Who dat say dey gonna beat dem Saints?

Drew Brees riporta i suoi al championsip

Who dat say dey gonna beat dem Saints?”? In sostanza chi può battere questi Saints? La risposta allo slogan tipico di New Orleans, anche se non esclusivo come sanno bene a Cincinnati, è proprio difficile da dare dopo questo divisional.

In Louisiana arrivavano i Cardinals, squadra speculare ai Saints per impianto e filosofia di gioco, estremamente verticale con difesa improntata alla ricerca di big play e di turnover piuttosto che di un costante contenimento dell'avversario. E più significativo, arrivava al Superdome un team lanciato, in crescita e che si trovava in grandissima forma.

Infatti Arizona aveva ricominciato la marcia della post season da dove l'aveva lasciata l'anno scorso su quel TD di Santonio Holmes. Difesa aggressiva, che va alla caccia di QB e del pallone, che così sì subisce molti punti, ma che con questo atteggiamento riesce a creare una differenza positiva nei possessi che vengono praticamente sempre tradotti in punti da un attacco quasi impossibile da arginare. La stessa Green Bay non era riuscita a fermare Warner e compagni, nonostante la propria difesa sia stata una delle migliori in stagione, addirittura la migliore in senso assoluto valutando solo la seconda parte della stagione. Eppure Warner, Wells e Fitzgerald l'avevano sezionata senza problemi.

Se alla forma mostrata dai Cardinals in questa wild card aggiungiamo che i Saints erano apparsi in netto calo nella parte conclusiva della stagione, un calo che andava oltre il semplice aver mollato mentalmente in attesa dei playoffs, e che erano fermi da una settimana, con conseguente perdita di ritmo, ecco spiegato allora perchè così tanti addetti ai lavori avevano iniziato a pensare ad un possibile upset. Sino a far arrivare le quote di vincita per le due squadre quasi allo stesso livello.

E invece.. invece è stato un monologo nero-oro. Al primo TD di Hightower, su corsa di 70 yards, i ragazzi di coach Payton non hanno perso la calma, e hanno subito iniziato a bombardare senza sosta la difesa ospite. Brees è apparso subito in confidenza con i compagni, non ha sbagliato niente e ha saputo gestire la pressione, che comunque è stata poca anche grazie all'ottimo lavoro della propria offensive line. In più ha avuto un discreto aiuto dal running game, soprattutto da un Bush che ha rivestito i panni di USC nella corsa di 46 yards che lo ha portato al TD, così come nel punt ritornato sino in meta.

L'attacco ha quindi girato al massimo, e gli è bastato giocare per un tempo in cui ha segnato 35 punti per chiudere la partita. Il resto lo ha fatto la difesa, estremamente aggressiva su Warner che nel primo quarto non ha trovato mai il ritmo. Lo trova solo dopo aver iniziato a battere i blitz giocando con passaggi veloci sull'underneath, ma a quel punto New Orleans è già  andata via e orientarsi sul medio-corto non può più bastare.

A questi problemi in fase offensiva per i Cardinals, aggiungiamo l'infortunio di Cromartie, l'elemento di più talento nelle già  fragili secondarie di Arizona, e Warner che dopo l'intercetto di Smith subisce un colpo terminale, che gli fa continuare la partita con evidenti difficoltà  respiratorie, sino a quando lascerà  il campo al sempre insufficiente Matt Leinart.

Ci aspettavamo ben altro tipo di incontro. Avevamo immaginato un copia-incolla della partita tra i Cardinals e i Packers, e invece è stato un no contest. Ed allora torniamo al quesito iniziale, chi può battere questi Saints? Noi non sappiamo rispondere, anzitutto perchè non sappiamo nemmeno quale sarà  il loro avversario nel championship, se Dallas o Minnesota. Ma soprattutto perchè la dimostrazione di strapotere che ha dato la squadra di Payton è stata stordente.

Da un lato possiamo dire che le squadre con difese instabili come quella mostrata dai Saints in stagione regolare non hanno mai fatto tantissima strada nei playoffs. Dall'altro dobbiamo sottolineare che poche volte abbiamo visto un attacco così dominante in un campo da football, e la difesa stessa è stata capace di annullare uno dei migliori attacchi della NFL, quello che solo 6 giorni fa ne aveva messi a referto 51 contro i Packers.

La cosa importante da dire è che qualsiasi sia il giudizio che ognuno può dare, i Saints hanno mostrato che tutta la diffidenza che si stava creando intorno a loro per la deludente conclusione di stagione è ormai alle loro spalle, e che questa squadra è "for real" come dicono gli americani.
Tra una settimana giocheranno la seconda finale di conference, la prima al Superdome, nel tentativo di centrare il primo Super Bowl di sempre per chi indossa un casco dorato.

“Who dat say dey gonna beat dem Saints?” dicevamo. Entro il 7 febbraio sapremo se la risposta a questa domanda è il nome di un'altra squadra oppure no.

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