anche una luxury tax. Quando ormai la deadline (13 gennaio) si stava pericolosamente avvicinando e lo spettro di una stagione cancellata era tutt'altro che impossibile, i proprietari cedettero e l'accordo finale fu raggiunto.

Dopo 103 giorni di serrata e 468 partite (più l'All-Star Game) cancellate, la stagione poté regolarmente iniziare: ogni squadra avrebbe disputato 48 incontri, tutti contro compagini provenienti dalla propria conference, mentre i playoff avrebbero mantenuto lo stesso formato. A differenza del baseball, non si registrarono cali riguardo il numero di spettatori allo stadio, anzi molte franchigie notarono addirittura degli aumenti!

L'accordo, firmato l'11 gennaio, prevedeva principalmente questi punti:

– Salary cap soltanto per i rookie
– Unrestricted free agency a partire dai 32 anni
– Nuove norme sugli arbitrati leggermente favorevoli ai proprietari
– Calendario di 82 partite per squadra dal 1995-96

Tuttavia, nulla fu preparato per aiutare le franchigie provenienti da città  con un piccolo mercato.

La regular season vide il dominio dei Detroit Red Wings nella Western Conference e dei Quebec Nordiques nella Eastern, ma i playoff presentarono una storia del tutto differente: i New Jersey Devils, quinta squadra ad Est, iniziarono la loro prima cavalcata verso la Stanley Cup. Pur dovendo affrontare tutte le serie di playoff senza il vantaggio campo, i Devils si rivelarono imbattibili, soprattutto in trasferta: la sconfitta per 3-2 contro Pittsburgh in Gara 1 di semifinale di conference si sarebbe rivelata l'unica battuta d'arresto lontano dal New Jersey.

La finale di Stanley Cup contro i favoritissimi Detroit Red Wings si chiuse dopo appena quattro partite: la trap preparata da coach Jacques Lemaire si trasformò in un vero incubo per la squadra del Michigan, che dovette cedere in appena quattro partite. Scott Stevens, Scott Niedermayer, Martin Brodeur e Claude Lemieux (premiato con il Conn Smythe Trophy) portarono nel New Jersey la prima Stanley Cup nella storia dei Devils, che sarebbero diventati la squadra dominante della Eastern Conference nei seguenti dieci anni.

Tornando a parlare di contratti, il CBA firmato nel 1995 si rivelò una vera e propria condanna per le franchigie inserite in città  di piccolo mercato: la prima grande vittima furono i Nordiques, che durante la off-season lasciarono il Quebec per Denver. Ironicamente, i nuovi Colorado Avalanche, dopo un'eccellente regular season, disputarono dei magnifici playoff, conquistando la Stanley Cup!

Nota: i tifosi di Quebec City “rivendicano” i diritti sulla Stanley Cup 1996; tuttavia è necessario ricordare che nel dicembre 1995, gli Avalanche acquisirono dai Montreal Canadiens il leggendario portiere Patrick Roy, che si dimostrò una pedina chiave soprattutto nella post-season. Tenendo conto della sanguinosa rivalità  tra Montreal e Quebec, pare alquanto improbabile (se non addirittura impossibile) il passaggio di Roy dai Canadiens ai Nordiques, se questi non si fossero trasferiti a Denver!

Il fenomeno dei trasferimenti continuò anche nelle stagioni susseguenti: nel 1996, i Winnipeg Jets lasciarono il Canada per trasferirsi nel deserto dell'Arizona, dove diventarono i Phoenix Coyotes; a nulla servì la campagna “Save the Jets!” preparata dai tifosi del Manitoba. L'anno seguente fu la volta degli Hartford Whalers, che abbandonarono il Connecticut per la Carolina. Anche gli Edmonton Oilers rischiarono uno spostamento di sede, ma fortunatamente l'ex squadra di Wayne Gretzky fu trattenuta in Alberta.

Negli anni a seguire il salario medio dei giocatori si sarebbe addirittura triplicato: si è passati da 572.161 dollari del 1995 ad 1.790.000 dollari del 2003, mentre le entrate non riescono a coprire le ingenti perdite economiche che tutte le franchigie NHL devono subire; e così siamo giunti ad un nuovo lockout, che ha portato all'annullamento totale della stagione 2004-05.

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