Pierre Thomas, decisivo per i Saints
Consueto appuntamento con alcuni fra i più importanti spunti e temi delle partite giocate nel fine settimana.
MVP! MVP! MVP!
Alla fine della stagione regolare lo hanno premiato come miglior giocatore della lega e nel championship della AFC ha fatto vedere a tutti il perché. Contro una difesa tra le migliori della NFL, che gli leva di fatto i suoi due target principali (Wayne e Clark praticamente non si sono visti), Peyton Manning fa fare la figura dei fenomeni a due giocatori come Austin Collie e Pierre Garcon, veri dominatori della gara ma illustri sconosciuti prima di finire alla corte di Peyton. Il più grande dei fratelli Manning ci mette un tempo a capire a pieno la difesa dei Jets, ma poi non c'è più storia!
Il bello, il brutto e il cattivo
Quando ti prendi un giocatore come Brett Favre sai cosa ti puoi aspettare da lui.
Il bello è sicuramente la voglia di giocare, la capacità di non farsi atterrare lanciando il pallone all'ultimo momento utile, la precisione millimetrica del lancio, la determinazione di giocare anche infortunato.
Il brutto lo abbiamo visto contro i Saints nei due intercetti, soprattutto nel secondo. Quando conta, Brett tende a strafare e a fidarsi troppo del suo braccio: sull'ultimo drive del quarto periodo, mai e poi mai ti puoi permettere un lancio contro flusso. E' un errore che, fatto da Sanchez alla diciottesima partita in carriera, potresti anche giustificarlo… ma non da chi ha più di 18 stagioni nella lega. Lancio pigro, intercetto e palla mai più rivista fino a fine partita.
Manca il cattivo, ma in questo caso non è Brett: si tratta del defensive coordinator dei Saints che ha incaricato i suoi di menare sempre e più possibile il quarantenne avversario. Alla fine la tattica ha pagato.
Non la volevano proprio vincere
Nonostante tutti i regali fatti dai Vikings, sembrava proprio una di quelle partite in cui i Saints non ne sanno approfittare e alla fine perdono la gara. Abbiamo visto sanguinose penalità che hanno tenuto vivi i drive di Minnesota, un Brees impreciso sui lanci, placcaggi sbagliati, fumble non ricoperti per cattiva tecnica (Shanle poteva chiudere sostanzialmente la gara se non avesse cercato di recuperare il fumble riportandolo, ma si fosse buttato sul pallone come ha fatto poi Vilma).
Quando hai 3 turn over in più dell'avversario di solito la partita è andata e invece i Vikings erano sotto solo di un TD nel quarto periodo. I Saints alla fine l'hanno spuntata, ma la tensione della partita si è fatta sentire in maniera enorme: per la prossima, se vogliono avere qualche chance, devono gestirla diversamente.
Traditi dai punti di forza
I Jets erano arrivati quasi fino in fondo grazie alla difesa e al gioco di corsa, tenendo il loro QB rookie al riparo da possibili errori e da responsabilità troppo grosse. Contro i Colts invece Sanchez ha giocato un'ottima gara, ma il gioco di corsa non ha proprio funzionato e la difesa è stata sezionata da Manning. Di tempo comunque per il giovane messicano sembra essercene ancora molto.
La finale più bella
Non me ne vogliano i tifosi di Jets e Vikings, ma il 7 febbraio vedremo la più bella finale che la NFL poteva offrire: le due migliori delle due conference, con grandi attacchi ci offriranno uno spettacolo “super”. E' da metà stagione che ci spero, ma visti i precedenti non era molto probabile (era dal 1993, Dallas-Buffalo, che il Super Bowl non si giocava tra i due seed numero 1 di NFC e AFC).
High five
Il cinque alto di questa settimana va a Pierre Thomas, RB dei New Orleans Saints, che nell'overtime ritorna il kick off fino alle 40 e poi converte il quarto down decisivo tuffandosi sopra alla difesa avversaria. Thomas riesce anche a tenere il possesso del pallone che un avversario gli colpisce con il casco proprio quando è nel momento di massima elevazione.