Dave Andreychuk

Dave Andreychuk, un attaccante di razza…

Dave Andreychuk è forse uno dei giocatori più sottovalutati dell'ultimo ventennio NHL e, seppur abbia totalizzato ben 613 goals e 668 assists, non gli sono stati forse dedicati i meritati spazi ed i giusti riconoscimenti.

Nato il 29 settembre 1963 a Hamilton (Ontario, Canada), giocò nel 1979/80 nella squadra della sua città  , gli Hawks, per poi continuare la sua carriera fino all'82 negli Oshawa Generals (Ontario Hockey League), team che in passato ha lanciato Hall of Famers del calibro di Ted Linsday e Bobby Orr.

Dopo un'ottima stagione da rookie, Andreychuk esplose l'anno seguente totalizzando 58 goals (quarto nella lega) e 43 assists, numeri che gli valsero un posto tra i migliori prospetti del draft NHL e la chiamata al numero 16 da parte del GM Scotty Bowman per i suoi Buffalo Sabres (quell'anno scelsero anche al numero 6 Phil Housley ed al 9 Paul Cyr).

Le qualità  di Dave emersero già  dalla prima partita contro i Quebec Nordiques nella quale segnò un goal, evento questo ripetutosi poi anche nei successivi quattro incontri.
Chiamato a far parte della rappresentativa del Canada ai Mondiali giovanili dell'83, in seguito giocò alcune gare ancora nei Generals ed infine ritornò a Buffalo, concludendo la stagione con 14 goals e 23 assist in 43 partite e togliendosi anche la soddisfazione di segnare la sua prima rete nei playoffs.

L'anno dopo, la cessione di Tony McKegney ai Nordiques, spalancò le porte della linea titolare ad Andreychuk che non deluse, chiudendo la stagione come primo della squadra per goals (38) e secondo per punti.
Le sue caratteristiche di attaccante naturale balzarono subito agli occhi di tutti e, nonostante la poca velocità  sia sul lungo che negli spazi stretti, le reti arrivarono numerose grazie ad un tiro forte e preciso, astuzie varie e doti di opportunismo (vedi rimbalzi del puck e deviazioni) che, se prima rappresentavano un surplus, negli ultimi tempi, a maggior ragione con l'avanzare dell'età , costituiscono un fattore indispensabile per continuare ad essere competitivi.

Determinante il suo contributo anche in fase difensiva dove non si è mai risparmiato, risultando così un ottimo marcatore tanto da essere utilizzato, specialmete negli ultimi anni con la perdita del posto in prima linea, come componente di entrambi gli special teams.

L'84/85 fu la stagione della conferma per Andreychuk, sempre primo cannoniere della squadra (implacabile in powerplay) ed elemento importante anche nei playoffs, dove realizzò il suo primo hat trick e firmò tutti i “game winning goals” delle partite vinte da Buffalo nella sfortunata serie di primo turno contro Quebec.

Altra annata da ricordare la successiva, nella quale s'impose negli assists (51, record per un ala sinistra) ed il 6 febbraio '86 realizzò, contro i Boston Bruins, 5 goals (record di franchigia condiviso con Doug Keans e Pat Riggin) ed un passaggio smarcante.
All'annata 86/87, povera dal punto di vista realizzativo (solo 25 reti), ma non nei punti (73), si contrappose quella seguente (30 reti e due triplette), dove però Buffalo fu ancora una volta eliminata ai quarti della Adams Division.

Ottimo l'inizio dell'88/89 (tre goals e due assists contro Pittsburgh), rivelatosi però poi un anno difficile per via di un infortunio al ginocchio che, oltre a 21 gare di stop, condizionò il rendimento di “Chukie” a tal punto da fargli realizzare solo 52 punti.

La rivincita non tardò ad arrivare ed infatti l'89/90 si può considerare la miglior stagione di Dave che fece per la prima volta a 40 goals, mise a segno il suo 500esimo punto, il suo 300esimo assists e per la prima volta partecipò all' All Star Game; guidò anche la squadra in punti (7) nei playoffs, che però come al solito videro i Sabres non andare oltre un quarto di finale diventato il capolinea di ogni stagione.

