Mark Messier – Una leggenda

Il mitico Mark Messier, uno dei più grandi hockeisti ogni epoca…

Il 4 novembre 2003 al Madison Square Garden di New York, si è disputata una partita tra i Rangers, padroni di casa, e i Dallas Stars, che sarà  ricordata per lunghi anni a venire: in quest'incontro, infatti, il mitico Capitano di New York Mark Messier, realizzando due reti (una a porta vuota), è diventato il secondo marcatore di tutti i tempi per la NHL; le due segnature hanno permesso a Messier di raggiungere quota 1851 punti (682 gol e 1169 assist), 1 in più di Gordie Howe, il leggendario campione dei Detroit Red Wings. Ora, solamente Wayne Gretzky può vantare un numero di punti superiore (2857).

Questo risultato è stato giustamente celebrato sia sul ghiaccio, sia sugli spalti, infatti, compagni, avversari e tifosi hanno offerto un meritatissimo tributo ad una delle più grandi leggende della storia dell'hockey mondiale.

Ma chi è Mark Messier? Cosa ha fatto nella sua incredibile carriera? Con questo articolo, cercherò di presentare una breve biografia del fantastico #11.

Nato ad Edmonton, Alberta il 18 gennaio 1961, Mark John Douglas Messier iniziò la propria carriera professionistica nel 1978 con gli Indianapolis Racers della World Hockey Association, la lega che negli anni '70 cercò di contrastare il dominio della NHL.

I Racers furono sciolti poco dopo l'inizio della stagione, così Messier si accordò con i Cincinnati Stingers; al termine del campionato 1978-79, la WHA terminò la propria esistenza, anche se 4 squadre provenienti da questa organizzazione furono assorbite all'interno della NHL: Hartford Whalers (in cui Gordie Howe giocò la sua ultima stagione), Quebec Nordiques, Winnipeg Jets ed Edmonton Oilers.

E proprio questi ultimi decisero di selezionare Messier al terzo giro (48esima scelta assoluta) nell'Entry Draft del 1979; indubbiamente, Mark non aveva impressionato molto nella sua esperienza nella WHA (1 gol e 11 punti in 52 partite), ma tra i 47 giocatori selezionati prima di lui, pochissimi hanno veramente lasciato il segno nella NHL.

Fin dalle prime partite nella lega principale, Messier mostrò il proprio talento agli osservatori, ma durante la terza stagione, il giovane Mark aumentò il livello di gioco: con 50 gol, si meritò la prima convocazione per l'All-Star Game e fu nominato nell'NHL First All-Star Team.

L'anno successivo Messier entrò ufficialmente tra le superstar, completando una stagione da 48 gol, 58 assist e 106 punti complessivi; Messier presentava delle caratteristiche tecniche molto interessanti, infatti, oltre ad avere grande abilità  con la stecca, bruciante velocità  con i pattini ed un'ottima visione di gioco, utilizzava spesso il proprio fisico per intimidire gli avversari, non disdegnando le cariche dure e violente contro le balaustre. Durante le sue stagioni ad Edmonton, Messier trovò un perfetto compagno in Glenn Anderson, con cui formò un'eccezionale seconda linea.

Gli anni '80 saranno per sempre ricordati per le grandi imprese degli Oilers di Wayne Gretzky, che offrirono degli autentici spettacoli di tecnica, velocità  e fantasia; le numerose Stanley Cup vinte dalla compagine dell'Alberta saranno per sempre ricordate con nostalgia da tutti gli appassionati di hockey.

Eppure, all'inizio di quella decade, molti addetti ai lavori nutrivano dei dubbi nei confronti degli Oilers: indubbiamente, era una squadra ricca di talento, ma secondo gli osservatori mancava della solidità  necessaria durante i playoff. Le sconfitte contro i Los Angeles Kings nel primo turno nel 1982 (in cui, tra l'altro persero una partita 5-6, sprecando un vantaggio di 5-0) e contro i New York Islanders nella Stanley Cup del 1983 avevano lasciato molti dubbi e perplessità  sulla compagine canadese.

Ma il 1984 fu un'altra storia: gli Oilers ritornarono in finale, dove ad affrontarli c'erano ancora gli Islanders, pronti a diventare la prima squadra dopo i Canadiens del 1956-60 a completare la cinquina; dopo essersi divisi le gare iniziali, le due squadre si trasferirono ad Edmonton, dove si sarebbero disputati tre incontri consecutivi. Tuttavia, alla vigilia di gara 3, c'erano ancora molte perplessità  sugli Oilers, soprattutto dopo il netto 6-1 subito nel secondo match.

