Jarome Iginla, al centro di tante voci…
L'anno scorso Jarome Iginla conquistando il Maurice Richard Trophy (primo giocatore nella storia di Calgary), l'Art Ross Trophy (l'ultimo giocatore di una squadra canadese a vincerlo fu Gretzky nel '87 con 183 punti) ed infine il Lester Pearson Award (il titolo di MVP assegnato dall'associazione giocatori), è stato protagonista di una storia che voleva un nero come il miglior giocatore di uno sport, l'hockey, dove l'unico colore conosciuto era il bianco.
Pur non avendo portato i Calgary Flames ai playoffs (dopo un avvio promettente si è finiti con l'archiviare la sesta stagione consecutiva senza post season), Iginla è diventato un personaggio ricercato da televisioni e giornali che ne esaltavano le azioni anche fuori dal campo di gioco.
Jarome, che nella lingua yoruba della Nigeria vuol dire “grande albero”, infatti dona ad ogni goal segnato 1.000 dollari ad un'associazione ed ha contribuito con 50.000 all'opera di fondazioni che aiutano i ragazzi disabili a cimentarsi nello sport. Oltre a questo è anche ambasciatore di “NHL Diversity Task Force” (un movimento atto alla propaganda dell'hockey anche nei luoghi più impervi) e le sue gesta sono state premiate dalla NHL con lo Scurfield Humanitarian Award negli anni 2000 e 2001.
Era così divenuto il rappresentate di tutti i giocatori neri della NHL, da sempre guardati con scetticismo ed incredulità .
Il primo fu William O'Ree che a 22 anni, dopo aver giocato nella QHL con i Quebec Aces, esordì il 18 gennaio del '58 con la maglia dei Boston Bruins vincenti 3 a 0 sui Montreal Canadiens.
O'Ree aveva dimostrato non solo capacità (dopo una sola presenza in quella stagione, giocò 43 partite con 4 reti e 10 assists nel 60/61 e proseguì la carriera nella WHL fino al termine degli anni '70 con i Los Angeles Blades e i San Diego Gulls, che poi hanno ritirato la sua maglia numero 20), ma anche perseveranza e coraggio, poichè tre anni prima di quella storica partita aveva perso l'occhio destro e si era rotto uno zigomo e il naso per via di un puck scagliatogli contro.
O'Ree ha anche partecipato al primo camp di Iginla svoltosi quest'estate e, oltre ad elogiare Jarome come giocatore, lo ha definito un esempio per tutti i ragazzi che vogliono giocare ad hockey.
Fino al '74 nessun nero giocò più nella NHL, a riportare “colore” nella lega ci pensarono poi Mike Marson e Tony McKegney, che hanno fatto da apripista ai vari Manny Malhotra ed Anson Carter ora rappresentanti, insieme a tanti altri, di un gruppo finalmente significativo che ha avuto nel portiere Grant Fuhr (ritiratosi nel 2000 e idolo di Iginla che in suo onore ha persino giocato in porta un paio d'anni) il più forte giocatore.
Per Iginla è stato tutto più facile poichè già da quando militava nella WHL (dal '93 al '96 tra le fila dei Klamloops Blazers) ha goduto di notorietà e popolarità grazie a 2 Memorial Cup vinte (94-95), 236 punti (102 goals e 124 assists) in 183 partite giocate e la vittoria del mondiale juniores del 1996 in Canada.
Scelto nel '95 col numero 11, fu scambiato immediatamente da Dallas con Corey Millen per Joe Nieuwendyk, fatto che comunque non gli ha impedito di capeggiare, con la maglia dei Flames, la classifica dei rookies in punti (50), goals (21) e assists (29).
Dopo 3 stagioni positive nelle quali si è assestato tra i migliori scorers di Calgary, si è affermato definitivamente nell'annata 00/01 dove, nominato vice-capitano, ha realizzato 71 punti (primo della squadra) e vinto la Molson Cup ( riconquistata poi nel 2002), dimostrandosi così indispensabile per un team che, quando lui ha segnato, ha avuto sempre un record positivo (12-10-4-1).
