Anaheim vuole sorprendere anche i favoriti Stars!
Probabilmente erano in pochi ad aspettarsi una semifinale tra i Dallas Stars e gli Anaheim Mighty Ducks che comunque, a scapito dei pronostici a loro ovviamente contrari nel primo turno, vestivano più i panni dell'outsider che quelli della cenerentola; certo, se si pensa che l'ultima volta in cui la squadra campione in carica è stata eliminata al primo turno 4-0 fu nel 1952 (in quel caso Detroit cappottò Toronto), la vittoria di Anaheim contro i Red Wings è ancor più impressionante, però è forse inopportuno fare paragoni con il passato, dal momento che bisogna tenere conto di come quelli fossero i tempi delle Original Six ed i playoff cominciavano direttamente dalle semifinali.
Alla fine comunque è impossibile negare la sorpresa per una serie in cui è accaduto tutto e il contrario di tutto, con i Mighty Ducks galvanizzati da un enorme Jean-Sebastien Giguere (165 parate, 63 nella sola gara 1, su 171 tiri e duello chiaramente stravinto con un Curtis Joseph di suo non impeccabile) ed i Red Wings schiacciati dalla pressione, dalla sfortuna (Detroit, rispetto ad esempio all'anno scorso dove contro i Canucks iniziò la serie sottotono, non ha nemmeno giocato male), ma soprattutto dallo straripante agonismo mostrato da quella che doveva essere la “vittima sacrificale” (i Red Wings buttarono fuori dai playoff Anaheim sia nelle semifinali del 1997 che nei quarti del 1999 ed in entrambi i casi si trattò di uno sweep).
Gli Stars, sorpresi in gara 1, hanno invece faticato non poco contro degli Edmonton Oilers (è la quinta eliminazione in 6 anni per mano di Dallas) che, grazie ad un gioco solido, aggressivo e atletico, hanno rappresentato un vero osso duro per i texani, capaci si di vincere 2 gare in trasferta, ma costretti poi a far ricorso a tutto il talento e l'esperienza di Mike Modano e Sergei Zubov per risolvere la serie (i due con 10 punti ciascuno, sono alle spalle del solo Dough Weight in questi playoff).
Alla luce di tutto ciò, a dispetto della regular season dove il bilancio è 3W-1L-1T a favore degli Stars (addirittura Giguere ha giocato solo due partite ed in entrambe è stato sostituito per… limitare i danni!), questa semifinale si annuncia come un confronto interessante; infatti per Dallas le difficoltà avute contro Edmonton potrebbero riproporsi affrontando dei Ducks che, pur non essendo altrettanto fisici (in RS la squadra meno penalizzata ad Ovest), sono un team molto simile agli Oilers, dei quali hanno anche più qualità . Fondamentale per i “Paperi”, immaginando il “traffico” che Dallas creerà davanti la loro porta, sarà mantenere costanza e disciplina nel reparto difensivo e limitare il gioco fisico degli Stars.
DALLAS – Gli Stars (46-17-15-4 il record in RS), dopo aver disputato una prima parte di stagione molto positiva, hanno proseguito in maniera regolare, per poi inserire il turbo in un finale di campionato dove sono stati molto bravi a sopperire agli infortuni di Bill Guerin, Pierre Turgeon (entrambi torneranno sul ghiaccio contro Anaheim) e Marty Turco (7-0-0-1 il record in sua assenza). E' riduttivo abbinare i successi di un gruppo a due soli nomi, però sicuramente il coach Dave Tippett, capace di dare nuova linfa ad un attacco che sotto il “tattico” Ken Hitchcock non aveva ingranato (per conferma guardate quest'anno i numeri di Philadelphia…) ed il portiere Turco, sono state due “novità ” importanti.