Invece, il terzo incontro confermò il vero valore di Edmonton, che vincendo 7-2, si portò sul 2-1 nella serie; la partita fu decisa nel secondo periodo, quando Messier realizzò un fantastico gol che spostò l'inerzia dalla parte degli Oilers.

Le partite seguenti furono delle formalità  e il passaggio di testimone tra una dinastia e l'altra era pronto: Edmonton poté alzare la prima Stanley Cup della propria giovane storia, grazie alle imprese dei suoi fantastici campioni, primo su tutti proprio Mark Messier, premiato con il Conn Smythe Trophy (MVP della post-season).

Gli anni successivi furono prodighi di successi per gli Oilers, che conquistarono altri tre titoli nel 1985, 1987 e 1988; dopo la quarta coppa, avvenne però un evento impensabile che avrebbe sconvolto il mondo dell'hockey e dello sport nordamericano: Wayne Gretzky fu ceduto ai Los Angeles Kings. Gli Oilers, privi del loro capitano, parevano destinati a terminare il loro dominio, soprattutto dopo l'eliminazione nei playoff del 1989, proprio contro i Californiani.

Invece, Mark Messier, divenuto capitano dopo la partenza di Gretzky, non aveva la minima idea di abdicare; nel 1989-90, strabiliò tutti gli osservatori con una stagione impressionante, coronata dall'Hart Trophy, grazie a delle statistiche formidabili: 45 gol, 84 assist, per un totale di 129 punti.

Dopo aver chiuso la regular season dietro i Calgary Flames nella Smythe Division, gli Oilers alzarono il ritmo nei playoff, raggiungendo la finale della Stanley Cup, dove avrebbero affrontato i Boston Bruins, migliore squadra dell'anno con 101 punti: la serie si chiuse 4-1 per i Canadesi, giunti al canto del cigno, e Messier poté alzare la prima Coppa da Capitano.

Nel 1991, Messier lasciò Edmonton per trasferirsi nella Grande Mela, accettando una scommessa difficilissima, anche se affascinante: condurre i Rangers a vincere quella Stanley Cup che mancava dal 1940.

La prima stagione con la nuova maglia fu eccezionale per il Capitano, che realizzò 35 gol e 72 assist, meritandosi il secondo Hart Trophy della carriera; purtroppo i Rangers, nonostante il Presidents' Trophy (premio destinato alla squadra con il miglior record nella regular season), furono eliminati dai Pittsburgh Penguins di Mario Lemieux nella semifinale di conference. L'anno successivo, i Rangers incapparono in un campionato pessimo, chiuso in ultima posizione nella Patrick Division.

Il 1993-94 fu un anno storico: i Rangers, in cui militavano diversi ex Oilers, riconquistarono il Presidents' Trophy e riproposero la propria candidatura per la Stanley Cup, soprattutto dopo le nettissime vittorie sugli Islanders e i Capitals nei primi turni di playoff.

Ad attendere i Rangers nella finale della Eastern Conference c'erano i New Jersey Devils, che, nonostante avessero completato il secondo miglior record della NHL, partivano chiaramente sfavoriti; invece, New Jersey vinse gara 1 al Madison Square Garden, preparando gli appassionati ad una delle più dure, appassionanti e discusse serie della storia dell'hockey nordamericano.

Dopo quattro partite combattute, le squadre tornarono a New York per una decisiva gara 5, sul punteggio di 2-2: chi avesse vinto quell'incontro avrebbe messo grandissima pressione sulla rivale.

I Devils sbalordirono gli osservatori, sbancando il Madison per la seconda volta nella serie, e si conquistarono il match-point da giocare nella Meadowlands Arena; ormai per i Rangers, il destino pareva segnato e solo un miracolo avrebbe potuto riaprire la contesa.

Incurante della situazione, Mark Messier preparò alla vigilia di Gara 6 un annuncio shock, con cui avrebbe dovuto caricare i suoi compagni: “We will win, tonight!”. Purtroppo, le forti dichiarazioni del Capitano ebbero l'effetto contrario, poiché i Devils, decisi a rispondere con i fatti, presero un vantaggio di 2-0, preparando i propri tifosi alla grande festa; per i Rangers e i loro sostenitori, l'incubo del 1940 avrebbe ancora dominato per molti anni a venire.

Nel secondo tempo, tuttavia, avvenne la svolta: Kovalev, perfettamente assistito da Messier, accorciò le distanze e riaprì un incontro che sembrava ormai deciso; scossi dalla marcatura subita, i Devils iniziarono ad arretrare per proteggere l'esiguo vantaggio, mentre i Rangers erano pronti a girare l'esito della contesa.

