Joe Sakic: Hat Trick e MVP
Domenica 8 febbraio all'Xcel Energy Center di St. Paul (casa dei Minnesota Wild), la NHL ha celebrato le proprie stelle nell'All-Star Game, la tradizionale sfida tra i migliori giocatori della Eastern e della Western Conference; tuttavia, come avviene anche nella NBA, questa manifestazione non consiste solo della partita della domenica, ma anche di una serie di eventi che si svolgono il sabato.
Il primo evento in programma è stato lo NHL YoungStars, l'incontro, giocato in 4 contro 4, dedicato ai giovani talenti della lega: al termine dei tre tempi da 10 minuti previsti, la Western Conference ha prevalso 7-3, grazie all'ottima performance del portiere di Colorado Philippe Sauve, che è stato premiato con l'MVP; le 18 parate d'eccellente qualità (in particolare una sul finlandese Joni Pitkanen) hanno convinto i giornalisti a premiare il goalie degli Avalanche, anziché il centro di Anaheim Joffrey Lupul, autore di un eccellente Hat Trick.
La seconda manifestazione della serata è stata la NHL SuperSkills Competition, una serie di sei prove in cui i giocatori mettono in mostra le proprie abilità tecniche, tra cui controllo del puck, precisione e potenza del tiro, velocità sui pattini, senza dimenticare le competizioni per i portieri; alla fine a prevalere è stata la Eastern Conference, che ha superato i rivali per 13-6.
Tra i protagonisti di questo evento possiamo ricordare Jeremy Roenick (4 bersagli centrati con 4 tiri), Scott Niedermayer (1 giro di pista in 13.783), Sheldon Souray e Adrian Aucoin (102,2 miglia orarie sul tiro), e Robert Luongo (un solo gol concesso).
Chiusa la parentesi del sabato, l'attenzione si è spostata sull'evento domenicale, sicuramente il più atteso dagli appassionati, vista la presenza delle principali star della NHL: i Colorado Avalanche (Rob Blake, Alex Tanguay, Joe Sakic), i Dallas Stars (Marty Turco, Bill Guerin e Mike Modano) e i New Jersey Devils (Martin Brodeur, Scott Niedermayer e Brian Rafalski) sono stati i team più rappresentati con 3 giocatori presenti nei due roster; in verità anche i Senators erano stati premiati con tre convocazioni, ma il solo Daniel Alfredsson si è potuto esibire a St. Paul, viste le defezioni di Wade Redden e Marian Hossa. Inoltre, sui 40 giocatori presenti sul ghiaccio, appena 12 provenivano dall'Europa.
Tuttavia, è bello segnalare la presenza di numerosi giovani, molti di quali giunti alla prima apparizione nella grande esibizione, tra cui il 19enne Rick Nash, 31 gol in 54 partite con Columbus, e il 20enne Ilya Kovalchuk, 61 punti con Atlanta.
Come al solito, l'All-Star Game è una partita molto particolare, in cui gli scontri fisici sono praticamente assenti: di conseguenza, è molto facile assistere incontri ad alto punteggio e, ovviamente, senza alcuna penalità fischiata. Ciononostante, la sfida di domenica scorsa ha presentato qualche carica dura e, soprattutto, un numero di gol non eccessivamente elevato: le 10 reti complessive (6-4 per la Eastern Conference) sono state il secondo peggior risultato negli ultimi 19 anni; tuttavia, gran merito va dato ai portieri, che alternandosi a difesa delle gabbie, hanno offerto delle ottime performance.
La gara, comunque, è stata altamente piacevole ed ha avuto il proprio momento spettacolare nel secondo periodo, che ha regalato addirittura sei reti: nella frazione centrale, la Eastern Conference, grazie ad un parziale di 4-2 in proprio favore, ha effettuato il break che alla fine ha deciso le sorti della gara.
Nonostante la sconfitta della propria compagine, Joe Sakic è stato premiato con l'MVP, riconoscimento meritatissimo, visto lo spettacolare Hat Trick (il quattordicesimo nella storia dell'All-Star Game) ottenuto dal fuoriclasse dei Colorado Avalanche; per il secondo anno consecutivo, il prestigioso trofeo è stato assegnato ad un membro della squadra perdente, dopo la strepitosa performance di 12 mesi fa da parte di Dany Heatley.
Tra i vincitori, invece, ottimo è stato il comportamento di Daniel Alfredsson, il capitano svedese degli Ottawa Senators, autore di 2 gol e un assist.
Ma, forse, il vero protagonista della serata è stato Mark Messier, il leggendario campione, che, giunto alla 15esima (e forse ultima) Partita delle Stelle della propria carriera, ha voluto regalare agli appassionati un vero e proprio gioiello, stabilendo alcuni importanti primati: l'assist per Aucoin nel primo periodo è stato il 14esimo personale nell'All-Star Game (record), mentre la rete nel secondo tempo è valsa il 20esimo punto (terza posizione).
In chiusura di articolo è necessario ricordare il grandissimo contorno di pubblico che ha assistito alla due giorni di St. Paul: noto come “the State of Hockey”, il Minnesota ha confermato la propria incredibile passione per l'hockey su ghiaccio, offrendo tifo ed incitazioni senza uguali; probabilmente, solo in Canada esiste un simile amore per questa disciplina.
Ora l'appuntamento per l'All-Star Game è per Atlanta 2005, anche se a causa dei problemi contrattuali, la prossima stagione (e di conseguenza anche la Partita delle Stelle) potrebbero essere cancellate.
Note:
– Anche la NHL sta assaporando il gusto delle divise d'epoca: non solo le due squadre hanno sfoggiato delle bellissime maglie bianche (East) e verdi (West), ma anche gli arbitri hanno indossato delle meravigliose maglie tipiche delle epoche passate.
– Il formato dell'All-Star Game è più volte cambiato: considerando le sfide tra Eastern e Western Conference (1994, 1996, 1997, 2003, 2004), il bilancio vede 4 vittorie da parte dell'Est ed appena 1 da parte dell'Ovest.