Jarome, figlio di un avvocato nigeriano trasferitosi in Canada a 18 anni e di un'americana bianca e buddista emigrata a Edmonton, ha inoltre arricchito il proprio palmarès con la vittoria dell'Olimpiade di Salt Lake City, diventando così il primo atleta di colore a conquistare una medaglia d'oro ad una manifestazione invernale (per lui 2 reti nella finale contro gli americani).
La scorsa estate Iginla ha rinnovato il contratto firmando un biennale da 13 milioni di dollari. Una firma quasi scontata poichè “Iggy” ha più volte dichiarato di apprezare la città di Calgary e i suoi tifosi e gli stessi Flames non potevano certo permettersi di perdere colui che, a parte l'aspetto tecnico, andandosene avrebbe anche minato la credibilità di tutta l'organizzazione.
Iginla infatti è un giocatore speciale, poichè fin dagli inizi ha dimostrato di non essere solo un attacante eccezionale, ma anche un difensore solido e nettamente superiore ai colleghi di pari età , forse troppo dediti alla fase offensiva.
La forza di Jarome sta in un mix di agilità e potenza, in un tiro formidabile (il suo slapshot è secondo solo a quello di Al MacInnis) e nella lucidità sotto porta, tutte doti che gli sono valsi gli apprezzamenti di Wayne Gretzky.
L'inizio della nuova stagione ed il suo proseguo non hanno però regalato grandi soddisfazioni a Jarome (peraltro sfortunato visti i ripetuti problemi a caviglia e polso), che ha deluso molto per lo scarso feeling con il goal e la poca partecipazione alla manovra.
Il suo rendimento sottotono (egli stesso ha fatto autocritica dichiarandosi molto sorpreso per la convocazione all'All Star Game) ha influito moltissimo sull'andamento dei già deboli Flames, che sono all'ultima posizione nella Northwest Division (18-30-10-4 il record) e vedono irraggiungibile, per l'ennesima volta, il traguardo dei playoff con un attacco da appena 2.2 goals a partita (28esimi in NHL).
A inizio dicembre è stato così licenziato coach Greg Gilbert, sostituito prima dall'assistente del GM AL MacNeil e poi dall'ex tecnico di San Jose Darryl Sutter.
L'arrivo di quest'ultimo, che ha sempre raggiunto i playoff nella sua ventennale carriera NHL da giocatore e allenatore, ha ridato entusiasmo all'ambiente ed è coinciso con un miglioramento di Iginla che nel mese di gennaio (14 punti in 14 partite) si è avvicinato agli altissimi livelli toccati l'anno scorso.
Il trend positivo è continuato anche a febbraio (finora 9 goals in 10 partite), ma la notizia è che adesso si parla con insistenza della possibilità che Calgary ceda Iginla!
La società , per bocca del GM Craig Button, ha dapprima detto che un eventuale partenza di Iginla sarebbe comunque subordinata all'arrivo di una contropartita tecnica di spessore (è esclusa l'ipotesi di giovani prospetti) e poi ha fatto retromarcia smentendo la possibile cessione del giocatore.
La causa di tutto è l'ingaggio (7,5 milioni) che Jarome percepirà il prossimo anno; una cifra che pare adesso i Flames vogliano scaricare ad altri per poter avere così più disponibilità sul mercato della prossima stagione (si è fatto il nome dei Rangers che, nonostante l'abbondanza di attaccanti ed alla faccia delle difficoltà economiche dell'intero movimento, acquisirebbero Iginla ed il portiere Turek cedendo a Calgary il goalie Blackburn, Dvorak, Lundmark e Purinton).
Recentemente la società ha di nuovo ribadito come Iginla sia un punto fermo per il futuro e lo stesso giocatore ha detto di non dare peso alle voci, ma fino all'11 marzo (ultimo giorno disponibile per effettuare trasferimenti) non si può mai dire …