Parlando di quella gara 6, Mark Messier affermò “They were going back, trying to protect their lead; and when you do that, it is only matter of time!”. Guidati dal loro capitano, autore di due reti, i Rangers completarono la rimonta, portandosi sul 3-2; negli ultimi minuti, il portiere di New Jersey Martin Brodeur fu richiamato in panchina per permettere l'ingresso di un sesto giocatore di movimento, ma Messier conquistò il possesso del puck e tirò verso la porta vuota: GOL!!! I Rangers, grazie ad un clamoroso Hat Trick del loro leader, avevano impattato la serie, e vincendo gara 7, si qualificarono per la finale. Nella storia dello sport nordamericano ci sono state numerose dichiarazioni di vittoria, ma poche sono state così memorabili come quelle di Capitan Messier.

La serie contro Vancouver fu anch'essa appassionante, nonostante il 3-1 iniziale per i Rangers, che sembravano ormai in pieno controllo della situazione; i Canucks, invece, risorsero e, con due spettacolari successi, forzarono gara 7.

L'incontro decisivo fu carico di tensione, ma i Rangers riuscirono a conquistare la vittoria per 3-2 che permise loro di alzare la prima Stanley Cup dal 1940; Mark Messier, autore del gol decisivo, aveva condotto la sua squadra verso quel trofeo che sembrava stregato, ed era entrato nella leggenda della NHL. Messier, inoltre, era diventato il primo (e unico) giocatore in grado di vincere la Stanley Cup da capitano con due squadre diverse.

Gli anni successivi furono avari di successi per i Rangers e, nonostante, l'arrivo di Wayne Gretzky nel 1996, New York non riuscì più a qualificarsi per l'atto finale; nel 1997, Messier lasciò la Grande Mela, per accettare la ricca offerta dei Vancouver Canucks, con cui però disputò tre stagioni prive di soddisfazioni.

Nel 2000, Messier è rientrato ai Rangers e, nonostante la non più giovane età  e lo scarso livello generale della squadra, è sempre amatissimo dai tifosi del Madison Square Garden; il gol di martedì scorso è stato l'ennesimo capitolo di una carriera inimitabile.

Ovviamente, oltre ai successi nella NHL, Messier si è fatto valere anche con la maglia della nazionale canadese, con cui ha vinto 3 Canada Cup, nel 1984, nel 1987 e nel 1991; l'unico trofeo che manca nella sua prestigiosa carriera è l'oro olimpico, anche se va ricordato che mai Messier poté disputare il torneo a cinque cerchi: nel 1998 la sua mancata convocazione creò molte polemiche, infatti, Messier, con il suo carisma e la sua leadership, avrebbe potuto aiutare enormemente la compagine canadese, eliminata dalla Repubblica Ceca nelle semifinali.

Alla fine di questa biografia, è necessario porsi una domanda: come può essere inserito Mark Messier nella storia della NHL? Nel 1997 la rivista Hockey News preparò la lista dei 50 migliori giocatori di sempre, inserendo Messier in 12esima posizione dietro a Guy Lafleur e davanti a Jacques Plante.

Ovviamente, queste valutazioni lasciano sempre il tempo che trovano, ma tutto sommato si può condividere il parere dei giornalisti; tuttavia, per quanto riguarda leadership, carisma, voglia di vincere, forse il grande Mark Messier è il #1 di sempre.

“Mark is the complete package. It's leadership. It's physical play. It's relationships with his teammates, his love for the game and all of those things go into longevity and being able to have an impact on a lot of individuals and a lot of teams. The teams change a lot around Mark and he's been able to have an influence on every one of them.” - Brian Leetch, compagno di squadra di Mark Messier nei New York Rangers.

Statistiche
Gol segnati in regular season: 682 (sesto)
Assist: 1169 (terzo dietro a Gretzky, 1963, e Ron Francis)
Punti: 1851 (secondo dietro a Gretzky, 2857)
Partite giocate: 1692 (secondo dietro a Gordie Howe - 1767)

Gol segnati nei playoff: 109 (secondo dietro a Gretzky, 122)
Assist: 186 (secondo dietro a Gretzky, 260)
Punti: 295 (secondo dietro a Gretzky, 382)
Partite: 236 (primo)

14 convocazioni per l'All-Star Game
2 volte premiato con l'Hart Trophy (MVP della stagione): 1990 – 1992
1 volta premiato con il Conn Smythe Trophy: 1984

6 Stanley Cup
3 Canada Cup

Mark Messier ha un fratello maggiore, Paul, che ha disputato una stagione nella NHL (1978-79) con la maglia dei Colorado Rockies (ora New Jersey Devils); nel 1990-91, Paul Messier ha giocato due partite in Italia con l'HC Bolzano.

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