L'attesa è finita, la nuova stagione ha preso le mosse e allora andiamo a scoprire insieme i 'buoni e i cattivi' di questa prima tornata.
TOP 3
ARIAN FOSTER
33 corse per 231 yards conquistate e 3 ingressi nella end zone. Wow.
L'ex Volunteer è stato una autentica spina nel fianco per la difesa di Indianapolis per tutta la gara, oscurando i più titolati compagni di reparto offensivo.
Sbocciato sul finire della scorsa regular season, il nativo di Albuquerque si è trovato in competizione con 2 altri buonissimi runningback all'inizio del training camp (Steve Slaton e il rookie Ben Tate) prima che gli infortuni gli spianassero la strada per il ruolo titolare nella week 1.
Foster ha regalato la vittoria contro la più insidiosa avversaria di division, dimostrando che scommettere su di un possibile sorpasso texano alla fine della regular season non è un azzardo assoluto.E' nata una stella?
RASHARD MENDENHALL
La gara tra Steelers e Falcons era forse la più attesa, con Pittsburgh vogliosa di non perdere terreno durante l'assenza di Big Ben Roethlisberger, mentre Atlanta è accreditata dalla critica come una delle squadre più temibili da affrontare quest'anno.
Infatti si è trattata di una gara equilibrata dove più che gli attacchi, sono state le difese a dettare legge lasciando ai kicker il compito di mettere i punti sul tabellino.
Una sfida che non poteva non essere decisa da un overtime e da una giocata che spezzasse gli equilibri creatisi, e così è stato: Mendenhall ha preso palla sulle 50 yards, si è è infilato nella difesa dei Falcons come un bisturi e ha terminato l'operazione con il TD della vittoria. Chirurgico.
Il ragazzo, all'alba della terza stagione tra i pro, si è conquistato la fiducia di un duro come coach Tomlin e pare che quest'anno voglia dimostrare tutto il suo valore.
TOM BRADY
I Patriots sono vecchi, finiti e quest'anno faranno fatica ad arrivare ai playoffs.
Oh no, fermi tutti, Tom Brady c'è, i Patriots ci sono e, anzi, asfaltano i Bengals che con la nuova coppia di receiver Owens – Ochocinco già cullavano sogni di gloria.
Il 12 dei Patriots infila una delle sue domeniche migliori: fa girare l'attacco, trova a ripetizione bersagli vecchi e nuovi, dando nuova linfa al sistema architettato da quel geniaccio di Belichick.
Domanda: è una nuova primavera a Foxborough o sarà solo un fuoco di paglia da pre-pensionamento?
Comunque sia, le statistiche finali del quarterback fresco di rinnovo multimilionario recitano: 25/35, 258 yards, 3 touchdown e nessun intercetto.
Menzione d'onore
BALTIMORE RAVENS DEFENSE: nel Monday Night nullificano l'attacco dei nuovi Jets, ancora orfani di Santonio Holmes.
Dopo la vittoria del titolo sotto coach Billick, sono cambiate le mani che guidavano il timone della squadra, ma l'identità della difesa dei Ravens è rimasta sempre la stessa.
L'highlights della serata è del solito Ray Lewis, che porta un terribile, ma perfetto, placcaggio su Dustin Keller, che probabilmente oggi si risveglierà con un terribile mal di testa.
DONOVAN MCNABB: si merita la menzione al fotofinish battendo la concorrenza di Matt Forte. Non fa una partita memorabile, non è ancora al 100% e i Cowboys fanno di tutto per perdere la partita e alla fine ce la fanno.
Ma la classe e la leadership sono sempre quelle, quelle che mancavano così tanto ai Redskins e su cui Mike Shanahan non ha dubitato un attimo quando si è trattato di averlo con sè nella sua nuova avventura. Capitano.
WORST 3
SAN FRANCISCO 49ers
Definiti da tutti i grandi favoriti nella NFC WEST, inciampano da subito contro una rivale di division, i Seahawks, che stanno ricostruendo dopo il cambio di coaching staff occorso in estate.
A dire la verità lo stop di domenica assomiglia ad una vera e propria caduta visti i miseri 6 punti messi a segno, a fronte dei 31 subiti.
Frisco è stata troppo brutta per essere vera, soprattutto in attacco: a partire dai 2 intercetti lanciati da Alex Smith, alle sole 38 yards corse da Frank Gore su 17 tentativi, per concludere con i ricevitori che hanno fatto tutti la figura degli ectoplasmi, eccetto il solito Vernon Davis.