Nell'89/90 grazie a 36 goals Andreychuk capeggiò per la quarta volta Buffalo in questa categoria, ma l'ennesima prematura eliminazione dai playoffs gettò ombre sulla bontà  del team e del suo cannoniere principe; oramai il peso delle umiliazioni subite iniziò a rendere inaccettabili le scuse e le frasi che rimandavano i successi ad annate future, quasi a voler considerare la squadra in perenne rampa di lancio.

La stagione 91/92 seguì l'andamento delle precedenti: Dave continuò a segnare con regolarità  (41 reti, con le 28 in power-play che sono a tutt'oggi record di franchigia e 91 punti), Buffalo a condurre una positiva regular season per poi schiantarisi ancora nei playoffs.

Iniziò quindi un tam tam di voci riguardanti la cessione del canadese, reo di aver realizzato solo 4 punti nei playoffs e di non aver condotto la squadra almeno alla semifinale (l'ultima era datata 1983).
Nulla accadde fino al 2 febbraio 1993, data spartiacque della carriera di Andreychuk: per la felicità  di chi lo riteneva il principale responsabile della sindrome perdente della franchigia, fu spedito a Toronto insieme al goalie Darren Puppa (anche lui tra i più criticati) ed una prima scelta, per una quinta scelta e Grant Fuhr, portiere 5 volte campione con Edmonton, voluto fortemente dal GM John Muckler suo ex compagno.

Nei playoffs i Sabres passarono finalmente il primo turno (cappotto ai Boston Bruins) per poi fermarsi al secondo, ma la trade rimane storica e discussa poichè Andreychuk fu il primo giocatore della storia con più di 25 goals a metà  stagione (chiuse con 51, record personale e guidò la lega per marcature in powerplay con 32) ad essere scambiato.

La prima annata a Toronto fu eccezionale con 53 reti segnate (la 300esima in NHL il 18 dicembre), 99 punti (record personale) e la seconda convocazione all' All Star Game; a Buffalo invece il tanto desiderato Fuhr, successivamente ceduto a Los Angeles, venne retrocesso back up, scalzato da colui che avrebbe segnato una nuova dinastia: Dominik “The Dominator” Hasek.

Secondo dei Maple Leafs in punti e goals nella stagione 94/95 (famosa per lo sciopero dei giocatori che ne quando dimezzò la durata), Andreychuk confermò le sue doti di scorer che però non evitarono a Toronto, dopo una discreta regular season, un'immediata eliminazione dai playoffs; così, quasi a voler seguire un copione già  scritto, il GM Cliff Fletcher iniziò a meditare una nuova trade per Andreychuk, che finì poi per concretizzarsi nella seconda metà  della stagione successiva (44 punti al momento della cessione e traguardo dei 500 assists tagliato ad ottobre) con il passaggio ai Devils.

New Jersey, che per lui rinunciò ad una 2a e 3a scelta, era la squadra campione in carica, ma non stava vivendo una stagione positiva ed infatti, nonostante i 13 punti (il 7 aprile contro i Rangers arrivò a quota 1000) in 15 partite (la 1000esima contro Washington) del canadese, mancò l'accesso alla post season dopo sei partecipazioni consecutive.

Grande riscatto l'anno dopo sia per la squadra che conquistò il titolo divisionale dell'Atlantic (il primo di 3 consecutivi), sia per Andreychuk sempre presente (tranne che in nove gare dei playoffs per colpa di un infortunio alla caviglia) e capace non solo di segnare (61 punti e quota 500 goals raggiunta), ma anche di essere decisivo all'interno dei giochi di squadra come dimostra il plus/minus (+38), terzo valore nella lega e secondo miglior risultato nella storia di New Jersey.

I successivi due anni furono meno positivi: nel 97/98 le sole 14 reti realizzati misero fine ad una striscia di 14 stagioni con almeno 20 segnature, mentre l'anno dopo, con appena 28 punti in 52 gare, Andreychuk segna il suo primato negativo nella categoria.

