Steve Sullivan, appena arrivato da Chicago, sta trascinando Nashville verso i playoff.
Dopo la parentesi dell'All-Star Game, la stagione NHL ha ripreso il proprio regolare svolgimento, entrando nella fase calda: ora, la lotta per i playoff si sta facendo sempre più coinvolgente; in questo articolo, cercheremo di analizzare la situazione nella Central Division (Western Conference), un raggruppamento che sta offrendo dei temi molto interessanti.
In vetta alla classifica spiccano i Detroit Red Wings, che, rispettando i pronostici di inizio stagione, hanno preso la testa e molto probabilmente chiuderanno la regular season con il titolo divisionale.
La grande notizia dell'estate di Detroit era stato il ritorno di Dominik Hasek, il mitico portiere ceco, ritiratosi dopo la vittoria nella Stanley Cup 2002: la dirigenza dei Red Wings, infatti, era rimasta abbastanza delusa dalle prestazioni di Curtis “Cujo” Joseph (in particolare durante i playoff), quindi era intenzionata a cederlo ad un'altra squadra, per poi consegnare il ruolo di titolare a “The Dominator”; tuttavia, la trade non è mai andata in porto, anche perché nessuna formazione si è sentita in grado di sopportare il pesante contratto di Cujo (8 milioni di dollari).
Purtroppo, il ritorno di Hasek non ha offerto i risultati sperati, infatti, il goalie ceco ha disputato appena 14 partite (l'ultima in dicembre), prima di subire un infortunio all'inguine che probabilmente lo terrà fuori per tutta la stagione; il tanto bistrattato Joseph, invece, è riuscito a riconquistarsi gradualmente il posto da titolare, ma soprattutto la stima dei suoi compagni, che nel frattempo avevano iniziato a “dubitare” di Hasek.
Dopo aver trascorso un periodo anche nei Grand Rapids Griffin della American Hockey League, Cujo ha inanellato una serie di ottime prestazioni che hanno permesso a Detroit di prendere il sicuro comando della division: complessivamente Joseph ha vinto 13 delle 26 partite giocate, con ben 10 successi nei 17 incontri successivi all'infortunio di Hasek.
Purtroppo l'11 febbraio scorso, Cujo è rimasto vittima di un infortunio alla caviglia, che ha obbligato lo staff tecnico di Detroit a promuovere titolare il 32enne Manny Legace, discreto portiere perennemente relegato al ruolo di riserva. Eppure Legace sta convincendo gli addetti ai lavori, come testimoniato dalle statistiche: 14 vittorie, 2.09 media gol subiti, .919 di percentuale parate.
Davanti alla gabbia, i difensori di Detroit stanno completando una discreta stagione, vista la media gol subiti per partita (2.33; 12esimi nella NHL): in estate, i Red Wings avevano acquisito Derian Hatcher, sperando di aumentare la qualità nel reparto arretrato, ma ad ottobre, il forte difensore proveniente dai Dallas Stars ha subito un brutto infortunio al legamento crociato, che lo ha messo fuori gioco; tuttavia, Detroit può disporre di ottimi giocatori (Nicklas Lidstrom, Chris Chelios, Jiri Fischer, Mathieu Schneider) che hanno sopperito all'assenza di Hatcher.
Ma ovviamente, il punto di forza dei Red Wings resta lo spettacolare attacco, che con 3.21 reti di media per partita, è la seconda potenza offensiva della lega dietro ai soli Ottawa Senators; questo risultato non è certo una sorpresa, visto il roster del team del Michigan: Pavel Datsyuk (25 gol, 34 assist), Brett Hull (21 gol, 31 assist), Brendan Shanahan (18 gol, 24 assist), Kris Draper (24 gol, 15 assist) e Steve Yzerman (16 gol, 23 assist) sono le punte di diamante di un attacco senza uguali nella NHL. Inoltre, va ricordato che Detroit in estate aveva perso un certo Sergei Fedorov, approdato ai Mighty Ducks
Altra chiave del successo di Detroit va trovata negli special teams, sicuramente tra i più affidabili nella NHL: il 21% in Power Play e l'85.6% in Penalty Killing valgono il quarto posto in entrambe le categorie, senza dimenticare i 15 short-handed goals, il miglior risultato della lega.
Se il piazzamento dei Red Wings non ha sorpreso nessuno, non si può dire lo stesso per la seconda forza della Central Division, gli incredibili Nashville Predators: dopo 5 stagioni mediocri (il debutto nella NHL per la squadra del Tennessee avvenne nel 1998), i Predators stanno finalmente regalando delle emozioni ai loro tifosi, tanto che se la regular season finisse oggi, sarebbero premiati con il quinto posto nella Western Conference.
Nashville ha appena aggiunto una pedina importantissima nel proprio arsenale, Steve Sullivan, RW proveniente dai Blackhawks, che dal suo arrivo in Tennessee sta strabiliando gli appassionati con 6 gol e 11 punti in 5 partite.
Pur non essendo particolarmente spettacolare, anche il resto del reparto avanzato sta dando il proprio contributo alla causa: Scott Walker, Marek Zidlicky, David Legwan e Martin Erat hanno tutti raggiunto quota 20 assist, anche se complessivamente Nashville detiene solamente il 14esimo attacco della lega.
Non eccellente è la situazione difensiva (23esimi con 2.66 gol subiti per partita), nonostante la presenza di validi giocatori come Zidlicky e Kimmo Tominen. In porta, i Predators sembravano aver trovato la soluzione ai loro problemi con Tomas Vokuon, convocato per l'All-Star Game, ma alla ripresa dopo la pausa il goalie ceco ha avuto un calo di forma; fortunatamente la riserva Chris Mason ha saputo rimediare alla delicata situazione.
In terza posizione nella Central Division, ma attualmente fuori dai playoff, ci sono i St. Louis Blues, sicuramente attesi ad altri tipi di risultati: sicuramente la situazione non è compromessa (l'ottavo posto utile dista appena 2 punti), tuttavia la dirigenza ha deciso di licenziare Joel Quenneville, coach dell'anno nel 2000, consegnando la guida tecnica della squadra a Mike Kitchen.
Dal 1980 i Blues partecipano ininterrottamente alla post-season e, in caso di mancata qualificazione in questo 2004, chiuderebbero questa impressionante striscia; i Blues hanno giocatori di qualità (Keith Tkachuk, Chris Pronger, Doug Weight, Scott Mellanby), quindi una loro eliminazione sarebbe davvero sorprendente.
La classifica della Central Division è chiusa da Chicago e Columbus, che sono tra l'altro le peggiori squadre non solo della Western Conference, ma anche dell'intera NHL (Pittsburgh esclusa); per entrambe le franchigie, la stagione è ormai finita da tantissimo tempo e ovviamente bisognerà pensare al futuro.
Ma mentre per i Blue Jackets questo piazzamento può essere accettato (questa formazione, infatti, ha debuttato nella NHL soltanto nel 1999), non si può dire lo stesso per i Blackhawks: la franchigia dell'Illinois è una delle più storiche dell'intero panorama sportivo nordamericano e vederla languire nelle ultime posizioni non è certamente positivo.