Preferisco pensare che sia stata una giornata storta e che i 49ers siano ancora da ritenere i favoriti della division, ma non si poteva partire in maniera peggiore. Da rivedere.
JAKE DELHOMME
Non oso pensare alla disperazione del povero Jake nello scoprire di ritrovarsi tra i WORST 3 per la seconda volta consecutiva ad inizio stagione. A parte gli scherzi, Delhomme comincia la sua avventura con i Browns con una sconfitta contro i Bucs, uno dei pochi team con il quale la franchigia dell'Ohio se la può giocare ad armi pari quest'anno.
Delhomme rimane un quarterback che negli anni si è ritagliato un discreto numero di ammiratori nella NFL , capace anche di arrivare vicinissimo al portare a casa un anello di campione del mondo, se non fosse che ultimamente ha progressivamente aumentato la produzione di turnover, perdendo di conseguenza il posto da titolare in Carolina.
A Cleveland l'hanno scelto per la sua lunga militanza NFL, ma nella sua prima uscita ha nuovamente subito due intercetti, anche se a sua parziale difesa c'è la grande penuria di talento tra chi dovrebbe aiutarlo a sostenere il peso del gioco aereo: il ricevitore più presente è stato infatti il tight end Evan Moore, carneade fino a domenica quando è salito agli onori della cronaca.
Si preannuncia una stagione avara di soddisfazioni a Cleveland.
DENVER BRONCOS
Si respira una brutta aria a Denver.
Non dico che una sconfitta a Jacksonville non ci stia, ma non è questo il modo in cui deve giungere.
Già si poteva prevedere che ai nastri di partenza si sarebbe presentata una formazione sulla carta indebolita rispetto al 2009, dopo che nella off season Brandon Marshall aveva fatto le valigie senza essere degnamente rimpiazzato e, successivamente, l'infortunio che dovrebbe aver concluso la stagione a Elvis Dumervil non ha migliorato le cose.
La squadra pare aver perso quella grinta che derivava dall'impeto che coach McDaniels era solito trasmettere dalla sideline e che l'anno scorso aveva contribuito ad una partenza sprint, senza dimenticare la troppa libertà lasciata a David Garrard, che forse non sarà un quarterback da Pro Bowl come accaduto nella scorsa stagione, ma è giocatore più che degno come dimostrano i 3 suggerimenti in meta.
Per concludere, il “beniamino” di casa Tim Tebow è stato utilizzato con il contagocce conquistando solo 2 yards su corsa in 2 azioni, dimostrando che il suo inserimento negli schemi offensivi di Denver è ancora un progetto a lungo termine.
Menzioni di disonore
BUFFALO BILLS: incontrano una Miami sì solida, ma non irresistibile e nonostante questo non vanno oltre alla solita opaca prestazione (più che altro offensiva).
Edwards è il solito quaterback da basso rendimento che, se non avesse trovato una volta in meta Roscoe Parrish, sarebbe nuovamente da insufficienza grave in pagella, il tanto celebrato rookie C.J. Spiller si schianta clamorosamente contro la difesa arcigna dei Dolphins e non va oltre a 6 yards conquistate in 7 corse, mentre i ricevitori aiutano come possono.
La difesa ha retto bene l'urto contro un big come Marshall (anche se visibilmente non a proprio agio come uno scolaretto al primo giorno di scuola), ma la perdita di Posluszny può minare la ricerca dell'equilibrio che il reparto sta cercando di conquistare pian piano.
CALVIN JOHNSON: non voglio entrare nel merito tecnico della ricezione che poteva dare la vittoria dei Lions sui Bears, quando il numero 81 ha lasciato il pallone prima che si rialzasse da terra dopo il contatto con il terreno.
Rivedendo le immagini più e più volte, mi sono convinto che la colpa di CJ sia più che altro ascrivibile a una incredibile perdita di concentrazione, imperdonabile per un talento e un professionista come lui.
La ricezione era stata fantastica dopo la preghiera mandata in aria da Shaun Hill, un salto che avrebbe potuto rivaleggiare con i colleghi dell'NBA, ma quando si è trovato per terra Johnson pareva già avere la testa alla successiva esultanza, piuttosto che sul mantenimento del possesso del pallone che avrebbe consegnato la vittoria ai Lions. Colpevolmente, aggiungerei.