Jaromir Jagr se la ride in attesa della partita col Canada…
Chi fermerà il Canada? Stanotte, nella seconda semifinale della World Cup, ci proverà la Repubblica Ceca.
Nell’Air Canada Centre scenderanno sul ghiaccio le due nazionali uscite meglio dai quarti di finale e quindi ci aspetta una sfida elettrizzante e sicuramente piacevole, a meno che la paura non prenda il sopravvento.
Il Canada, senza dubbio, esce carico dai quarti, così come era uscito dal girone nordamericano: non ha mai perso, ha vinto quattro partite su quattro, e nel quarto di finale non ha lasciato spazio alla Slovacchia, sommergendola con cinque gol, senza subirne nemmeno uno. Gli attaccanti fanno il loro dovere al meglio, i difensori, anche dopo gli infortuni di qualche pedina importante (come Redden e Jovanovski) si sono ben comportati, e Martin Brodeur è la solita grande sicurezza in gabbia.
Il goalie dei Devils ha garantito stabilità nelle partite del girone (un solo errore nella gara, vinta, con la Russia sul gol di Gonchar dalla blu), per poi superarsi nel quarto, dove ha annullato gli attacchi slovacchi, concludendo con il suo primo shutout internazionale. “Per me è tutto un gioco, prendo le partite realmente come se fossero un gioco” , questo è il Brodeur pensiero. “Quando ero giovane non mi rendevo conto del valore delle cose e delle vittorie. Ero nervoso a causa delle aspettative su di me. Ora, prima delle partite, spesso sono ancora un po’ nervoso; ma quando scendo sul ghiaccio cancello tutto”.
Pat Quinn conosce l’importanza che un goalie ha in una squadra di hockey (conta il 50%, e talvolta il 51%, per dirla alla Adolf Insam) e lo spiega così: “I grandi portieri ti danno la libertà di giocare che negli altri casi non hai. Marty sta facendo questo per il team canadese”. O come Kiprusoff (avversario canadese se il Canada va in finale) ha fatto con Calgary e sta facendo con la Finlandia, tanto per intenderci.
Il coach del Canada svela anche il segreto della vittoria nel quarto, maturata con quattro gol nel secondo periodo e uno nel terzo dopo uno 0-0 alla fine della prima frazione: “Noi avevamo discusso molto su quello che dovevamo fare, ossia avere pazienza. La pazienza era molto importante e noi avevamo avuto esempio di quello. Noi abbiamo infatti visto svedesi e russi diventare impazienti e perdere le loro partite. Noi abbiamo aspettato il momento giusto e poi abbiamo dilagato”.
Ora c’è lo scoglio ceco a separare il Canada dalla finalissima; l’arena di Toronto sarà tutta per i ragazzi della Foglia d’Acero, che dovranno però guardarsi dagli agguerriti hockeisti della Repubblica Ceca.
Jagr e compagni, come detto all’inizio, sono l’altra compagine uscita meglio dai quarti; il 6-1 rifilato alla Svezia è stato uno dei risultati più sorprendenti, dopo che nel girone avevano perso sia dalla Finlandia sia dagli stessi svedesi. Poi i cechi, arrivati a questa World Cup con la morte nel cuore per la scomparsa del loro allenatore, Ivan Hlinka, si sono ripresi travolgendo la Germania (che comunque era la squadra più debole della competizione), ma soprattutto hanno dato prova di carattere e classe, sbagliando quasi nulla nella sfida decisiva (dentro o fuori) con il team delle Tre Corone, schiantato con un 6-1 che Sundin & C. si ricorderanno per un bel pezzo.
Ora devono affrontare l’avversario più difficile, il Canada, con la convinzione di poterlo battere e la certezza che non dovessero vincere avrebbero perso con la squadra più forte vista finora nella World Cup.
Martin Rucinsky ripercorre la strada della Repubblica Ceca partendo dal terzo periodo con la Svezia quando, dopo aver perso 4-0 con la Finlandia e essersi trovato sotto ancora 4-0 con gli svedesi, tirarono fuori gli attributi e scesero sul ghiaccio finalmente da vera squadra: “Ci dicemmo di andare sul ghiaccio e tirare fuori tutto quello che avevamo dentro di noi. Volevamo vincere il periodo e ce l’abbiamo fatta, 3-0. Non è stata importante la sconfitta per 4-3, era necessario vincere quel periodo”.
La riscossa è partita da lì, poi il 7-2 alla Germania e il 6-1 alla Svezia: “Io non ero d’accordo sul fatto che avessimo giocato male prima del quarto di finale, da noi poi vinto. L’unica occasione in cui avevamo deluso era stato nella prima partita con la Finlandia, dove non abbiamo pattinato bene e loro ci hanno schiantato”.
La Cechia, finora sorretta dai punti Prospal, Zidlicky, Straka, Hejduk, Havlat e dalle parate con la Svezia di Vokoun (bravo con gli svedesi, dopo le prime partite con tanti gol subiti), aspetta da Jaromir Jagr (un gol e un assist finora e una prestazione incolore nel quarto) una grande prestazione, per essere da lui condotti in finale: “Dopo la prima gara con la Finlandia, in cui ci sorpresero, abbiamo giocato sempre abbastanza bene”, dice Jagr. “Quella con il Canada è una grandissima sfida, perché giochiamo contro i migliori. I nostri sostenitori della Repubblica Ceca vogliono vederci giocare contro i canadesi, è un grande avvenimento anche per loro. Speriamo di ripagarli al meglio del loro affetto”.
Che dire di altro, niente, se non aggiungere qui sotto qualche statistica e andare a prepararci per godere questa fantastica partita.
Canada: migliori marcatori
Joe Sakic: 3 gol, 2 assist, 5 punti.
Vincent Lecavalier: 1 gol, 4 assist, 5 punti.
Martin St. Louis: 2 gol, 2 assist, 4 punti.
Ryan Smyth: 3 gol, 0 assist, 3 punti.
Jarome Iginla: 2 gol, 1 assist, 3 punti.
Brad Richards: 1 gol, 2 assist, 3 punti.
Repubblica Ceca: migliori marcatori
Marez Zidlicky: 3 gol, 1 assist, 4 punti.
Martin Havlat: 2 gol, 2 assist, 4 punti.
Patrik Elias: 2 gol, 2 assist, 4 punti.
Vaclav Prospal: 1 gol, 3 assist, 4 punti.
Milan Hejduk: 3 gol, 0 assist, 3 punti.
Martin Straka: 1 gol, 2 assist, 3 punti.
Goalies
Martin Brodeur (Canada): 4 GP, 4 W, 0 L, 1 SO, 100 SA, 97 SV, 3 GA, .970 SV%, 0.75 GAA.
Tomas Vokoun (Repubblica Ceca): 4 GP, 2 W, 2 L, 0 SO, 102 SA, 91 SV, 11 GA, .892 SV%, 2.77 GAA.