Turco (1.72 reti subite a partita, più bassa media dal dopoguerra) è la grande rivelazione della stagione. Affidatogli il posto da titolare, il canadese ha risposto dimostrandosi un goalie atletico, mobile, abile nella presa e capace di controllare senza fatica il puck; fa oramai parte, dopo le eccellenti stagioni a Michigan, dell'elite della lega ed è giustamente candidato al Vezina Trophy. Dopo un avvio di playoff poco convincente, ha pian piano ritrovato la fiducia e l'efficacia che ne hanno fatto forse il miglior portiere della NHL.
A difendere la gabbia (la difesa di Dallas è stata la meno battuta di tutta la Western Conference), ecco in prima linea la collaudata e complementare coppia Sergei Zubov–Derian Hatcher: del russo (55 punti in stagione), come stanno confermando questi playoff, sono ben note la predisposizione offensiva (decisivo in powerplay), facilitata dall'abilità nel giostrare il puck e dal forte slapshot, e la poca fisicità in marcatura; il secondo invece, è da sempre uno dei difensori più duri della lega, cresciuto negli ultimi tempi anche in fase d'attacco dove può far valere il suo buon tiro.
In seconda battuta entrano Darryl Sydor (36 p. in RS), doti offensive degne del compagno Zubov anche se a volte le sfrutta male rallentando la manovra, e Stephane Robidas, solido difensore nonostante la poca stazza e mediocre attaccante. Completano il reparto Philippe Boucher (ben sostituito quando si è infortunato dall'esperto Lyle Odelein), giocatore poco continuo ma molto dotato sia in marcatura che in fase di proposizione, e Richard Matvichuck, buon difensore seppur poco veloce.
Per quel che riguarda l'attacco non si può che iniziare dal centro Mike Modano (in stagione 85 p.), una combinazione eccezionale di velocità , tecnica e completezza. Le sue performances contro Edmonton sono state straordinarie, un esempio di come si debba comportare il leader di una squadra, sempre presente e decisivo nei momenti chiave della partita.
I suoi compagni di linea sono le ali Bill Guerin e Jere Lethinen: il primo, pur essendo un attaccante dotato di un tiro formidabile e di istinti da bomber secondi a pochi, finora non si è mai espresso in post season sugli eccellenti livelli della stagione regolare; mentre il finlandese, per quanto quest'anno sia stato il miglior marcatore della squadra (31 goals), è tutt'altro tipo di giocatore avendo nell'abilità in difesa la sua caratteristica principale.
La seconda linea è formata da Jason Arnott, che ha ben fatto le veci di Guerin sfruttando la stazza che gli consente di aprire numerosi varchi per i compagni ed il terrificante tiro di cui dispone, dall'ala sinistra Pierre Turgeon, non più la superstar di qualche anno fa ma giocatore opportunista e ancora ottimo playmaker, e dall'ex bolzanino Scott Young il quale, oltre ad avere una particolare intesa con “Turg” per il loro passato a St.Louis, con il suo slapshot resta un pericolo per ogni difesa.
Danno manforte anche Stu Barnes, ottimo sostituto di Turgeon essendo un elemento versatile e molto solido specialmente in difesa; Brenden Morrow, giocatore tosto (e falloso) che ha avuto la sua stagione più prolifica in carriera (21 reti); l'ala svedese Ulf Dahlen, non molto veloce e dotato tecnicamente ma utile in copertura; il poliedrico Niko Kapanen, che ha già dato un buon contributo nei quarti grazie alle sue doti di combattente.
Claude “Mr. Spring” Lemieux, prelevato da Phoenix in gennaio, ha invece rappresentato una delusione e, seppur il suo rendimento sia stato scarso, si spera almeno che ora la sua esperienza possa venir buona nel proseguo dei playoff dove, è bene ricordarlo, è ottavo nella classifa dei goal totali e terzo in quella dei cosiddetti “game winning goal”.
ANAHEIM – Sembra proprio essere l'anno dei Mighty Ducks, che si sono affacciati a questi playoff forti di una stagione dove hanno fatto registrare il miglior record (40-27-9-6) della loro decennale storia.
