L'assenza di Brian Rafalski si fa sentire. Non ritornerà prima dei playoff.
Poco meno di dodici mesi fa, i New Jersey Devils festeggiavano la vittoria in Gara 7 contro Anaheim, un successo che consegnava alla squadra rossonera la terza Stanley Cup della propria storia; quel trionfo dimostrava come i Devils fossero una delle franchigie più solide non solo della NHL, ma anche dell'intero panorama sportivo nordamericano; un anno più tardi, sebbene i New Jersey Devils siano ancora tra le accreditate alla vittoria finale, il bilancio non è così roseo, come previsto dagli esperti.
Il roster è praticamente rimasto invariato e gli unici movimenti interessanti non hanno minimamente scalfito l'assetto tattico della squadra di Pat Burns: la partenza di Joe Nieuwendyk alla volta di Toronto era stata, infatti, prontamente bilanciata dall'arrivo di Igor Larionov, il fuoriclasse russo ultraquarantenne rilasciato dai Detroit Red Wings.
Il gioco di New Jersey si basa sul rinomatissimo reparto arretrato, che ormai da diversi anni è il migliore dell'intera NHL: con Martin Brodeur a difesa della gabbia, il Capitano Scott Stevens, Scott Niedermayer e Brian Rafalski, per le altre squadre segnare una rete può risultare una vera e propria impresa! E nonostante l'attacco non sia mai stato tra i più prolifici della lega (tanto per usare un eufemismo), i primi mesi della nuova stagione erano stati molto positivi.
Come sempre, la grande rivale di New Jersey nella Atlantic Division è la temibile Philadelphia, che quest'anno vuole assolutamente sovvertire la nomea di underachiever (squadra che ottiene meno rispetto alle proprie potenzialità ) che la accompagna da diverso tempo: i Flyers, in verità , hanno sempre mantenuto la vetta del raggruppamento, ma generalmente il vantaggio in classifica era dovuto al maggior numero di partite giocate. New Jersey, almeno fino a gennaio, sembrava sempre pronta al sorpasso, tenendo presente anche che nei primi tre scontri diretti i Devils avevano sempre imposto la propria legge (2 vittorie ed 1 pareggio).
La difesa aveva raggiunto dei livelli stratosferici, tanto che tutti e tre i baluardi (Brodeur, Stevens e Niedermayer) erano stati selezionati come titolari per l'All-Star Game; inoltre, Brodeur, in virtù dei 10 shutout, era stato additato come probabile vincitore dell'Hart Trophy, il premio destinato all'MVP.
Tuttavia, il nuovo anno è iniziato nel peggiore dei modi: Stevens è stato messo fuori gioco da una commozione cerebrale, causata da alcuni scontri violenti, da cui non si è ancora ripreso completamente; in questo 2004, il Capitano non ha praticamente mai giocato e la sua assenza si è fatta sentire non solo a livello tecnico, ma anche a livello mentale: le doti carismatiche e di leadership di Stevens, infatti, sono rinomate almeno quanto la durezza delle sue cariche.
Stevens aveva stabilito un record NHL, quando nel novembre scorso, aveva disputato la 1616esima partita in carriera, numero mai totalizzato da un difensore, e visto l'andamento della stagione, poteva essere un candidato anche al Norris Trophy, unico premio assente nella sua bacheca. Purtroppo, la commozione cerebrale ha fermato la stagione del Capitano, che probabilmente potrà rientrare solamente all'inizio dei playoff.
Sfortunatamente, la difesa è stata colpita da un'altra tegola, vale a dire l'assenza forzata di Bryan Rafalski, che il 28 febbraio contro Toronto aveva subito un leggero infortunio al ginocchio; la situazione, tuttavia, è peggiorata sensibilmente qualche settimana dopo contro Philadelphia, tanto che Rafalski difficilmente potrà rientrare prima della fine della regular season.
Ovviamente, la mancanza di queste due pedine (oltre che un leggero calo di rendimento da parte di Brodeur) hanno causato un calo da parte dei Devils, che ormai hanno lasciato il titolo divisionale in mano ai Flyers; le due sconfitte piuttosto nette contro Philadelphia nelle settimane scorse sono l'esempio lampante dell'attuale superiorità dei grandi rivali.
Un'altra chiave delle momentanee difficoltà dei Devils va trovata nello sterile attacco, che sta trovando gol e punti da troppi pochi uomini: la linea di Patrik Elias (34 gol e 32 assist), Scott Gomez (10+47) è l'unica che riesce a segnare con regolarità , mentre le altre stanno contribuendo in maniera davvero limitata; le 2.55 reti di media per partita valgono appena il 17esimo posto nella NHL. Significativo è il fatto che tra i migliori cinque marcatori di New Jersey ci siano anche Niedermayer e Rafalski.
Il GM Lou Lamoriello ha comunque intuito questa difficoltà , completando due importanti scambi, prima della trading dead line: cedendo Christian Berglund e Victor Uchevatov a Florida e Mike Rupp a Phoenix, i Devils hanno acquisito Viktor Kozlov e Jan Hrdina, due giocatori che sicuramente aumenteranno l'apporto offensivo della squadra; tuttavia, sia Hrdina, sia Kozlov sono two-way players, cioè sanno dare il loro contributo anche in difesa, caratteristica sempre apprezzata da Pat Burns.
Tra i tifosi di New Jersey è comparso un certo dispiacere per la partenza di Rupp, eroe di Gara 7 nella Stanley Cup, ma purtroppo quest'anno il giovane RW aveva totalizzato appena 11 punti.
Come già detto in precedenza, i Devils hanno ormai consegnato il titolo divisionale a Philadelphia ed adesso dovranno concentrarsi per cercare di ottenere la migliore posizione possibile nel seeding dei playoff; ovviamente, non ci sono problemi per la qualificazione, tuttavia le teste di serie #6 oppure #7 non sono certo un buon presagio per la vittoria nella Stanley Cup.
Importantissime saranno le due partite che New Jersey dovrà affrontare in questo weekend contro Montreal, una delle piacevoli sorprese di questa stagione ed in lotta per un buon piazzamento nel seeding della Eastern Conference.
Ciononostante, i Devils, seppure con gli attuali problemi, non possono assolutamente essere messi in disparte: quando il gioco si fa duro (e nei playoff NHL, l'intensità aumenta vertiginosamente), New Jersey sale di livello, diventando un ostacolo impervio per chiunque; e poi, se Stevens e Rafalski dovessero essere a disposizione di Pat Burns per l'inizio della post-season, allora le quotazioni dei Devils crescerebbero ulteriormente, anche perché pochissime altre formazioni dispongono della stessa esperienza, della stessa cattiveria e dello stesso cinismo (elementi fondamentali per vincere) di New Jersey.