Ivan Hlinka, glorioso giocatore e allenatore ceco, avrebbe dovuto guidare la Repubblica ceca nella prossima World Cup
L'intero mondo hockeistico piange la scomparsa di un personaggio storico di questo sport, il ceco Ivan Hlinka, vincitore di due medaglie alle Olimpiadi (argento e bronzo) con la ex Cecoslovacchia, di tre Campionati del Mondo di hockey, protagonista di due stagioni a Vancouver, la prima nella quale risultò miglior rookie nella storia dei Canucks; come allenatore, Hlinka ha guidato per un anno i Pittsburgh Penguins, portandoli fino nella finale di Eastern Conference, e in diverse occasioni la Repubblica Ceca (medaglia d'oro ai Giochi Olimpici di Nagano '98), nazionale che avrebbe dovuto guidare anche nella World Cup of Hockey che inizia tra pochissimi giorni, a fine agosto.
Hlinka, 54 anni, è morto lunedì in un incidente stradale nei pressi di Karlovy Vary, a circa 110 km dalla capitale della Repubblica Ceca, Praga; soccorso e portato subito in ospedale, Hlinka non ha resistito alle numerose e gravi ferite occorsegli nell'incidente, ed è spirato.
Hlinka stava tornando da un incontro avuto con Jaromir Jagr, stella dei New York Rangers, che lo avevo rassicurato sulla sua presenza nella World Cup nelle file della Repubblica Ceca, alla cui guida Hlinka era tornato nel maggio di questo anno, dopo il fallimento di Slavomir Lener negli ultimi mondiali di Praga. Mondiali di Praga nei quali, con una cerimonia, Ivan Hlinka era stato nominato dalla IIHF miglior hockeista ceco della storia.
Il capo di stato ceco Vaclav Klaus ha commentato così la sconvolgente notizia: "Sono scioccato - si legge nella lettera che il presidente della Repubblica Ceca ha inviato alla moglie di Hlinka - io ho conosciuto di persona Ivan Hlinka molto bene e l'ho sempre ammirato e rispettato moltissimo. Lui ha fatto un tremendo lavoro per il nostro paese sia in patria sia all'estero ed ora lascia un vuoto, non solo nel mondo dell'hockey, che sarà difficilissimo da colmare".
Nato a Most, Hlinka si distinse subito come uno dei centrali più forti della sua nazione quando nel 1969 iniziò la sua stagione professionistica nel Litvinov. Negli anni '70 e '80 diventò uno dei pilastri della Cecoslovacchia, partecipando alla prima Canada Cup nel 1976, giocando undici campionati del mondo e vincendo in tre occasioni la medaglia d'oro, nel 1972, nel 1976 e nel 1977; fu inoltre nominato all star del torneo nelle edizioni del '77 e del '78. Con la nazionale del suo paese, partecipò con successo anche alle Olimpiadi Invernali di Sapporo (Giappone) 1972, vincendo la medaglia di bronzo, e di Innsbruck (Austria) 1976, conquistando l'argento. Dal 1970 al 1981, Hlinka mise a referto ben 132 gol in 256 match giocati con la maglia della Cecoslovacchia.
Il punto più alto della sua carriera nelle squadre di club, si registrò negli anni 1981 - 1982 - 1983 quando Hlinka si trasferì in Canada per giocare nella NHL, nelle file dei Vancouver Canucks. Nella sua prima stagione, Ivan giocò 72 partite e si rivelò il quinto scorer della squadra con 60 punti, frutto di 23 gol e 37 assist, che lo fecero diventare il rookie più prolifico nella storia di Vancouver, eguagliato solo nel 1991/1992 da Pavel Bure. Quell'anno, nei playoff, in cui Hlinka giocò 12 gare con 2 gol e 6 assist, Vancouver batté in successione Calgary, Los Angeles e Chicago, arrivando fino alle finali di Stanley Cup, dove però prevalsero i fortissimi New York Islanders.
Nella sua seconda stagione mise a referto 63 punti (19 reti e 44 assistenze) in 65 match di regular season. Nei playoff (quattro partite, un gol e quattro assist) i Canucks furono eliminati al primo turno dai Flames.
Nel 1983 Hlinka tornò in Europa, dove concluse la sua carriera due anni più tardi in una squadra svizzera, l'EV Zug.
Da qui in poi, Ivan intraprese la carriera di allenatore. Negli anni '90 portò la Repubblica Ceca a vincere due campionati del mondo e tre medaglie olimpiche, a compimento di un progetto portato avanti con serietà e con una competenza hockeistica che pochi avevano.
Il punto più alto per Hlinka coach della nazionale ceca si registrò nelle storiche Olimpiadi di Nagano '98, quando tutti erano in attesa di ammirare gli assi canadesi e statunitensi, che invece furono superati dalla Repubblica Ceca, vincitrice dell'oro in finale sulla Russia.
Per Hlinka arrivò anche un'esperienza NHL, nel 2000/2001 alla guida di Pittsburgh. Hlinka subentrò il 20 giugno 2000 a Herb Brooks (storico coach Usa del “Miracle on Ice”), che aveva guidato per 57 match i Penguins l'anno precedente; proprio un anno fa, l'11 agosto 2003, Brooks è morto, anche lui in un incidente stradale, vicino a Minneapolis.
Con Pittsburgh, dopo 96 punti nella regular season (42-28-9-3), arrivò fino alle finali di Eastern Conference (dove venne sconfitto dai Devils), per poi venire esonerato nella stagione successiva dopo sole quattro gare, tutte perse.
L'attuale general manager di Pittsburgh Craig Patrick si esprime così dopo la scomparsa di Hlinka: "A nome dei Pittsburgh Penguins, vorrei esprimere la mia solidarietà alla famiglia (alla moglie e al figlio) di Ivan. Ivan Hlinka è stato un grandissimo ambasciatore per l'hockey. E' stato un grande giocatore, un idolo ancora oggi per molti giovani della Repubblica Ceca. A Pittsburgh non sarà mai dimenticato, soprattutto per il suo impegno mostrato negli anni trascorsi qui".
Nel maggio di quest'anno arrivò il ritorno al timone della Repubblica Ceca, che doveva appunto guidare il 30 agosto nell'esordio di World Cup con la Finlandia ad Helsinki.
Il suo posto, alla guida della nazionale ceca, è stato preso da Vladimir Ruzicka, 41 anni, un passato NHL a Edmonton, Boston e Ottawa, e capitano della Repubblica Ceca vincitrice a Nagano '98 con Hlinka come coach.
E' lui che riceve la pesantissima eredità di Hlinka, sono Jagr & C. che sul ghiaccio, con la morte del cuore, cercheranno di fare un ultimo regalo ad Ivan che li guarda da lassù.