In prospettiva Dallas, un'incognita potrebbe essere il fattore esperienza che vede enormemente svantaggiata Anaheim appena alla sua seconda apparizione nelle semifinali (l'ultima come detto nel '97 dopo aver battuto Phoenix), mentre è confortante come l'andamento della serie con i Red Wings abbia mostrato un'inaspettata sicurezza e tranquillità , con dei Ducks capaci di controllare ogni matches con pazienza ed avere la giusta lucidità nei terzi periodi e nei supplementari.
L'eroe di quest'inizio di post season è senza dubbio Giguere (ora soprannominato “The Monster” e non più “Giggy”), il ragazzo che da piccolo sognava di emulare le gesta del mitico Patrick Roy, portiere capace di conquistare appena ventenne Stanley Cup e titolo di MVP dei playoff; già in regular season il suo contributo era stato ottimo, malgrado qualche rete di troppo subita per via di un non sempre perfetto piazzamento, ma le 4 ultime gare hanno mostrato delle qualità eccezionali per atletismo, tempismo e riflessi.
A soli 25 anni come ammette lui stesso, manca l'abitudine ad affrontare in breve tempo gare ad un così alto livello, però i possibili dubbi sulla sua tenuta vanno a dissolversi in uno stato di forma fantastico e nel fatto che oggi tutta la squadra ripone in lui una fiducia tale quasi fosse un veterano.
L'incredibile Giguere non deve però far trascurare l'ottimo lavoro di difensori (Anaheim in stagione è stata la sesta difesa ed ha avuto il miglior box-play della lega) come Sandis Ozolinsh (44 p. in stagione), in verità più bravo nell'impostare e nel concludere che nella marcatura, e Niclas Havelid, un po' lento e poco dotato tecnicamente, ma giocatore furbo e di rendimento.
Dietro di loro la seconda linea presenta il giovane Kurt Sauer, che seppur deficitario in attacco è un buon atleta data velocità e mobilità negli spazi stretti, e Keith Carney, marcatore coriaceo e fisico. Completano il reparto Ruslan Salei, grande colpitore, e Vitaly Vishnevski che, paragonato da molti a Darius Kasparaitis, è un difensore fisico e bravo in marcatura, ma ancora da sgrezzare data la giovane età .
L'attacco di Anaheim, per quanto in stagione non abbia brillato (22esimo della lega), con la sua velocità potrà creare certamente problemi a Dallas, che dovrà fronteggiare il talento della prima linea Paul Kariya–Steve Rucchin–Petr Sykora: l'ala sinistra canadese (81 p. in RS) è un giocatore straordinario per la facilità di movimento e la sua tecnica e la sua rapidità sono da sempre un rebus per le difese, regolarmente battute o dai suoi goals o dalla capacità di fare gioco per i compagni (ricordate i tempi del “Dynamic Duo” con Selanne a finalizzare le invenzioni di Paul?).
Il centro è un elemento poco dotato in fase realizzativa, ma estremamente bravo nel creare spazio e dispensare i compagni da gran parte del lavoro difensivo (presenza fissa nelle situazioni di shorthanded), mentre il ceco, comunque primo cannoniere della squadra (34 reti), con la sua potenza e il suo tiro potrebbe essere più fisico e continuo.
La seconda linea vede il mancino Mike Leclerc, buono scorer seppur poco dotato, l'esperto centro Adam Oates, eccellente passatore e conoscitore del gioco malgrado abbia perso rapidità , e Rob Niedermayer, ottimo in copertura ma attaccante rivedibile. Contribuiscono anche l'ala rookie Stanislav Chistov, che rappresenta uno dei maggiori prospetti offensivi vista cratività , tecnica e fluidità di movimento, i centri Sami Pahlsson, duro in difesa, buon assistman, mediocre scorer, Jason Krog, attaccante sgusciante e fantasioso, ed il vecchio Steve Thomas, sempre affidabile in zona goal.