Nel'99 divenuto free agent, firmò con Boston realizzando un assist all'esordio e segnando per l'11esima volta in carriera 3 o più goals in un match (4 contro Tampa Bay), ma dopo 63 gare si trovò di nuovo a dover cambiare squadra approdando (assieme alla bandiera dei Bruins Ray Bourque) agli Avalanche, che spedirono in Massachussetts Brian Ralston, Martin Grenier, Sami Phalsson e una 1a scelta; la sua breve esperienza in Colorado gli lascia in eredità  la 1000esima partita di playoff disputata ed il goal del pareggio nel terzo periodo di gara 4 della semifinale di conference contro Detroit.

Nell'estate del 2000 c'è stato il grande ritorno a Buffalo con un contratto di un anno ed opzione per il secondo; l'aria di casa gli fa bene visto che ritorna a segnare 20 goals in una stagione (sorpassa John Bucyk e Guy Lafleur nella classifica all-time e diventa 3° in quella delle ali sinistre), mette a segno 13 assists che gli valgono il 2° posto di tutti i tempi nel suo ruolo, conquista il suo 1200esimo punto e gioca l'800esima partita coi Sabres (con 836 è il 6° di tutti i tempi).

Oltre a questo, grazie a leadership ed esperienza, svolge un importante ruolo fuori dal campo ed il suo essere un po' il collante della squadra, aiuta non poco i giovani Sabres a raggiungere la settima gara nello spettacolare secondo turno di playoffs con Pittsburgh.

Il lieto fine e soprattutto il desiderio di “stabilizzare” una vita sportiva un po' troppo movimentata negli ultimi anni, sembra una cosa scontata visto che “Chukie” dichiara di voler concludere la sua carriera a Buffalo, ma invece il GM Darcy Regier, appoggiato dal club, non gli allunga il contratto dimostrando ancora una volta la poca gratitudine esistente nello sport professionistico.

Andreychuk chiude così definitivamente il capitolo Buffalo come primo giocatore di sempre per goals segnati (368 dietro Gilbert Perreault e Rick Martin), secondo per assists (436) e punti (804), primo per goals in power-play totali (160), in una stagione (28), in una gara (4) e primo come ala sinistra per punti e assists.

Gli insuccessi nei playoffs e le critiche per il poco gioco fisico, lo escludono quando si parla del giocatore più forte della storia dei Sabres a favore di superstars del calibro di Danny Gare, Rene Robert (entrambi comunque a lui inferiori come statistiche), Rick Martin e Gilbert Perreault (che avrebbe superato per goals se avesse giocato sempre a Buffalo), ma Dave rimane senza dubbio nell'elite della franchigia.

Dal 2001 gioca nei Tamba Bay Lighthing, con cui l'anno scorso segnando per la 17esima volta in una stagione (terza miglior prestazione della storia) più di 20 reti e con 9 di queste in powerplay, è diventato il secondo giocatore all-time per goal in questa specialità . Per lui sorpassate anche le 300 gare con 2 o più punti.

Il 24 novembre scorso Andreychuk ha compiuto poi l'ennesimo passo verso la storia realizzando il 600esimo goals in carriera e piazzandosì così all'11esimo posto nella classifica dei marcatori di tutti i tempi della NHL.

Quest'ultimo traguardo sembra il pass decisivo per l'introduzione nella Hall of Fame dove, seppur sia privo di grandi successi personali e di squadra, sarà  quasi certamente inserito, confidando anche nel fatto che i primi 32 realizzatori della storia sono stati tutti introdotti in questa mitica cerchia (Bernie Nicholls, 1209 punti, è lo scorer più produttivo non inserito nella Hall of Fame).

Adesso non resta che godersi (forse) gli ultimi lampi di Andreychuk in quel territorio per lui finora ricco solo di delusioni: i playoffs.

Di treni ne sono passati tanti ed oramai è forse troppo tardi per provare ad invertire la tendenza, ma “Chukie” di sicuro ci proverà .

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