La sfida con Calgary si preannuncia molto dura!
Iniziano secondo le previsioni i playoff Nhl nella Western Conference.
I Colorado Avalanche hanno strabiliato appassionati e addetti ai lavori con prestazioni al di sopra di ogni più rosea aspettativa.
Peter Forsberg e compagni, infatti, guidano la serie contro i Dallas Stars per due partite a zero. I discorsi e le espressioni che indicavano questo accoppiamento come il più equilibrato dell'intera griglia al momento sembrano essere stati messi da parte.
Gli Avalanche nelle prime due gare disputate in un sempre gremito Pepsi Center hanno surclassato gli avversari in tutte le fasi del gioco, tanto da non parere che di fronte vi fossero la numero quattro e cinque del seeding, quanto la numero uno e la numero otto.
Gli Stars sembrano rivivere l'incubo della stagione 1995, quando i Detroit Red Wings cacciarono fuori i texani i cinque agevoli gare, riuscendo a vincere partite consecutive con scarti maggiori di un gol, proprio come sta avvenendo in questa serie.
L'aspetto che preoccupa maggiormente gli uomini di coach Tippet non è tanto l'aver perso due incontri di fronte ai quotatissimi Avalanche, quanto essere stati ridicolizzati e surclassati come una qualunque squadra di più bassa categoria.
Una statistica che può riassumere in modo emblematico la grave situazione di Dallas è quella che vede gli Stars a quota una rete nelle occasioni di superiorità numerica (dodici in totale nelle due gare) e Colorado anche essa ferma a quota uno, ma per quanto riguarda le reti in inferiorità numerica.
Ciò significa che attualmente il powerplay degli Stars (tra i migliori nel corso della regular season, con il 20% di realizzazione), sta funzionando come lo shorthanded per gli Avalanche.
Gara uno non ha avuto storia. Gli Avalanche hanno chiuso la pratica già nel primo periodo con le reti dell'onnipresente Forsberg e del talentuoso Tanguay e il resto del compito l'ha svolto a meraviglia il goalie David Aebischer, il quale, nella sua prima gara di playoff, ha effettuato la bellezza di 37 parate.
In gara due, invece, Dallas è apparsa una squadra frustrata e molto fragile psicologicamente, come testimoniano le parole stesse di capitan Modano: "Abbiamo perso la nostra disciplina. Mentalmente siamo stati deboli, dobbiamo imparare a controllare i nostri impulsi".
Colorado ha avuto il privilegio di poter usufruire di ben nove power-play in gara 2, tre dei quali sono stati concretizzati con la marcatura.
Il fardello della sconfitta, non senza torto, sembra pesare sulla testa del difensore Richard Matvichuk, il quale è rimasto in campo in ben sei degli otto gol realizzati fino ad ora da Colorado, statistica che gli regala un -5 nel plus/minus e lo individua come comune denominatore delle sventure degli Stars.
Probabilmente la squadra sta soffrendo in maniera spropositata le assenze di due difensori coi fiocchi, ovvero Teppo Numminem, fermo per problemi cardiaci e Jon Klemm.
Se Dallas non vorrà dedicarsi in breve tempo ad un estate di golf qualcosa deve cambiare nei meccanismi della squadra.
Coach Tippet ha provato a rimescolare le carte in tavola, cambiando spesso i giocatori di fronte alle strepitose linee degli Avalanche, ma questa strategia ha dato degli esiti positivi fino ad un certo punto.
In gara 2, infatti, Dallas era riuscita ad inguaiare Colorado andando in vantaggio con Mike Modano dopo pochi minuti del primo periodo, ma poi è stata costretta a subire prima il goal del pareggio (appena 63 secondi dopo), poi quello del sorpasso pochi attimi prima della fine del periodo, che ne ha segnato il definitivo crollo.
"Non è stata una bella sensazione tornare negli spogliatoi sotto di un gol dopo essere stati in vantaggio" ha dichiarato uno sconsolato Marty Turco a fine gara.
A condannare Dallas, in questa occasione, è stato un banale errore.
