Una stagione deludente

La stagione di Montreal è stata deludente, ma Saku Koivu è stato esemplare.

La regular season della NHL è finita e tutto è pronto per i playoff che, per i prossimi mesi, coinvolgeranno gli appassionati: purtroppo al grande appuntamento mancheranno i Montreal Canadiens, rimasti fuori per la quarta volta negli ultimi cinque anni; nella gloriosa storia della franchigia del Quebec, non si era mai verificata una simile striscia negativa. Montreal ha chiuso in quarta posizione nella Northeast Division con 77 punti, frutto di 30 vittorie, 35 sconfitte, 8 pareggi e 9 sconfitte in overtime.

Eppure all'inizio della stagione, le aspettative erano sicuramente alte poiché l'anno scorso gli Habs avevano non solo raggiunto la post-season, ma erano riusciti a superare il primo turno eliminando i Bruins: il portiere Jose Theodore aveva vinto l'Hart e il Vezina Trophy nel 2002, mentre il Capitano Saku Koivu era tornato a giocare dopo la grave malattia; con Donald Audette (finalmente in forma dopo gli infortuni della passata stagioni), il vecchio Doug Gilmour e le acquisizioni di Mariusz Czerkawski (arrivato dagli Islanders), Randy McKay tutti speravano in una stagione soddisfacente.

Invece, le grandi aspettative si sono trasformate in delusioni: a gennaio il manager Andre Savard ha addirittura licenziato il tecnico Michel Therrien, in favore di Claude Julien, ma anche questa mossa non ha dato i frutti sperati; mai durante la stagione la squadra ha saputo trovare amalgama e unione.

Uno dei tanti accusati (a torto o ragione) è stato sicuramente il portiere Theodore: reduce da un 2001-02 da antologia, non è riuscito a mantenere gli standard di eccellenza; leggendo le sue statistiche, si evince un netto calo di rendimento (2.11 di media gol subiti e .931 di parate nel 2001-02; 2.88 e .908 nel 2002-03). Non meraviglia, quindi, un bilancio personale di 20 vittorie, 31 sconfitte e 6 pareggi; a febbraio era stata addirittura ipotizzata una “promozione” al ruolo di starter di Mathieu Garon, autore di alcune ottime partite in seguito alla cessione di Jeff Hackett ai Boston Bruins.

Ma è chiaro che un peggioramento dei numeri di Theodore è stato causato da una difesa poco sicura e attenta (e magari anche soft) che, con una media di 2.85 gol subiti a partita, si è piazzata in 24esima posizione (su 30) nell'intera NHL: simbolo dell'annata negativa è stato Patrice Brisebois (giocatore, tra l'altro, con un contratto piuttosto oneroso), il peggiore in squadra nel +/- con -15 e con sole 4 reti all'attivo; inoltre la sua decisione di andare in vacanza a Parigi nel bel mezzo della stagione (dopo che i medici gli avevano consigliato riposo assoluto a causa dei problemi cardiaci) non ha certo rinsaldato lo spirito del gruppo!

L'attacco non ha fatto meglio e a nulla sono serviti i cambi di linea previsti da Julien nella fase finale della stagione: se dovessimo cercare dei simboli delle difficoltà  offensive, potremmo scegliere Yanic Perreault, autore di 24 reti, ma solamente 4 nel 2003 (2 nell'ultima insignificante partita contro i Rangers), e Marius Czerkawski che, nonostante un contratto da oltre due milioni di dollari, è finito nelle minors; a marzo si era ipotizzato un arrivo di Owen Nolan, ma il right winger nativo di Belfast si è accasato a Toronto.

Il Power Play è stato scadente poiché su 315 situazioni di superiorità  numerica, gli Habs sono riusciti a segnare solamente 44 volte (14,0% – 25esimi nella NHL); ma neanche il Penalty Killing si è distinto, visto che è il 24esimo della lega (58 su 317 - 81,7%) con soltanto due short-handed goals (peggiori a pari merito con Nashville).

Nonostante le enormi difficoltà , Montreal è rimasta (anche se solo in linea teorica) in corsa per i playoff fino al 29 marzo, infatti, la matematica eliminazione è avvenuta soltanto dopo la sconfitta interna contro gli Ottawa Senators: nella classifica complessiva della Eastern Conference, i Canadiens hanno chiuso in decima posizione a sole sei lunghezze dai New York Islanders; tuttavia, Jack Todd (giornalista della Montreal Gazette) ha rimarcato che, senza la regola che concede un punto alla squadra perdente in OT, gli Habs avrebbero collezionato solamente 68 punti (30-44-8), troppo pochi per sperare nella post-season. Inoltre nelle partite decise da un solo gol di scarto Montreal ha collezionato un bilancio di 10 vittorie e 21 sconfitte.

Tuttavia, anche in una stagione sfortunata e difficile, ci sono stati alcuni giocatori degni di ricevere una menzione, primo su tutti Saku Koivu: il Capitano finlandese quest'anno ha ripreso a tempo pieno l'attività  (82 partite) ed è stato il miglior marcatore della franchigia, realizzando 21 gol e collezionando 50 assist per un totale di 71 punti (record personale).

Molto positivo è stato il contributo del ceco Jan Bulis (16 gol e 24 assist), dello slovacco Richard Zednik (31 gol - miglior Canadien - 19 assist) e del difensore russo Andrei Markov (+13 nel +/-).

Il futuro dei Canadiens si presenta molto incerto e difficile, anche se ci sono tuttavia alcuni giovani giocatori che potrebbero riservare delle soddisfazioni nei prossimi anni: Mike Ribeiro, centro nativo di Montreal migliorato anche in fase difensiva, e Marcel Hossa, fratellino del celebre Marian, la superstar slovacca degli Ottawa Senators. Non va dimenticato il difensore Sheldon Souray, rimasto inattivo in questa stagione a causa di alcuni infortuni al polso.

Piccola curiosità : dalla prossima stagione gli Habs utilizzeranno in determinate partite una terza casacca che, ad ogni modo, non differirà  molto dalle altre due.

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