Tracy Porter nella giocata simbolo del Super Bowl XLIV
Per l'ultima volta in questa stagione, analizziamo alcuni dei temi più importanti della domenica NFL, che ci ha regalato un grande spettacolo con il Super Bowl XLIV.
Non c'è due senza tre
I Super Bowl XLII e XLIII sono state due partite molto belle, emozionanti e decise negli ultimi minuti o secondi di gioco. Per rispettare il detto, anche il Super Bowl seguente non poteva essere da meno.
La sfida tra Colts e Saints ha rispettato le attese: emozioni, grandi giocate, esito incerto fino alla fine e giocata decisiva che rimarrà nella storia. Non al livello della ricezione di Tyree in Giants-Patriots o del ritorno di Harrison alla fine del primo tempo di Steelers-Cardinals, ma la cavalcata di Porter fino alla end zone per il 31-17 sarà il simbolo di questa partita negli anni a venire.
La fortuna premia gli audaci
C'è poco da dire, il premio di MVP non poteva che andare a Brees e alla sua precisione chirurgica nel sezionare la difesa dei Colts, ma se fosse stato possibile io l'avrei assegnato a Sean Payton.
L'allenatore dei Saints è stato davvero grande: non solo gestisce la partita nel suo complesso e chiama i giochi d'attacco in maniera egregia quando la maggior parte degli head coach non riescono nemmeno a gestire bene il cronometro dovendo fare solo quello o poco più, ma dimostra un coraggio e una mentalità vincente che non potevano non essere premiate.
Già nel finire del primo tempo gioca alla mano un quarto & goal quando in molti si sarebbero assicurati i 3 punti facili. Il colpo di genio ce l'ha poi con l'on side kick della ripresa: ai Saints serviva una scossa psicologica e un possesso in più dato che non erano riusciti a rubare palloni ai Colts con la difesa. Certo che la fortuna l'ha aiutato, ma se non osi non puoi neanche sperare che la dea bendata ti dia una mano.
Manning-to-Wayne
La coppia più rodata di tutta la NFL, quella formata da Peyton Manning e Reggie Wayne (maggior numero di TD e completi di qualsiasi altra coppia QB/WR della lega) combina il pasticcio proprio nel momento più importante. L'unico turn over della gara, che sembra chiuderla definitivamente, nasce proprio da un'incomprensione tra i due: che abbia sbagliato nel correre la traccia il ricevitore o abbia letto male la difesa il quarterback, fatto sta che Porter li ha "piccionati".
La partita poi poteva essere in qualche modo tenuta viva con il quarto & goal a 45 secondi dalla fine e qui l'errore è tutto di Wayne, che ha le mani sulla palla ma non riesce a trattenerla. Se uno sbaglio del genere te lo aspetti da Garcon (che infatti è stato autore di un drop sanguinoso) o da Collie, non lo puoi certo perdonare ad un giocatore del calibro del prodotto della University of Miami.
Il kicker che non ti aspetti
Tutti parlano giustamente di Brees, Porter e Payton, ma vorrei far notare che una buona fetta del merito per la vittoria di New Orleans se la merita Garrett Hartley. Mettere tre calci da circa 45 yard non è poi così scontato neanche per un comprovato veterano… se poi si pensa che Hartley aveva il calcio più lungo in regular season dalle 38, che era stato preso come rimpiazzo di Carney a dicembre e che non era mai stato messo alla prova sotto pressione, la sua prestazione è ancora più impressionante.
Il trofeo torna a casa
Chi vince il Super Bowl, riceve in premio il Vince Lombardi Trophy, intitolato al mitico allenatore di origini italiane che ha vinto le prime due edizioni. Con la vittoria dei Saints, in qualche modo il trofeo torna alla famiglia del “legittimo proprietario”: il coach dei QB di New Orleans infatti è Joe Lombardi, nipote del mitico Vince.
Record amaro
Dallas Clark, con le sue sette ricezioni al Super Bowl è diventato il tight end più produttivo della post season nella storia della lega. Certamente non sarà stata una consolazione per lui negli spogliatoi: zero palloni ricevuti e un anello in più avrebbero dato maggiore soddisfazione.
Viva la Rai!
La televisione di stato ha trasmesso tutta la stagione NFL ed ha ricevuto numerose critiche da parte degli appassionati per mancate dirette, orari non proprio precisi e cronologia dei playoff non sempre rispettata.
Io sinceramente sono abbastanza soddisfatto del servizio offerto, ma quello che hanno combinato con l'audio del Super Bowl, unico evento andato in onda su RaiDue e non solo su RaiSport+, non è giustificabile. Le voci dei cronisti infatti giungevano con almeno un secondo di anticipo, svelando l'esito delle azioni prima della loro conclusione.
Questi problemi nelle trasmissioni via satellite ci sono sempre, ma per le partite dei mondiali di calcio non è mai capitato, che io sappia. Suppongo quindi che sia possibile correggere la cosa anche "in corsa" e non averlo fatto è davvero una grave mancanza.
High five
Il "cinque alto" di questa settimana va a tutti coloro che hanno seguito questa rubrica durante la stagione. Un grazie di cuore per l'interesse dimostrato e… ci ritroviamo a settembre!