Infatti, a soli 38 secondi dalla fine del periodo dalla panchina sono scesi sul ghiaccio due giocatori, quando solo uno era necessario. E' così scattata un'inevitabile penalità per aver schierato "too many man on the ice" che ha costretto gli Stars sulla difensiva e ha permesso ad Alex Tanguay di portare in vantaggio i suoi a seguito di una deviazione di un tiro scagliato da Rob Blake. Da quel momento in poi per Colorado si è trattato di una passeggiata e il risultato al termine dell'incontro è stato dilagante, 5-2, grazie alle reti di Sakic, Tanguay, Forsberg, Hinote e Konowalchuk.
Un appunto che fa rabbrividire i tifosi nero verdi è sicuramente il fatto che agli Stars, in tutta la regular season, sono state fischiate appena dieci penalità alla panchina (quota nettamente inferiore alla media), mentre ne sono già state decretate due nei primi due match disputati"
Passiamo ora in Canada, dove la bella favola di Martin Rucinsky, "Rosie" per i tifosi, si è materializzata. Il giocatore, infatti, è stato acquistato prima della trade deadline dai New York Rangers ed è riuscito a dare un contributo molto importante alla sua nuova squadra, orfana di Bertuzzi, realizzando una rete.
A dire il vero il fattore determinate di gara 1, vinta da Vancouver per 5-3 non si chiama Rucinsky, bensì powerplay.
I Canucks, infatti, sembrano essersi incredibilmente svegliati dopo un lungo letargo, che li vedeva tra le peggiori squadre della Lega in superiorità numerica, andando a segnare in ben quattro occasioni su sei con l'uomo in più.
Il premio di mattatore e miglior giocatore di gara1 va senza ombra di dubbio a Brendan Morrison, il quale ha messo a referto 1 gol e 2 assist, tutti rigorosamente nel corso dei powerplay, coadiuvato dal compagno di linea Markus Naslund, che ha servito la bellezza di tre assist.
Molti meriti vanno attribuiti anche alla difesa, che non solo è riuscita a portare in gol Mattias Ohlund (unica rete in parità numerica, fra l'altro decisiva), ma ha sventato anche otto delle dieci occasioni di powerplay concesse all'attacco avversario.
Ohlund si è anche complimentato con il goalie Dan Cloutier, autore di 26 parate: "Giocare contro Calgary è molta dura. Loro sono bravissimi a mettere molti uomini come schermo di fronte alla porta, ma Dan è stato bravo".
A deludere un po' in questa prime sfida sono stati i due uomini chiave di Calgary: Jerome Iginla, da una parte, è stato controllato bene dalla difesa avversaria e limitato a soli quattro innocui tiri, mentre il goalie Miika Kipusoff è parso finalmente umano dopo una stagione da .933 in saves, che lo aveva visto subire cinque reti in sole due occasioni.
In gara 2, tuttavia, è arrivato il pronto riscatto di Calgary.
Al General Motors Place di Vancouver Jerome Iginla e compagni l'hanno fatta da padroni facendosi beffe del fattore campo.
Vancouver, che è parsa piuttosto sconcentrata o forse troppo sicura dei suoi mezzi, si è fatta sorprendere ad inizio gara da un uno-due micidiale siglato da Iginla, bravo nel movimento dietro alla porta e, nel giro di 50 secondi, da Matthew Lombardi.
Dopo il doppio vantaggio Calgary ha badato soprattutto a difendersi e a non concedere occasioni agli avversari e in questo senso è stato fondamentale l'apporto del goalie Mikka Kiprusoff, autore di 25 fondamentali save che hanno riscattato la non bella prestazione di gara 1.
Markus Naslund era riuscito a spezzare il predominio dei Flames verso la metà del secondo periodo grazie ad un'iniziativa di Ed Jovanoski, sicuramente il più brillante dei Canucks sul ghiaccio, il cui tiro respinto era finito prima sulla stecca di Rucinsky, poi su quella di Naslund che non aveva avuto particolari difficoltà ad insaccare.
Da lì in poi, i Flames, alla maniera di un bravo torero, hanno fatto sfogare gli avversari senza però concedere il minimo spazio e hanno chiuso la partita con il punteggio di 2-1.
La serie si trasferisce ora a Calgary, con una doppia sfida che potrà già dire molto su quale di queste due squadre proseguirà la sua avventura.
Sicuramente, si preannuncia una settimana spettacolare ed entusiasmante.